Higuain al Corriere della Sera: «Non vado in giro con la scorta, avevo già deciso di non esultare in caso di gol al Napoli»
L’intervista al Corsera
Torna a parlare Gonzalo Higuain. Lo fa in un’intervista (lunga, piena di quotes) al Corriere della Sera. Parla di tutto, Gonzalo: della sua nuova esperienza, delle vicissitudini che l’hanno colpito, delle difficoltà della sua estate. Di Napoli, però, poco. E solo in funzione del gol realizzato contro gli azzurri nel match dello Stadium, e della sua mancata esultanza. «Sono stato educato in un certo modo e avevo già deciso prima della partita di reagire così. Non vuol dire che non volevo vincere. Però sono un uomo che non dimentica quello che ha fatto e quello che ha ricevuto. E a Napoli mi hanno dato tantissimo e mi hanno fatto crescere. È stato un segno di ringraziamento alla squadra, all’allenatore, ai tifosi. Dopo la partita hoesultato con quelli della Juve, perché lo meritano anche loro per il rispetto e l’amore che mi stanno dando».
La meningite
Higuain parla apertamente anche della malattia che l’ha colpito quando era neonato. «Ho avuto la meningite a dieci mesi – spiega -. Non mi hanno raccontato tutto, ma è stata una cosa grave. Grazie ai medici e alla mia famiglia ne sono uscito bene. Dopo questa esperienza, il rapporto con mia madre è speciale». Sulle sue condizioni di forma, le critiche per il peso: «No, non mi infastidiscono. Ma se qualcuno ha dei dubbi può chiedere i dati fisici al preparatore, che è molto contento del mio lavoro»
Gli approcci alla Juventus, il primo gol, la storia della scorta
Il gol contro la Fiorentina, una liberazione? «Ho fatto più di 300 reti in carriera, non era una liberazione. Ma è stata un’estate dura. Mi hanno massacrato. Hanno detto che stavo male e tante altre cose. Poi sono entrato, ho segnato e per tutti ero in grande forma. Questo a volte non lo capisco proprio». La storia della scorta: «Zero, non è vero. Dirlo è una cosa che non ha fondamento, una mancanza di rispetto totale. Mai avuta una scorta nella mia vita. E mai ce l’avrò. Ma le bugie hanno le gambe corte. Come non è vero delle minacce: mai ricevute». Il rapporto con Allegri: «Tranquillo, ci stiamo conoscendo. C’è molto rispetto».
Gli obiettivi in bianconero, la stagione, la classifica cannonieri
Dzeko e Icardi in fuga: «Se non li riprendo non succede nulla. L’importante è vincere il campionato, sono qui per questo. Poi se faccio tanti gol, è molto meglio. Ma per fortuna ho superato il record di 35 reti, che resisteva da 50 anni». Per migliorare in Champions: «Dobbiamo migliorare tanto nel modo di giocare, perché abbiamo calciatori fortissimi per poterlo fare. E dobbiamo scendere in campo sempre con l’atteggiamento giusto. Al contrario di quello che abbiamo fatto col Genoa». La Juventus e la voglia di vincere: «Sono qui per conquistare il campionato, ora abbiamo quattro punti di vantaggio e dipende solo da noi. In ogni caso, siamo l’unica squadra d’Europa prima in campionato e in Champions: non mi sembra poco. Qui ci sono giocatori che hanno vinto tanto eppure ancora hanno questa fame di vincere ancora. È una cosa che ti contagia e ti dà la voglia di migliorare ancora. Vedere Buffon o Barzagli dare tutto per il calcio fa la differenza: è questa la mentalità che ti porta lontano».