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I cinque gesti tecnici di Napoli-Sampdoria: Insigne e Callejon, Muriel e Regini

Il match di ieri sera in pillole: per il Napoli, le giocate a supporto di Insigne e Callejon. Per la Samp, l’ex Regini e Muriel, ma anche un ragazzo che farà parlare di se: Patrik Shick.

I cinque gesti tecnici di Napoli-Sampdoria: Insigne e Callejon, Muriel e Regini

La chiusura di Regini

Vasco Regini, una meteora nei suoi sei mesi a Napoli. Anzi, neanche, perché di fatto non l’abbiamo mai visto. In realtà, si tratta di un buon giocatore, che alla Sampdoria ha trovato una sua dimensione. E qui lo dimostra appieno. Giocata classica di Insigne a pescare il solito taglio di Callejon, sembra tutto facile come al solito. Invece no, perché Regini segue lo spagnolo e con perfetta scelta di tempo lo anticipa, arpionando il pallone praticamente con il tacco. Un intervento che vale quasi un gol.

 

L’azione di Schick

A Torino, nella partita che fece coniare a Gianluigi Trapani il termine “Scansdoria”, fu probabilmente troppo bistrattata la scelta di Giampaolo di lanciare titolare Schick in attacco. Prima di tutto perché il giovane ceco un gol alla Juve lo fece, in secondo luogo perché, di nuovo dal primo minuto stasera, si è reso autore di una gran partita. E di una gran giocata che ha propiziato lo 0-1. L’uso del fisico per beffare Chiriches è perfetto, la proprietà tecnica a dispetto della stazza non manca vista la conduzione di palla e la scelta di tempo per il cross, che se Hysaj non avesse mandato dentro sarebbe stato probabilmente convertito ugualmente da Quagliarella. Questo ragazzo farà parlare di sé, credeteci.

 

La sponda di Callejon

Lezione di inserimento e scarico all’indietro per il compagno a rimorchio. Spiega il professor José Maria Callejon. La lettura dello spazio da attaccare quasi non fa più notizia, il tocco per Mertens è di una naturalezza tale da sembrare semplice, invece non lo è. Palla ammortizzata alla perfezione e coi giri giusti. Ma il belga scarabocchia il diagonale e rovina un’azione da manuale.

 

L’assolo di Muriel

Peccato difetti la continuità, al colombiano. Perché quando è in giornata può fare a pezzi qualsiasi difesa e per di più può riuscirci da solo, senza aiuti. D’accordo, l’Hysaj visto stasera non era irresistibile ma viene saltato con facilità imbarazzante. Zielinski ha appena il tempo di abbozzare il raddoppio ma viene sverniciato, Tonelli prova a stare con lui ma anche lui può poco o niente. Reina, per fortuna, questa volta è decisivo davvero.

 

Il no-look di Insigne

Partita difficile e complessivamente insufficiente per il numero 24. Che però si riscatta parzialmente in un finale che lo vede più coinvolto. E in cui regala un pezzo di bravura. La palla di Zielinski è stupenda, la scelta più logica sarebbe metterla giù per provare a puntare il difensore o magari cercare una conclusione da buona posizione, anche se con angolo di tiro non proprio ottimale. Invece, con grande visione periferica, intuisce prima di tutti il rimorchio di Hamsik e guadagna un tempo e mezzo di gioco dandola all’indietro, non con il sinistro, come un comune mortale (e già sarebbe stato comunque difficile), ma con il destro, guardando da tutt’altra parte e per giunta con l’esterno. Con un dosaggio perfetto. Puggioni si veste da superman, ma può solo rinviare di qualche minuto la capitolazione definitiva.

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