Napoli-Spezia rivista in chiave Rai, quindi Sanremo. Giaccherini-Giacchejon, le sostituzioni mancate e la grande serata di Rambo Rambaudi
Il mio Napoli – Spezia 3-1 (Coppa Italia)
– Non avevo contatti con la Rai dal Sanremo in cui vinse Ramazzotti, mentre noi facevamo il tifo per il Clarinetto di Renzo Arbore.
– “Adesso tu” cantava Eros, “Adesso loro” avrà pensato Sarri schierando una formazione zeppa di seconde linee.
– Molto deluso dalla televisione di Stato per la telecronaca di Bizzotto. Uno che non si lascia trascinare dalle proprie opinioni, non è un finto esperto di meteorologia, né di medicina sportiva e che raramente propina chicche di gossip. In pratica, come era un tempo, non fa il tifoso, ma racconta semplicemente la partita, ponendo l’enfasi solo quando non se ne può fare a meno.
Può piacere o meno, ma non ha lasciato spiragli a battute o critiche di parte.
– Per fortuna, Rambo Rambaudi, in un paio di occasioni, ha risollevato l’ignoranza e ha dato un senso al canone.
Il compleanno di Sarri
– L’immagine più significativa prima del match è quella del mister che festeggiava il compleanno da un attico del San Paolo, senza champagne, ma con una cenetta a base di finocchi. Era squalificato a causa dell’ “ortaggioso” diverbio con Mancini dello scorso anno.
– In campo si sono visti Calzona a sostituirlo, Rafael che non giocava dal successo di Cocciante con “Se stiamo insieme”, Rog e Giaccherini che hanno esordito da titolari, Maksimovic di cui si erano un po’ perse le tracce al fianco del rientrante Albiol, Maggio e Strinic difensori di fascia, Zielinski e Diawara di nuovo negli 11 iniziali e Gabbiaridi e Insigne a completare l’attacco.
Figlio di quel Pairtto
– Il direttore di gara è stato Pairetto. Sì, Pairetto. Figlio di quel Pairetto. Figlio di quell’arbitro che fu condannato a causa di Calciopoli. Luca ha esordito magicamente in Serie A a soli 29 anni, dopo aver bruciato velocemente tutta la trafila dei campionati dilettantistici. Suo fratello, Alberto Pairetto, invece è diventato collaboratore della Juventus. Chiaro, no?
– Nemmeno il tempo di bestemmiare Di Carlo che ci ha ricordato la vittoria del Vicenza in Coppa Italia contro il Napoli, l’inizio della fine, in cui Montefusco non fece giocare Beto e Caccia colse il legno nei supplementari, che Zielinski, in seguito ad uno scambio con Insigne ed approfittando di un movimento aprivarco di Gabbiaridi, è entrato in area di forza e ha piazzato il pallone nell’angolo. 1-0.
La Oxa avrebbe cantato questo gol con “Senza Pietà”.
– Il Napoli, pensando ad una passeggiata, ha giocato come il gatto col topo: ha controllato e ha atteso il momento giusto per affondare. Auto palo di un difensore ligure preoccupato di anticipare Insigne, zuccata di Zielinski parata e tiro a giro senza che ne menzioni l’autore fuori non di molto. Queste le azioni più pericolose.
Nomi e cognomi
– Lo Spezia, ben ordinato, per mezz’ora si è distinto solo per i nomi dei propri calciatori: Migliore, Maggiore, Piu, Piccolo e Terzi. Infortunati: Positivo, Meno ed Ottavi.
– Nell’ultimo quarto d’ora, gli azzurri hanno pagato la presunzione e l’accademia. Si è cominciato a giocare ai ritmi in cui Inler era maestro e siamo andati sotto: tiro di Maggiore da lontano deviato in angolo e tiro di Piccolo da una respinta di Rafael, deviato, che si è insaccato alle spalle del nostro estremo difensore. 1-1
Per restare in tema, ho gridato “per Elisa” per non scomodare qualche madonna.
– Successivamente, ancora Piu ha impegnato Rafael con un diagonale.
– Nell’intervallo ho pensato a Morandi, Tozzi e Ruggeri e al “Si può dare di più” e mi è sembrato logico l’impiego nel secondo tempo di bomber Tonelli per cercare di sbloccare la partita.
– Nella ripresa il Napoli è entrato deciso a sbrigare la pratica quanto prima possibile: bel diagonale di Gabbiaridi terminato a pochi centimetri dal palo e tiro di Insigne bloccato da Chichizola.
Tenerezza e tristezza
– Mentre le bestemmie per Giaccherini ormai avevano preso il sopravvento, ed era imminente l’ingresso di Calle, ecco che in due minuti è finita la partita: lancio classico di Insigne per Giacchejon, che finalmente si è ricordato di essere stato un calciatore in passato, e tiro al volo bellissimo 2-1. Felicità.
– Mentre qualche mugugno stava investendo Rog, ed era imminente l’ingresso di Hamsik, ecco che il croato sulla fascia destra ha devastato un paio di avversari e con un colpo dolce ha servito l’accorrente Gabbiaridi che alla Hjsay ha segnato a porta vuota. 3-1. Game over.
– Gabbiaridi, tre gol in tre partite, mi ha fatto tenerezza e tristezza. Se ne andrà nel suo momento Migliore, col suo sorriso Migliore. Lo vedrei bene come protagonista del video dei Pooh per “Uomini Soli”, ma forse “Ti lascerò” è più adatta.
Chi Piu chi meno
– Giaccherini, Rog, un buon intervento di Maksimovic ed è qui che Rambo Rambaudi ha dato il meglio di sé con una perla improvvisa: ora dobbiamo solo aspettare una grande giocata di Maggio.
Temo fortemente che sia ancora lì, al freddo e al gelo del San Paolo.
– Ancora Rambo, dopo un angolo avversario: il Napoli deve stare attento perché se subisce gol ora si riapre la partita.
Tempo due secondi, non di più, e lo spezzino sfiora il gol di testa. Io l’avevo vista dentro.
– Non accade Piu nulla, a parte l’ingresso e l’esordio di Pavoletti. Giusto il tempo per divorarsi una rete facile facile dando vita a qualche maligno che si è già espresso così: qual gol lo avrebbe fatto anche Gabbiadini di destro.
– Qualcuno si è confermato come Zielinski, qualcun altro si è visto a sprazzi e altri sono da rivedere, ma lo Spezia è stato liquidato e il turno superato. Ci avviciniamo alla fase Piu dura e notoriamente Piu difficile per noi. Si scateneranno i soliti Fiumi di Parole, ma tra poco si inizierà a cantare sul serio. Sanremo è vicina. Sarà quel che sarà.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca