Ho digitato Pescara sul mio IPhone, mi è uscito scritto “3 pere”. La partita in cui Insigne è entrato in area e non ha provato il tiro a giro.
Il mio Napoli – Pescara 3-1
– Il Pescara al San Paolo è sinonimo di numeri roboanti come 6-0 o 8-2. O come l’ultimo 5-1.
– Ieri non è stata goleada perché è difficile realizzarla in 45 minuti e perché ormai Galeone è in pensione.
– La squadra meno battuta del campionato ha infatti vinto solo nella ripresa: il primo tempo è stato divertente quanto Crotone Bologna del sabato.
– Ricordare emozioni o occasioni limpide nella prima frazione è cosa assai ardua: un tiro di Insigne deviato in angolo, un tiro di Hamsik deviato in angolo, la dentiera di Gilardinps.
– Diciamo che mi ha inebriato più Pellegrini, il commentatore di giornata, quando si è impelagato in parole tipo fvangiflutti o intestavdito, oppure quando il telecronista ci ha svelato che Bizzarri, il portiere del Pescara, in passato ha giocato nel Real.
Lo strike di Jorginho
– Il grande arcano irrisolto invece è risultato sempre lo stesso: dopo averlo, finalmente, esentato dal calciare i corner, perché Jorginho è ancora l’addetto alle punizioni da mettere al centro dell’area?
– Nella prima occasione, stranamente, non ha centrato i guantoni del portiere, ma ha scelto la seconda classica opzione: lunga, lunghissima, lenta, lentissima, sul secondo palo ove i difensori sono riusciti a liberare senza affanno.
– Nella seconda invece è accaduto ciò che nei miei quasi 40 anni di calcio non avevo mai visto: talmente sono nocivi i cross di Jorginho che 8 giocatori hanno preferito suicidarsi, buttandosi a terra, pur di non colpire la palla.
– Un altro quesito che è emerso durante la partita è stato: ma Benali, che ieri si è disimpegnato buttato sulla linea laterale e che avrà toccato 4 palloni e 45 stinchi, è lo stesso Benali dell’andata che aveva dato l’idea del miglior Ivan De La Pena?
– Il ritmo lento, le innumerevoli palle perse, i due mezzi tiri in porta, i dribbling ossessivi di Mertens, il pressing abruzzese, l’ex Real Bizzarri e le punizioni di Jorginho non ci hanno fatto guadagnare gli spogliatoi in totale tranquillità.
Due minuti e partita conclusa
– Per sbloccare la partita serviva qualcosa di imprevedibile. E così è stato. E non mi riferisco al solito gol di bomber Tonelli che ha una media reti come quella dello scorso anno in campionato della riserva di Pratto nella nazionale argentina.
– Dopo poco più di 60 secondi, la squadra con il miglior attacco del campionato ha beneficiato di un calcio di punizione dalla fascia sinistra. Chi è andato a batterla?
I difensori del Pescara, pensando al solito cross loffio in mano al portiere o alla solita seconda opzione lunga, lunghissima, lenta, lentissima di Jorginho, si sono completamente disinteressati delle marcature e così bomber Tonelli ha potuto schiacciare indisturbato da 3 metri per l’1-0.
– Due minuti e la partita si è conclusa. Perfetta magia di Mertens per Calle che si è fatto ipnotizzare dal portiere ex Real in uscita. Sulla ribattuta, un lancio fino fino di Zielinski ha trovato Hamsik in piena area che con un piatto al volo di sinistro ha ricordato i tempi in cui gli inserimenti erano prassi di giornata e quei gol drizzavano le creste.
Insigne non ha fatto il tiro a giro
– La gara ha preso la piega degli anni che furono. Se non fosse stato per l’imprecisione degli attaccanti o per le prodezze del Casillas adriatico, probabilmente oggi Galeone avrebbe proseliti e continuerebbe la saga delle goleade al Pescara.
– Strinic ha provato a riaprire la partita: non potendo aiutare Gilardinps ad attraversare la strada, gli ha fornito con un assist al bacio nel cuore dell’area, ma l’attaccante è inciampato nel girello e non è riuscito ad approfittarne.
– Due sono le azioni che voglio ricordare, tra le innumerevoli altre. Voglio menzionarle per il fatto che sono inedite: la bellissima traversa di Jorginho colpita con un sventola al volo secca e precisa, in perfetta coordinazione, deviata dell’ottimo Bizzarri. Credo che sia il terzo tiro dell’italobrasiliano da quando è al Napoli. E la serpentina in area di Insigne con tiro di punta a rubare il tempo ai difensori e al portiere, che invece parerà ancora. Cioè, Insigne è entrato in area e non ha tentato il tiro a giro. Non so se mi spiego.
Ho digitato Pescara sul mio Iphone ed è uscito scritto “3 pere”
– Non è invece inedito il gol di Mertens che ha realizzato da pochi passi su invito di Allan la dodicesima rete in campionato. Un gol fatto col cuore.
– Così come entra nella classica routine, la cappellata difensiva che ha provocato un rigore a tempo scaduto.
– A fine gara, ho digitato Pescara sul mio IPhone, mi è uscito scritto “3 pere”.
Non si fa più il gioco più bello d’Europa
– Sono molto soddisfatto del Napoli in questa fase: non si fa il gioco più bello d’Europa; non ci si affanna con ritmi infernali per l’intera partita; non si spremono i giocatori per regolare lo Spezia o il Pescara; non si avvertono le assenze; non si è sempre brillanti.
– Si vince anche col cuore, con un botta di natiche al 95′ o con soli 10 minuti fatti bene e non necessariamente col gioco. È impensabile riuscirci per un’intera stagione e in vista dei prossimi impegni (e che impegni!). La nostra storia, anche recentissima, già ce lo ha insegnato.
– Queste partite e queste vittorie danno morale. Vincere col minimo indispensabile contro squadre nettamente inferiori deve diventare la normalità. Le prestazioni fantasmagoriche da prima pagina conserviamole per quando ce ne sarà bisogno.
– Anche se devo dire che le altre compagini non sono da meno: la Roma, con l’assenza di Salah, si è juventinizzata. Becca un rigore a partita, segna un gol e non subisce. La Lazio riesce a vincere gare nonostante somigli all’Inter di De Boer. L’Inter sembra essere tornata una squadra di calcio dopo almeno un lustro e il Milan, fresco di Doha, pare tenere il passo.
Solo la Juve ha giocato male e ha perso
– La Juve invece è riuscita nell’impresa di giocar male e perdere. Mai più banale, ma reale, mi sembra la frase: i conti si faranno alla fine.
– A SkyJuveClub ieri avrebbero volentieri parlato delle migrazione delle beccacce o dei problemi che provoca la luna piena.
– A tempo pieno sta per tornare Milik, Pavoletti invece freme e Leandrinho è stato ufficializzato nonostante Ferrigno non abbia ancora confezionato il pastore.
– Voglio infine ricordare le perle di questa giornata appena conclusasi: l’assist maradoniano di Nestorovski; il fantastico e cercato gol di Badelj e il rigore in Slovenia di Dzeko.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata