Il 3-3 con la Fiorentina, con Tagliavento attore protagonista, e il bilancio di un anno. Sperando che il 2017 sia quello della mentalità.
Il mio Fiorentina – Napoli 3-3 con gli auguri più improbabili
– Un ringraziamento particolare va a Manolo Gabbiaridi. Molto probabilmente i suoi 7 minuti in terra toscana sono stati gli ultimi con la maglia azzurra. Anche Mertens a fine partita ha confermato le pressanti voci di un imminente addio, dichiarando: Gabbiadini? Arriverà presto il suo momento…
Lasciando a noi il compito di riempire i tre puntini sospensivi.
– Il rapporto con Manolo è stato sempre molto conflittuale. Per due anni si è parlato delle sue capacità, dei suoi gol e del suo talento. Mai realmente espressi. Gabbiadini è rimasto in fondo sempre una bella idea. Prima il ruolo non adatto alle sue caratteristiche con Benitez che però gli ha permesso di realizzare un bel numero di gol; poi, quando è stato messo nelle sue condizioni ideali, Sarri ha cambiato modulo e si è ritrovato a fare il vice del centravanti più prolifico della storia della serie A.
Grazie Gabbiadini
Questa estate sembrava destinato all’Inghilterra, ma per oscuri motivi saltò il trasferimento e si è presentato ai nastri di partenza alla pari con l’oggetto misterioso Milik che però è subito esploso quando lui veniva sostituito; fino ad essere finalmente, con la moria di tutti gli attaccanti, l’unica punta di ruolo e quindi libero di poter giocare senza le pressioni della concorrenza e poter esprimere il suo reale valore che invece è rimasto concentrato e rinchiuso nel suo fantastico piede sinistro non riuscendo mai a lasciare il segno, se non quando il guardalinee aveva da alzare la bandierina per un suo fuorigioco.
– Ieri, nei suoi ultimi scampoli di azzurro, invece si è congedato come meglio non poteva. Un perfetto rigore nell’ultima azione della partita, con inimmaginabile sorriso quasi liberatorio, che ci ha regalato un punto meritato e ripagato in minima parte delle alte aspettative che le sue capacità, i gol e il talento avevano lasciato presagire.
Mi hai salvato il Natale
– E il mio ringraziamento si veste anche di aspetti che vanno oltre la palla che rotola in porta al 94′: grazie perché trascorrere queste feste con il peso allucinante di una sconfitta non l’avrei sopportato. Già abbracciarsi e brindare con i parenti è un lavoro gravoso. Con l’incrocio di bicchieri e sorrisini sarcastici poi sarebbe stato davvero inumano. In ogni caso mi presenterei volentieri da conoscenti travestiti da amici con una cassa di molotov e un bazooka, ma almeno il tuo gol è una piccola gioia nel cuore e mi renderà meno ipocrita. Buon Natale e felice 2017, Manolo.
– Un altro pensiero voglio dedicarlo a De Guzman che mi aiuta a ricordare l’ultimo trofeo conquistato, quando giocò forse la sua migliore partita nel Napoli a Doha esattamente due anni fa. Ieri ha provato a mettere i bastoni tra le ruote romaniste con un gol in tuffo che però non è bastato al Chievo per bloccare i giallorossi.
Buon Natale e felice 22 dicembre 2017, Jonathan.
– Buon Natale a Perotti che di questo passo sarà presto il capocannoniere della serie A.
Grazie Sarri
– Un ringraziamento accorato a Sarri. Non è un improbabile, ma del mister parlo sempre poco e gli devo delle scuse. Seppur il ruolo di centravanti sia il più importante, insieme a quello del portiere, per me restava inconcepibile che una squadra forte come il Napoli non riuscisse ad esprimersi nonostante l’infortunio di Milik, l’indolenza di Gabbiaridi e l’adattamento di Mertens. L’ho criticato perché ritenevo che lo sforzo strenuo alla ricerca continua di alibi avrebbe dovuto utilizzarlo invece per cercare nuove soluzioni di cambiamento.
