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Stadio della Roma, parere negativo della Soprintendenza

I lavori sarebbero dovuti cominciare un anno fa. Invece è tutto fermo e aumentano i pareri contrari.

Stadio della Roma, parere negativo della Soprintendenza
Il progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle

Il (potenziale) nuovo stadio della Roma sta seguendo un iter molto simile a quello per i lavori di ristrutturazione del San Paolo. Nel giorno della presentazione del progetto, Pallotta disse che i lavori sarebbero cominciati entro la fine del 2015 e sarebbero durati un paio di anni: siamo a novembre 2016 e stiamo ancora zero a zero. Non solo. Durante l’audizione in commissione urbanistica regionale degli assessori Michele Civita (Regione) e Paolo Berdini (Comune), è arrivato il parere negativo al progetto da parte della Soprintendenza statale Belle arti e Paesaggio per il Comune di Roma. Per la Soprintendenza la Valutazione di impatto ambientale e la Valutazione ambientale strategica di Regione e Comune «non sono accompagnate da alcuna istruttoria dell’Ente proponente e dell’Ente competente né da un elenco che permetta di verificare la completezza e l’univocità della documentazione».

Per la Soprintendenza, come leggiamo dal Tempo,  c’è «scarsa chiarezza da parte dell’Ente procedente sulle procedure attivate», «non risulta il coinvolgimento del Ministero» sui piani paesaggistici e su quelli particolareggiati. Inoltre non sarebbe stata formulata la relazione paesaggistica, «gli elaborati non hanno tenuto in nessun conto né delle valutazioni di criticità né delle richieste integrative avanzate dagli uffici del Ministero riguardanti nello specifico la lettura complessiva degli ambiti paesaggistici […], la definizione del grado di reversibilità e irreversibilità delle opere». Infine, la Soprintendenza “ha individuato come criticità della proposta la presenza di edifici di notevole altezza oltre che di opere infrastrutturali che vanno ad interferire con i beni monumentali e paesaggistici” criticità che avrebbero “dovuto determinare una variazione della proposta nonché influire sulla dichiarazione di pubblica utilità”.

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