Inamovibile lo scorso anno, oggi non più titolare. Grazie al calciomercato del Napoli. Anche se forse domani Jorginho sarà in campo a Cagliari.
Una domanda, ovviamente retorica: c’è caso Jorginho nel Napoli? Qualcuno avrà risposto, non ce n’era bisogno. L’abbiamo detto, è una domanda retorica. Ma non è questo il punto. Perché, rispondere a questa domanda vuol dire, in qualche modo, schierarsi in una fazione e scegliere di pensare e dire ed esprimere una’idea, una sensazione sul mercato del Napoli.
Ribaltare i pronostici
Jorginho non è più il regista titolare del Napoli, e questa è una “sorpresa” rispetto ai pronostici riferiti alla stagione in corso, rispetto a quello che ci ha detto l’annata 2015/2016. Sembrava che il centromediano tascabile fosse insostituibile. E invece, no. Prima di tutto, per una serie di contingenze tattiche e non che abbiamo spiegato in questi mesi. L’assenza di un riferimento offensivo puro, classico, che tenga unite e strette le linee e rappresenti sull’asse verticale per la regia dell’italobrasiliano. L’infortunio di Albiol. Lo scadimento di forma dello stesso Jorginho. Insomma, tutte cose giuste che hanno portato al giustificato cambio, con Diawara che pian piano si è preso il posto dell’ex Verona.
L’importanza di Cagliari
Ora, domani a Cagliari è una giornata importante in questo senso. L’ultima partita giocata da Jorginho è stata Napoli-Sassuolo. Che, in realtà a ripensarci, non è nemmeno tanto lontana nel tempo, lunedì scorso. Ma, cose del calcio, sembra passata un’era geologica. O, per dirla bene, è passata un’era sportiva. Sì, perché due partite “pesanti” come inter Inter e Benfica, giocate e vinte bene, sono un’era sportiva. Riempiono uno spazio ampio, dicono tanto. E dicono che questo Napoli, rabberciato in attacco eppure bellissimo, ha imparato a fare a meno di Jorginho.
Ecco perché quella in Sardegna è una partita importante. La scelta di Sarri, al di là del suo significato tattico, dirà che cosa Jorginho può ancora aspettarsi dal Napoli. Da questa sua stagione. Dal suo allenatore, che l’anno scorso ne ha fatto il miglior regista della Serie A e quest’anno ha trovato (altrettanto velocemente) il modo per sostituirlo. È pure questione di sostituto, certo, Diawara è un fior di giocatore.
Cambiare (in meglio) le cose
Ma il senso, turnover a parte, di un‘altra esclusione di Jorginho sarebbe chiaro e limpido. Non una bocciatura, ma una delegittimazione dai galloni di titolare. Un dimensionamento preciso come riserva. Poi, Sarri potrebbe anche decidere di cominciare da domani, a tentare di recuperare Jorginho. Ben venga, ci mancherebbe: il miglior Jorginho è una risorsa importante per questa squadra, soprattutto in vista del ritorno di Milik e quindi di un gioco aggregativo anche in avanti, di una squadra corta tra i reparti.
Come dire: anche Sarri risponderà domani alla domanda con cui abbiamo aperto il pezzo. Un mancato utilizzo a Cagliari vorrebbe dire che sì, c’è un caso Jorginho secondo l’allenatore. Un caso Jorginho tattico, perché la persona che sceglie come schierare il Napoli decide di non farlo più servendosi di Jorginho. Però, questo ci riconduce alla domanda di cui sopra. Che sviluppiamo meglio, in modo da capire insieme quello che vogliamo dire: il fatto che una squadra trovi dal mercato le risorse per quello che è un upgrade vero e proprio, è un caso? Cioè, deve essere vista come una cosa strana, particolare, o come una normale tappa di un progetto-processo di crescita?
Jorginho è un senso del mercato del Napoli
Ecco, rispondere a questa domanda vuol dire schierarsi. Vuol dire, in caso si risponda in un modo, credere che Diawara, già oggi, possa essere migliore di Jorginho e quindi titolare senza discussioni né ripensamenti. Vuol dire ammettere, in qualche modo, che il mercato del Napoli è riuscito a migliorare una squadra arrivata seconda in classifica in un ruolo nevralgico del campo. E della formazione titolare. Oppure, in caso di risposta opposta, vuol dire attendere, pensare che l’italobrasiliano possa tornare ad essere indispensabile per questa squadra. Quindi, dare di più di quanto oggi sta assicurando il guineano. Ci pare possibile, anzi è fattibile. Però, noi abbiamo la sensazione che questo “caso-Jorginho” sia in qualche modo positivo per il Napoli. Esattamente come il turnover Allan-Zielinski (con Rog in seconda battuta).
È una squadra che cresce, che innesta nuovi tasselli e che non deve avere paura di lanciarli. E di ammettere che sì, questa è la strada giusta. Migliorare la squadra titolare, anche lì dove sembra difficile se non impossibile. Non sapere come “catalogare” la situazione di Jorginho è solo un effetto collaterale di tutto questo. Di una squadra che studia per diventare grande.