Nell’ascoltare le sue parole ieri, ho compreso invece che egli sta cercando in tutti i modi di superare quello che per noi (e non solo per noi) è il vero ostacolo di sempre: la mentalità.
I moduli, il gioco spumeggiante, il centravanti, il falso centravanti, Diawara o Jorginho, il ritmo alto e i droni sono tutti aspetti importanti, ma a cosa servono se poi non riesci a stare concentrato per 95 minuti? A cosa servono se poi non hai voglia di vincere o di difendere il risultato per l’intera gara?
Il bel gioco non garba più nemmeno a Maurizio
Il bel gioco fine a se stesso nemmeno a Sarri garba più di tanto, nonostante i complimenti che piovono da ogni dove. Giocare a memoria, dare spettacolo, realizzare triangoli e diagonali perfette lasciano il tempo che trovano, se poi Bernardeschi può correre indisturbato per 40 metri di campo o gli concedi 5 metri per poter lanciare Zarate solo in area.
“Con la cattiveria ci nasci, ma se non ce l’hai puoi imparare a stare più attento e concentrato. E noi abbiamo difficoltà in questo senso”.
“Questa squadra ha meno punti rispetto a come gioca per colpe nostre” questa presa di coscienza, senza appellarsi a Higuain, a Milik, alla rosa troppo giovane, ai campi di patate e ai calendari troppo fitti l’ho apprezzata molto. E la nuova ricerca di mentalità e voglia di vincere deve essere il vero salto di qualità del prossimo anno.
Bagni e Bernardeschi
– Detto questo, per fare un esempio, in occasione del 2-2 dopo 50 secondi dal nostro vantaggio, se al posto di Zielinski ci fosse stato un Bagni, ora Bernardeschi non potrebbe rispondere ai complimenti in tv, ma sarebbe sulla linea del centrocampo a cercare i denti.
– Altro aspetto su cui difenderò Sarri è l’impiego dei giocatori nei tempi giusti. Prima Diawara, poi Rog, ora Maksimovic. Così come è accaduto per Mertens per adattarlo in quel ruolo così importante. Per settimane abbiamo criticato il mister per il troppo tempo trascorso prima di vedere questi calciatori all’opera che comunque sono stati pagati fior di quattrini. Ieri si è compreso il motivo per il quale per alcuni anche tre mesi possono non bastare. Il bel gioco di Sarri è frutto di miriadi di allenamenti sulla linea difensiva ed evidentemente prima di assimilare questi movimenti, che non sono solo “segui l’attaccante e non fargli toccare palla”, ma di spostamenti ripetuti per giorni e giorni di tutta la squadra, ci vuole il doppio o il triplo del tempo.
È imbarazzante infatti il divario che si è notato tra la difesa con Chiriches, solida e tranquilla, e gli attaccanti viola sistematicamente in fuorigioco, con quella con Maksimovic, apprensiva e disunita, con gli attaccanti viola sistematicamente dal suo lato.
Buon Natale e felice (insieme a noi) 2017, Maurizio. E ricordati che, al di là di tutto e delle critiche, tu comunque ci hai fatto vedere ‘o pallone overamente.
– Buon Natale a Tomovic che ieri si è travestito da Astori. Grazie lo stesso.
Tagliavento è più bello che bravo
– In questa partita di fine anno, come si fa a non menzionare il maestro Tagliavento? Un uomo che probabilmente avrebbe potuto fare qualsiasi mestiere meno che l’arbitro. È talmente il peggiore che in Italia giustamente sta facendo una lunga carriera. Nel suo curriculum ci sono perle ineguagliabili come il gol di Muntari, il fuorigioco di 12 metri di Caceres a Napoli, la partita delle manette di Mourinho, il 2-2 tra Fiorentina e Milan che estromise i toscani dalla Champions e via via fino alla gara di ieri in cui ha convalidato (non per colpa sua) il bellissimo gol di Insigne partito in fuorigioco e non ha espulso Kalinic già ammonito per una simulazione degna del miglior Dibiasi.
