ilNapolista

Guida ragionata per l’acquisto del nuovo centravanti del Napoli

Tutte le possibilità di mercato del Napoli in vista della finestra di gennaio. Serve un attaccante, ma come? È giusto acquistare solo per acquistare?

Guida ragionata per l’acquisto del nuovo centravanti del Napoli

Come ha scritto Massimiliano Gallo giusto qualche ora fa, Napoli è uno dei pochi posti al mondo in cui si parla di mercato all’indomani di una qualificazione agli ottavi di Champions. Tra l’altro, la terza in 90 anni di storia. Certo, l’ambizione deve essere quella di migliorare la squadra. Però, Napoli è vittima di due morbi molto gravi, difficili da debellare. La assoluta auto-convinzione napolicentrica, come se gli altri non esistessero; e l’idea che qualsiasi problema calcistico possa risolversi solo ed esclusivamente con il calciomercato. 

A tal proposito, ieri sera, Arrigo Sacchi ha detto: «Il calcio è una cosa seria, non si vince per caso. C’è bisogno di costruire una mentalità. Non è un acquisto il punto, un nuovo acquisto può anche turbare un equilibrio» Noi siamo ovviamente d’accordo, ma abbiamo anche scritto e quindi pensato che Gabbiadini non è un centravanti adatto al Napoli. E che, quindi, andrebbe sostituito. E qui, entrano in campo i due morbi di cui sopra. In che senso? Ve lo spieghiamo con questo pezzo, che – come si evince dal titolo – vi porterà per mano nel mondo dell’analisi di mercato oggettiva, senza luoghi comuni.

Della serie: noi abbiamo bisogno di un attaccante, noi vogliamo prendere un attaccante. Però, pensiamoci: chi? Come? In che modo? Con quale formula? Con quale promesse/premesse? Partiamo, vediamo dove arriviamo.

gabbiadini-chievo

Il destino di Gabbiadini

Si comincia da qui, dalla base. Il Napoli ha bisogno di un centravanti che possa sostituire Gabbiadini. E siamo d’accordo. Ma Manolo? Che si fa? Ce lo teniamo, lo vendiamo, lo diamo in prestito? Chissà. La nostra idea, su cui si baserà tutto il lavoro successivo, sta nell’idea che il Napoli acquisterà un attaccante quando riuscirà a cedere bene Gabbiadini. Quel “bene” identifica un’offerta adeguata al valore del calciatore, fondamentale perché il Napoli possa comprare quello che sarebbe il terzo centravanti del suo organico.

Sì, lo sappiamo: Gabbiadini non è un centravanti. Il Napoli ha commesso questo errore di mercato: considerarlo un centravanti. Anzi, cambiamo il verbo: preconsiderarlo come un centravanti. Ovvero, decidere di non acquistare il terzo centravanti in rosa (per un posto in campo) individuando in Gabbiadini un centravanti vero. Cosa che, almeno per gli schemi di Sarri, non si è rivelata vera.

Il partito del “Salvate Manolo!”

A Napoli, addirittura l’anno scorso (con Higuain!), c’era il partito del “Salvate Manolo!”. Come se Gabbiadini fosse un grande attaccante europeo e quindi avesse diritto a giocare. Nonostante il Napoli giocasse con una punta e in campo ci fosse appena Higuain. Nonostante il Napoli giocasse il miglior calcio d’Italia. Eppure, nonostante tutto questo, qualcuno consigliava di cambiare qualcosa per non depauperare il “patrimonio Gabbiadini”. Francamente, una follia. Quest’anno, quel partito è venuto un po’ meno nelle giunture. Non fosse altro, che per le brutte prestazioni confezionate via via da Gabbiadini.

I signori del partito di cui sopra, insieme ai ferventi sostenitori del “c’è bisogno di un centravanti”, devono farsi una ragione. Se il Napoli dovesse comprare un attaccante, lo comprerebbe solo dopo aver avuto la certezza di cedere Gabbiadini. Perché (ecco il napoli-centrismo), checché ne dicano i tifosi, nessun grande nome vuole fare la panchina a Napoli quando ha mercato. Né tantomeno si può giocare in dodici. Quindi, per un problema di convivenza, Gabbiadini non può rimanere con un altro attaccante di alto livello in rosa.

Ancora il Napoli-centrismo

In attesa di Milik, il Napoli potrà decidere di fare questo tipo di operazione. Oppure di acquistare un giovane (alla Simeone, per esempio), o comunque un calciatore di livello non eccelso (Zapata, o magari “un” Maxi Lopez, “un” Thereau), per alternarlo a Gabbiadini e tenerlo in panchina dopo. Cioè, per capirci: Kalinic, nonostante quello che pensino i tifosi partenopei (riecco il napoli-centrismo), non verrebbe a Napoli con l’idea di giocarsela con Milik, magari sapendo di partire in svantaggio. Così come non lo farebbe Immobile, come non lo farebbe Belotti. Forse, ma forse, l’avrebbero fatto in estate. A patto di investire una grossa cifra su di loro e di non acquistare Diawara, oppure Rog, oppure Maksimovic. Oggi, siamo certi, non lo farebbero. E non abbiamo parlato dei costi del cartellino, lo faremo dopo.

C’è un modo per ovviare a questi problemi? Certo che c’è: offrire al Kalinic di turno 4 milioni di euro l’anno. Così, la panchina, si accetta più facilmente. Pensate che questa possa essere una soluzione alla portata del Napoli? Non è così, per questioni di fatturato ed equilibri d’ingaggio interni.

Quindi, in conclusione. Il Napoli deve decidere se acquistare un terzo attaccante di basso livello, che accetti senza fiatare la panchina, per affiancarlo a Milik e Gabbiadini. Oppure, un buon attaccante, ma solo dopo la cessione di Gabbiadini. Volete quello scarso? Ovviamente no, ne volete uno forte. Ci sta, è giusto. Vediamo chi, allora. Sempre, però, dopo aver ceduto Gabbiadini. È bene ricordarlo.

 

Napoli

Pavoletti

I profili fattibili per il Napoli

I calciatori alla Benzema, Morata, Diego Costa & co. sono off-limits per il Napoli. Questione economica, certo. Ma anche questione di panchina, il discorso di cui sopra. Prendiamo un Batshuayi, in uscita dal Chelsea in prestito. Verrebbe a Napoli a giocarsi il posto da titolare con Milik o andrebbe, per esempio, allo Swansea a fare il titolare inamovibile? O magari al Celta Vigo, allo Sporting Lisbona, al Bayer Leverkusen. Luoghi in cui riceverebbe un’accoglienza importante, club in cui avrebbe la maglia stampata col 9 e il nome dietro tre settimane prima. Napoli non può offrigli questo, perché di rientro dall’infermeria c’è un signore che è stato pagato 33 milioni di euro e che ha dimostrato di poter fare il titolare in questa squadra. E che, presumibilmente, riguadagnerà quel posto al suo rientro.

Quindi, passiamo ad altro. E qui citiamo Sarri, ieri sera: «Per me, si va avanti con Gabbiadini fino a gennaio». Sarri, lo scriviamo grande, NON HA RAGIONE. Nel senso: c’è qualcosa di meglio, sicuramente. Ma chi? In che modo? Pavoletti? Pavoletti, esatto. Qui ci viene il dubbio. Il nome più caldo di queste ore è quello del centravanti del Genoa, tanti gol nelle serie inferiori e pure in Serie A. Venti milioni al Genoa, o giù di lì, e una nuova avventura. La differenza con Gabbiadini, a livello di qualità assoluta, è però minima. Quella di aderenza al gioco di Sarri è tutta da verificare. 

Acquistare solo per farlo

E allora, la nostra domanda è la seguente: posto in calce che il Napoli ha bisogno di un centravanti, un investimento come quello per Pavoletti, per un calciatore come Pavoletti, ha senso? Pavoletti saprebbe adattarsi agli schemi di Sarri? In virtù di tutto questo, Pavoletti migliora davvero la situazione o il Napoli acquisterebbe solo per acquistare? Ecco, è proprio in questo tranello che il Napoli non deve cadere. Perché scommettere su “un” Milik è una cosa, farlo a gennaio su “un” Pavoletti è un’altra.

Si potrebbe puntare al grande nome, ma qui rientra in campo il discorso del napoli-centrismo. Chi acquistare? A quale prezzo? Immobile, ora, vale 30 milioni. Belotti, secondo la sua nuova clausola, oltre 100. Kalinic è l’unico attaccante di un certo livello della Fiorentina, il fatto che i viola chiedano almeno 30 milioni è sacrosanto. Noi, a questo tipo di investimento, diremmo ovviamente sì. Ovvero, un attaccante in grado di giocarsi ad armi pari il posto da titolare con Milik. Quest’anno, l’anno prossimo, quello dopo ancora. Come nelle grandi squadre, dove ci sono due centravanti paritetici o quasi. Ma, in questo momento, a gennaio, chi cede al Napoli un grande nome? E quale grande nome accetta il Napoli a queste condizioni?

9b98d

Sebastien Haller

Un nuovo Milik

Chi scrive suggerirebbe la soluzione alternativa. Il giocatore poco conosciuto, almeno in Italia. Willian José, 7 gol in 12 partite con la Real Sociedad. Oppure Timo Werner, 20enne del Lipsia capocannoniere della squadra in testa alla Bundesliga. O Sebastien Haller, 22enne attaccante francese del Twente. Profili europei, scommesse internazionali, giocatori che accetterebbero di venirsi a giocare il posto, la grande occasione in un club da Champions League. Giovani già affermati, ma non ancora conosciuti ai grandi media. Come Milik, meno o forse più di Milik. Costerebbero comunque 25 milioni. È a questi giocatori, che il Napoli può e deve aspirare. O a un profilo come Pavoletti, che – allo stesso modo – non sai cosa potrà dare. E cosa potrà portare in futuro. 

Quando la possibilità di acquistare un grande nome, come Kalinic, non è praticabile, bisogna per forza investire così. Rischiando, come fatto con Milik. E il Napoli è stato criticato. Ma gli è andata bene. Rischiando, come fatto con Gabbiadini. E il Napoli è stato criticato, ed è andata male. Eppure, nonostante le critiche, non c’è altra via. Non c’è altra scelta.

Oppure Muriel

L’altra possibilità, più suggestiva, è un profilo tatticamente “particolare” come quello di Muriel. Centravanti atipico, che verrebbe a giocarsi il posto volentieri con Milik e con ampi margini di crescita futura (nonché di integrazione, non solo di subalternità, con il polacco).

L’arte della contestualizzazione

Per chiudere: la ricerca di un centravanti che vada bene per il Napoli, come vedete, presenta grossi rischi comunque. Parlare a cose fatte (qualcuno, in estate, avrebbe avallato la cessione di Gabbiadini per avere in cambio Belotti e presentarci in attacco con due 22enni?) vale poco, esattamente quanto criticare a prescindere. Oppure pensare che tutto, a Napoli, dipenda solo dal Napoli. E non dal mercato, dalle cifre, dalle esigenze delle altre squadre. Il Napoli ha bisogno di rischiare, e sinceramente ci sembra più giusto un profilo alla Milik, quei ragazzi di cui sopra, o al massimo alla Muriel, rispetto a un Pavoletti. Il rischio, in un caso del genere, è calcolato. Perché c’è la possibilità di rientro, economico e tecnico. Perché le squadre che vogliono diventare grandi fanno così. Hamsik viene dal Brescia, Suarez è arrivato al Liverpool passando da Ajax e Groningen, Drogba è passato dal Marsiglia al Chelsea. E noi siamo il Napoli.

Contestualizziamoci, anche sul mercato. La nostra guida è tutta in questa frase qui.

ilnapolista © riproduzione riservata