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La nuova psicosi di massa si chiama Real Madrid

Ormai la parola Real ha sostituito ciao. Intanto, il Napoli segna cinque gol, una manita. E Mertens ne fa quattro come Butragueno.

La nuova psicosi di massa si chiama Real Madrid

Il mio Napoli – Torino 5-3

– Real, Real, Real, Real…
– Da una settimana, in ogni luogo, in qualsiasi momento, che sia dall’elettricista, al supermercato o a casa di amici, ho sentito più la parola “Real” che “Ciao”.
– Improbabili voli Napoli-Madrid di 16 giorni con 7 scali in giro per il mondo per risparmiare il trasporto del bagaglio a mano; fantomatici biglietti acquistati su siti uzbeki per assistere alla partita in un settore non ben definito del Bernabeu sott’acqua, in piedi e al buio; telefonate per avere informazioni sui migliori hotel della capitale all’amica di Pamplona che hai conosciuto in un villaggio Valtur ad Agadir nell’estate del 2002 con cui vi salutaste “ci rivediamo presto, mi raccomando, non perdiamo contatto, se hai bisogno, per qualsiasi cosa…” e che dal Natale del 2002 non vi sentite più; ricordi dettagliati riguardo il pranzo, le condizioni meteo ed ogni singolo minuto di quel mercoledì di settembre di 29 anni fa antecedente all’esordio in Coppa Campioni; l’idea che Hysaj annichilirà solo col ciuffo Cristiano Ronaldo; l’idea che il Napoli strapazzerà il Real, ecc. ecc.

Non si parla d’altro

– In questi giorni il Real Madrid ha creato una psicosi di massa più della mucca pazza.
A Napoli non si parla d’altro.
– Siccome trovo inopportuno soffermarsi su un evento lontano 2 mesi in cui si possono perdere facilmente energie mentali e fisiche e siccome temo fortemente che questo possa condizionare il nostro percorso in campionato, in questo articolo la parola “Real” sarà bandita e non si faranno accenni, né riferimenti intrinsechi riguardo a quella partita. Stop.
– Specie in questo momento in cui c’era da affrontare finalmente una squadra di calcio dopo Inter e Cagliari.
– Il Napoli non ha bisogno di ulteriori pensieri, e la partita col Torino ha chiaramente palesato quanto la mano di Gullit abbia influito sui piedi e la testa nostra e dei nostri azzurri.
– Il Real è ovunque. In qualsiasi momento. È diventata una ossessione. Fermiamo tutto.
– Il Napoli è sceso sul prato del San Paolo con l’ennesimo capolavoro di design che ultimamente ha portato fortuna. Dalla nostra postazione in piccionaia della tribuna Nisida a stento si è riusciti a distinguere la fascia azzurra trasversale in stile Peru e, con un po’ di fantasia, quella maglia bianca ha rievocato formazioni epiche oltre i Pirenei. Con un po’ di fantasia, quella maglia fa molto Real.
– Se a quella maglia aggiungiamo la forma straripante di Insigne, la classe di Hamsik, il dinamismo di Zielinski, la sagacia di Calle, la mostruosità di Mertens, i forsennati ritmi ritrovati di Jorginho e una difesa che segna e che fa segnare, allora anche la squadra fa molto Real.
– Se poi aggiungiamo 3 gol in 10 minuti, azioni fulminanti, uno strapotere fisico, tecnico e tattico, un avversario completamente schiantato in uno stato di perenne confusione e altri 3 gol che potevano ingrossare il tabellino del primo tempo,  allora ci potremmo definire Real Napoli.

I 45 minuti più intensi degli ultimi anni

– Forse esagero, ma i primi 45 minuti di ieri sono stati i più belli e intensi degli ultimi anni. Forse secondi solo ai 44 di quel Napoli Real.
– Il Napoli è sembrato giocare in 18 e sul 3-0, il vicino di posto di giornata ha urlato in trance: ma che è, ‘o Real?
– Dopo il 3-0 il Napoli ha continuato ad attaccare come se in campo ci fossero Ronaldo, James, Benzema e Bale.

Mertens come Butragueno

– Il mattatore è stato quel centravanti adattato che da qualche partita gioca meglio di un centravanti.
– 4 gol di Mertens: uno da vecchio avvoltoio dell’area; uno su rigore; un altro da scaltro opportunista e l’ultimo da pazzo, folle, irriverente, incosciente. Roba da Buitre.
– Non ricordo 4 reti al San Paolo realizzate dallo stesso piede.
 – 7 gol in 2 partite. A un certo punto l’ho visto scamazzare al suolo senza rialzarsi dopo un contrasto. Nulla di grave, doveva riposarsi. Aveva esultato troppo.
– Nanni Moretti e Rossettini hanno di colpo rivalutato la prova di Ceppitelli del Cagliari che era stato annientato la settimana scorsa.

Senza Hart, ne avremmo segnati dieci

– Oltre le mirabilie del belga, in fase di attacco tutta la squadra è risultata incontenibile. In alcune tratti, abbiamo visto fare il torello al Toro. Azioni lunghe ed avvolgenti 25/30 passaggi prima di arrivare al tiro. Hart in alcune circostanze ci ha messo una pezza, altrimenti, se ci fosse stato Padelli, avremmo finito in doppia cifra.
– Hart ha avuto nostalgia di Manchester, Belotti del pollaio, Ljaic di Delio Rossi e Sinisa di quando era giocatore, perché mai avrebbe immaginato uno scenario del genere. A fine primo tempo, l’ho visto pietrificato davanti la panchina con lo sguardo inorridito e perso nel vuoto come se gli fossero apparsi i baffi di Buffon.
– Per alcuni ha sbagliato formazione e Zappacosta al posto di Iago Falque è stato un errore enorme. Concordo, perché avrebbe dovuto anche estromettere Belotti e Ljaic per far posto a Policano e Pasquale Bruno.
– Ualdifiori aveva voglia di riscatto e desiderio di dimostrare quanto Sarri si fosse sbagliato sul suo conto. Ualdifiori ha esalato l’ultimo respiro dopo 4 minuti. Per i restanti 41 ha sciattichiato in una lunga agonia in attesa dell’intervallo prima di farsi ricoverare in un reparto a piacere del Loreto Mare.

È riuscito lo schema su calcio d’angolo

– Il fatto che ha presagito una giornata speciale è che dopo più di 500 giorni è riuscito lo schemino da calcio d’angolo da cui è scaturito il primo gol.
– Il secondo fatto che ha presagito una giornata speciale è la concessione del primo rigore dopo quello realizzato da Andrè Cruz nel 96.
– Il terzo è il coast to coast di Chiriches e il quarto è il primo dribbling secco della carriera di Calle. Quando ha ridicolizzato Nanni Moretti che si è fatto ammonire. Il quinto è il primo tiro in azzurro di Giaccherale, che fa rima con Bale.

Le note negative

– Le note negative si sono registrate in difesa. 3 gol evitabilissimi e non solo. Il primo è nato da un disimpegno superficiale di Reina che ha regalato una palla pericolosa dopo un rinvio corto. In seguito ad un rimpallo, Belotti ha castigato. Il secondo è frutto di un netto fallo di Rossettini che ha tirato quando il pallone era già in possesso del nostro portiere. C’è da dire però che la punizione di Ljaic, da cui è scaturito il gol, l’avrebbe bloccata anche Padelli. Il terzo è un regalo di Doveri che ha concesso un rigore per gioco pericoloso ingenuo di Albiol. Un rigore che probabilmente non sarebbe stato fischiato nemmeno alla Roma.
A questi, bisogna aggiungere una marea di errori in fase di costruzione da parte di tutti gli elementi difensivi che a turno hanno giocato in maglia granata. Dimenticando la merengue.
– Se poi fai 5 gol in un sol colpo, 13 in 3 partite, 3 vittorie consecutive, miglior attacco e terzo posto a un punto dal secondo, numeri da Real, allora anche gli errori grossolani diventano semplici dettagli da limare.
– Abbiamo fatto la manita. Che casualmente è un termine spagnolo.

Chi sarà il vice Mertens?

– Due domande mi frullano nel cervello: ma Sergio Ramos farà la stessa fine di Ceppitelli e Nanni Moretti?
Sarà Pavoletti o Milik il vice Mertens?
– A proposito di Pavoletti, pare che abbia già preso a casa a Napoli. Speriamo non sia la stessa di Sinisa, che poi è la stessa di Soriano, Klassen, Witsel, Tolisso e Paolo Rossi. È sfitta da decenni, è umida e puzza di chiuso.
– Oggi iniziano i lavori al San Paolo. Ecco spiegato il motivo del mancato miracolo di San Gennaro.
Domani c’è la messa per Ualdifiori, ci andiamo?
– Giusto per la cronaca, non perché ne voglia parlare, ma il Real ha vinto 4-2 ai supplementari contro la versione umana della New Team di Hollj e Benji, ed è campione del mondo. Insomma, Madrid chiama, Napoli risponde.
– Quindi tutti d’accordo: non si parla del Real fino al 15 febbraio. Ci ritroviamo venerdì per commentare l’ultima partita e per gli auguri di fine anno. Ciao. Anzi, Real!
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
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