Avrei voluto vedere la Fiorentina con un uomo in meno per tutto il secondo tempo, ma Tagliavento è più bello che bravo col fischietto e quando c’è da prendere una decisione sbagliata, lui non si tira mai indietro. Buon Natale e felice 2017 in pensione, Paolo. È ora.
– Buon Natale al Calcio Italiano che non si smentisce, squalificando Lulic per i 20 giorni in cui il campionato è fermo. Non potrà vestire la maglia della Lazio mentre mangerà il capitone, né al veglione di Capodanno, né alla presenza della Befana del 6 gennaio.
– Buon Natale al Sassuolo che nelle ultime 35 partite ha fatto un solo punto…
Sky Juve in versione ridotta
– Un riflessione immancabile anche per i canali di Sky che per tutto l’anno ci propinano la Juve, gli allenamenti della Juve, i sondaggi sulla Juve, un’intervista al giorno per ciascun giocatore della Juve, le telecronache imparziali juventine e metà delle vecchie glorie bianconere a presiedere i salotti di discussione presentati dalla moglie di uno juventino. Ieri, con la mancanza dell’amata nella giornata di campionato, perché impegnata in Qatar per la Suoercoppa trasmessa dalla Rai, SkyJuve24 si è trasformata in SkyJuve7 con servizi, trasmissioni e Tg andati in onda in forma ridotta per assenza di argomenti.
Metà degli operatori di Sky ieri erano in ferie: Persino i replay della partita tra Fiorentina e Napoli sono stati mostrati col contagocce e il classico SkycalcioShow è durato un’oretta con tre telecamere in studio e tre ospiti striminziti e silenti prima di cedere la linea al documentario sulla riproduzione dei koala. Buon Natale a Doha e felice 2016, SkyJuve.
– Un pensiero è doveroso all’uomo sfortunato che ci ha conquistato e che si è impossessato del trono lasciato vergognosamente vacante in meno di 45 minuti. Buon Natale e strepitoso 2017, Arkadius. Non può che essere il tuo/nostro anno.
Buon Natale Dries
– Pensiero che voglio dedicare anche a colui che più degli altri è il simbolo di questa metamorfosi positiva. Accolto in quel ruolo con più di un naso storto ma che piano piano, con l’applicazione, l’immensa forza e i numeri da bomber vero ha dimostrato di poterci e doverci stare. Si è palesato come i sentimenti più nobili e profondi, esplodendo all’improvviso mentre pensavamo rammaricandoci ad altro. Pensavo fosse amore, invece era Mertens. Anche ieri ci ha fatto arricreare.
Buon Natale e fantastico 2017, Dries.
– Inoltre voglio ringraziare tutti tifosi azzurri ed in particolare coloro che dedicano un pizzico del loro tempo per dare un’occhiata alle mie consuete stramberie. Leggo tutto ciò che mi scrivete, nonostante non riesca più ad essere attivo nelle discussioni come un tempo, e sono felice di guadagnare la vostra attenzione a prescindere dalla simpatia o dall’orchite che provoco.
Per chi ci sarà, brinderemo insieme stasera al Vomero. Per chi non ci sarà, Buon Natale e felice ed azzurro 2017 a tutti voi.
– Ciao Ciro, l’ultimo pensiero è per te. Non eri un tifoso appassionato e patuto, ma ci tenevi a farmi sapere che ti piaceva passare di qui ogni “giorno dopo”. Mi mancherà la tua classica domanda quando ci incontravamo “e che si dice al Napolista?”. E mi mancheranno il tuo supporto e i tuoi consigli nei miei momenti di gravi carenze creative che solo tu riuscivi a capire. Grazie sempre.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata