L’incontro a Castel Volturno tra Sarri e Baraldi potrebbe aprire le porte di una collaborazione tra calcio e pallanuoto. Con la benedizione commerciale di Sky.
Il calcio scopre la pallanuoto
Il calcio scopre la pallanuoto. Era ora, sospira il vecchio cronista che si batte per questo da sempre. Ma non è finita qui: un giorno all’improvviso tra Maurizio Sarri e Fabio Baraldi, il Milic con la calottina da campione europeo che segna gol a grappoli per la Canottieri Napoli, è scoppiata un’amicizia che può rendere possibile un patto operativo tra i due sport più popolari a Napoli. Cenerentola, insomma, ha ritrovato la scarpetta prima della fatidica mezzanotte.
Sarri e Baraldi
Cosa è successo? Niente ancora ma molto potrebbe accadere. In sostanza, Baraldi ha bussato alla porta di Castelvolturno per difendere il suo sport “poverello” e ad aprirgli le porte è stato il tecnico di Bagnoli che ha sciacquato i panni nell’Arno. E che ancora una volta ha dimostrato di essere un professionista dello sport, non solo un grande allenatore di calcio. Nella combinazione entra anche Sky e questo rende ancora più succosa la minestra. Era ora. All’incontro di ieri, nell’ufficio del tecnico, c’era anche Maradona che ha dato la sua “benedizione”. È pronta la fiction? Il futuro è tutto da scrivere, ma non stiamo vendendo fumo.
Il presidente della Canottieri
In queste ore Baraldi informerà il presidente della Canottieri e, come si dice nelle reazioni diplomatiche, seguirà pranzo. Achille Ventura, per ora non fa commenti ma si convince sempre di più che il vero bolide non è il siluro con il quale ha stabilito il record mondiale volando da Napoli a Capri con ritorno nel “suo” porticciolo al Molosiglio, ma la poderosa macchina da gol che ha messo insieme alla Canottieri Napoli. Il presidente-pilota con il sorriso dell’intrattenitore se ne è convinto e in questi mesi di leadership è diventato il più passionale tifoso e, dice lui ma è una frottola, anche un grande competente di pallanuoto. Prima aveva visto appena qualche partita, ma bisogna dargli atto che di record se ne intende e chi sa che non abbia ragione.
Sette giovani della Canottieri in Nazionale
Nel dubbio badiamo ai fatti. Che, come si sa, sono ben altra cosa rispetto alle opinioni. Il “sogno” di un abbinamento con il calcio apre prospettive inaspettate, ma c’è ancora un’altra novità. In questi giorni il ct Sandro Campagna riunisce, nel complesso di Monterusciello che è giusto valorizzare anche in considerazione della cattiva “vecchiaia” della Scandone, riunisce per uno stage i giovani che sono nell’anticamera della Nazionale o, come Sandro Velotto, ne fanno già parte per meriti acquisiti. Ventiquattro i convocati, ma, di questi, sette appartengono al favoloso vivaio della Canottieri Napoli.
Sette giovani atleti, un patrimonio in tutti i sensi. Ricordiamo i nomi: Veltto, naturalmente, e dietro di lui Umberto Esposito, Vincenzo Dolce, Eduardo Campopiano, Gaetano Baviera, Antonio Maccioni e, dulcis in funto, Massimo Di Martire, figlio di Fulvio e fratello di Giampiero che già bussa alla porta. E ha quattordici anni. Sette azzurrini: se la memoria non ci tradisce solo ai tempi del settebello rarinantino si era arrivati a tanto. Ma allora la concorrenza era meno agguerrita mentre oggi è spietata. E qui sta il piccolo grande capolavoro compiuto in questi anni da Paolo Zizza, Mario Morelli, Poppi Tartaro e Enzo Massa.
Carlo Franco ilnapolista © riproduzione riservata