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È il pressing del Napoli all’82esimo a dirci che è cambiata la mentalità

È il minuto della domenica: a Cagliari come a Torino. Una giornata che ha detto molto di questo campionato.

È il pressing del Napoli all’82esimo a dirci che è cambiata la mentalità
L'esultanza di Insigne e Mertens a Cagliari (foto Cuomo)

’A tavula ’mbandita

Le cose più importanti e significative della domenica di serie A arrivano al minuto 82. Ottantadue: ‘a tavula ‘mbandita. La tavola apparecchiata. E escono sulle ruote di Cagliari e Torino. Al minuto 82′ di Cagliari-Napoli, la squadra di Sarri è già sullo zero a cinque. Ha stradominato in lungo e in largo, giocando un calcio d’alta scuola che rispetto al recente passato è diventato anche tremendamente proficuo. E ribadiamo, per tutti quelli che ancora blaterano sulla vicenda attaccante, che ciò che è cambiato rispetto al recente passato non è l’attaccante ma la mentalità, la cattiveria.

Il pressing sul 5-0

A dircelo è proprio il minuto ottantadue. Il Cagliari sta effettuando un giro palla in difesa. Il Napoli di qualche tempo fa su un simile risultato a poco dal termine starebbe trotterellando in mezzo al campo e invece nel Napoli odierno Callejon e Insigne partono affamati in pressing e Giaccherini, subentrato a Mertens, fa lo stesso andando a recuperare e mettere sul fondo un pallone innocuo ma significativo.

Il segnale della trasformazione

È quello il segnale più grande della trasformazione degli uomini di Sarri. Il famoso clic nella testa. Quel pressing agguerrito all’82’, quando il Napoli dopo aver banchettato lucullianamente vede ancora la tavola imbandita, è l’indicatore più significativo del cambiamento di mentalità, di consapevolezza, del processo di maturazione di una squadra che venti giorni fa, a stomaco pieno, non avrebbe mosso un dito per andarsi a prendere quel pallone nella metà campo sarda.

A Cagliari come a Torino

A Torino invece, al minuto 82′, la tavola è ancora imbandita perché nel derby sono sull’uno a uno e la Juve sta soffrendo contro un Torino gagliardo che prova a mettere le mani nel piatto. Mihajlovic ha da venti secondi effettuato un triplice cambio con l’intento di dare un segnale forte in tal senso ai ragazzi. Ci crede. E vuole che ci credano anche i suoi. Per sua sfortuna però un lancio dalla trequarti raggiunge Higuain.

Higuain azzanna la preda

Al minuto 82′, ‘a tavula ‘mbandita, a uno come Higuain è meglio che non gliela fai vedere. Non a caso lo chiamano el gordo. Il Pipita fa valere tutta la sua esperienza: approfitta che a marcarlo ci sia un ragazzino di diciott’anni, Barreca, cerca l’appoggio col corpo e lo trova, si gira sul piede perno e poi azzanna con cattiveria inaudita la preda. In un attimo sulla tavola non c’è più nulla perché poco dopo la Juve, che storicamente nonostante le vittorie non è mai sazia, fa anche tre a uno con Pjanic. Finisce così una domenica molto significativa per il campionato, che ci ha detto che quando la tavola è imbandita, se alla fine vuoi festeggiare, devi sempre avere fame. È quello il primo requisito per costruire ogni genere di vittoria. E di abbuffata.

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