Meglio tre punti imperfetti in tre minuti che vittoria con noia mortale per 90. Callejon, la fiera dei gol mangiati
Le pagelle di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia
REINA – S’incazza di brutto sull’inutile rigore di Caprari, centralissimo. C’è da capirlo, Zio Pepe (non nel senso della ziitudine maradoniana): inoperoso fino a quel momento porta a casa un altro gol, a tempo scaduto – 6
Sono gli oneri e gli onori di fare il portiere del Napoli: una volta la cazzata la fai tu, un’altra tocca a qualcun altro, comunque il golletto alla Scherzi a parte pare ci esca sempre. Da segnalare una gradevole uscita a testuggine su Caprari al 25’ del primo tempo, conclusa in una splendida posizione a uovo – 6
L’ortodossia sarrita in Hysaj
HYSAJ – Il fallo da rigore macchia appena una prestazione in linea con l’ortodossia sarrita, cioè un equilibrio quasi perfetto tra la fase difensiva e quella offensiva, più uno spostamento da destra a sinistra con l’ingresso di Maggio. Butta via però un paio di cross e soprattutto un poderoso slancio nell’area pescarese, quando fa un tiraccio anziché darla. Al momento opportuno sa pure usare le maniere dure con Verre, che ricorda le famose Verrine di Cicerone contro la concussione. Maniere dure, appunto, Ilaria – 6,5
Davvero molto bella quanto inutile la discesa al 10’ del secondo tempo. Ma è comprensibile l’afflato irrefrenabile del difensore che vede la porta e la guarda, a testa alta – 6
La curvatura perfetta del colpo di testa
TONELLI – Il Risolutore, con la maiuscola. Secondo gol decisivo, dopo la Sampdoria. Un colpo di testa con tanto di palla schiacciata per terra. Bene in marcatura, anche se in fase di uscita e d’impostazione rischia di combinare pasticci pericolosi, come quello al 43’ del primo con la complicità di Jorginho – 6
Al 21’ va in difficoltà per un rimpallo ma verticalizza bene la palla riprendendo con freddezza l’azione per Mertens (che però non ci arriva). Poi, si fa prendere dal nostro passatempo preferito: perdi la palla e fai un fallo, o una cappellata qualsiasi: almeno, stavolta, il tutto si risolve in una semplice punizione regalata. Grandissimo il colpo di testa con corpo che disegna una curvatura perfetta quasi come quella dei tatuaggi che mostra tirandosi via la maglietta – 7
ALBIOL – Gli tocca il centrosinistra, cioè il posto del Gigante Nero impegnato nella Coppa d’Africa. Tappa le poche falle e fa salire la difesa. Da segnalare una magnifica scivolata, in recupero – 6,5
Poco in vista, ma il suo sporco lavoro lo fa esattamente come dici tu. Mi piace il cambio di posizione che ci disorienta tutti: ogni volta un’invenzione. Bello – 6
L’Errore di Strinic
STRINIC – La catena di sinistra è sempre decisiva nella costruzione del gioco e Strinic dà il suo apporto con affidabile regolarità. Tocca a lui, però, l’Errore che poteva rimettere in partita il Pescara, donando una palla d’oro a Gilardino – 6
Non è quello bellissimo delle ultime due partite, purtroppo. Ma il biondo capello e il piglio da guerriero ricorda il mondo fatato delle valchirie – 6
MAGGIO dal 41’ del secondo tempo – Solo una manciata di minuti e si rende comunque pericoloso – 6
Un professionista. Per me è senza voto, ma glielo metto solo per questo – 6
Gli strappi di Zielinski
ZIELINSKI – Gioca a strappi, ma quando strappa provoca dolore agli avversari. È lui che fornisce l’assist per il due a zero del Capitano – 6
Non sbaglia granché ma, almeno nel primo tempo, sembra abbastanza inconsistente e comunque non rilevante. Dopo lo scotoliamento subito dell’intervallo cambia registro. Splendido l’assist per Marek – 6,5
ALLAN dal 20’ del secondo tempo – Un’esplosione di vitalità, difficile da arginare. Una discesa dirompente poi il dialogo con Mertens che conduce al tre a zero – 6,5
Ci mette la grinta che deve e che forse andava messa prima. Ma poiché questo Napoli cinico ci piace moltissimo va bene anche la scelta il minuto in cui è stato messo in campo – 6,5
A Jorgi manca un’idea in più
JORGINHO – Al centro della ragnatela asfissiante che soffoca il Pescara e un numero impressionante di palloni toccati. Qualche idea in più, nel primo tempo, non avrebbe fatto male, però. È sua la punizione che finisce sulla cabeza tonelliana. Indovina finanche un tiro che non finisce in rete per il combinato disposto Bizzarri-traversa – 6,5
Con quella punizione salva voto e partita. vacua la presenza nei primi 45 minuti: quell’assenza di fantasia poteva costarci cara – 6
Il lieve tocco di sinistro
HAMSIK – Comincia alla grande, con uno spavaldo controllo di petto, indi dribbling e tiro deviato. Continua dominando centrocampo e trequarti, aprendo il gioco o infilando il corridoio giusto, per sé o per gli altri. Il gol è bellissimo: un tocco lieve di sinistro e la rete si gonfia – 7
Splendida la palla che serve a Insigne al 14’. Ancora più maestoso il gol. Per il resto hai detto tutto tu, Fabrizio. Aggiungerei soltanto che l’imponenza di Hamsik in campo è qualcosa che sorprende ogni volta – 7
CALLEJON – La fiera del gol mangiato, per la cronaca due. Per il resto non si fa e non ci fa mancare nulla, ripiegando pure indietro al centro per ripartire – 6
È sempre lì davanti, o ci arriva con grandi incursioni e discese, ma quando si stringe troppo a destra della porta senza riuscire a inquadrarla, ogni volta è un peccato di Dio. Al 14’ del primo tempo spara fuori traiettoria una palla deliziosa ricevuta da Insigne, che a sua volta ha ricevuto un babà alla panna da Hamsik. Nella ripresa è clamoroso il gol che si mangia da solo davanti alla porta dopo un taglio bellissimo. Ma corre, corre sempre tantissimo – 6
Il cuore di Mertens
MERTENS – Nel gelo fioriscono i centravanti vecchi e nuovi (Gabbiadini, Milik, Pavoletti) ma il vero nueve è ancora lui, il belga-partenopeo Dries detto Ciro. L’elenco meticoloso delle sue giocate riempie una pagina e mezza del taccuino, cara Ilaria. Provo a riassumere: si guadagna il fallo della punizione che sblocca la partita; serve in modo sublime Callejon che poi si mangia il primo gol; inventa una parabola maligna che sfiora il sette; infine segna. Una partita notevole anche se talvolta si ostina nei duelli personali – 7
Il mio taccuino, invece, è pieno zeppo di cuori. Il primo l’ho annotato per quell’eloquente sguardo che al 9’ del primo tempo rivolge al pescarese che gli mena una manata dietro la nuca. Non proferisce parola, solo, lo guarda. Ci sono sguardi, Fabrizio, che sono tutti napoletani: questo era uno di quelli. Dinamico, un immenso spirito di sacrificio, una grinta e un’inclinazione al divertimento che viene elogiata anche da Sarri nel postpartita come “qualcosa di bello da vivere”. A poco meno di dieci minuti dalla fine si spende in una delle sue splendide girate. Al gol sembra quasi commuoversi. La grinta e il cuore di questo ragazzo fanno invidia a Napoli tutta. Ecco, il mio secondo cuore, sul taccuino, è stato scritto in concomitanza con quello che ci ha alitato nella telecamera – 7
INSIGNE – Tira tanto da subito ma centra lo specchio della porta solo al 24’ del primo tempo. Da registrare un recupero difensivo sulla linea di fondo, giusto per dare un’idea dell’impegno, e uno slalom cui Bizzarri nega la degna conclusione – 6
Un gran destro al 4’ deviato di poco in angolo. Al 14’ del primo tempo aggancia meravigliosamente la palla che Marek dal nulla costruisce come fosse vetro soffiato e la mette dove deve, ma Callejon la spara fuori. A volte egoista, altre potrebbe supponente, ma sempre, sempre al servizio della squadra – 6
GIACCHERINI – Ormai sempre a più agio nei meccanismi di Sarri, per lui dieci minuti a sinistra, da vice-Insigne – 6
Ha la pancia, o comunque la maglia la mette in evidenza. Pazienza, Fabrizio, se è vero il detto tutto napoletano che “Omm’ ‘e panz ‘omm ‘e sustanz” – 6
L’arbitro senza cartellini
ARBITRO GAVILLUCCI – Il Pescara reclama due rigori, lui gliene concede uno. Da ricordare che all’andata perdemmo due punti per un rigore dapprima concesso poi ritirato – 5
Passa i primi 40 minuti a raccomandare a tutti di stare calmi, di essere più buoni. Lo fa con un dolce gesto delle mani, quello che una mamma rivolge al bambino per non buttare paccheri. Ma con un atteggiamento talmente benevolo da sembrare un folletto. Quasi fa nascere in noi tutti il dubbio che abbia lasciato i cartellini nello spogliatoio. Poi, come di incanto, ne tira fuori uno e da lì è un crescendo. Figurati cosa posso pensare dei rigori reclamati dal Pescara e da Oddo… – 5,5
SARRI – Babbo Natale è passato e lui non si aspetta più un cazzo in materia di mercato, per rimanere ancorati al linguaggio della versione di Barney. In materia di calcio giocato, invece, prosegue bene il rodaggio verso Madrid: ecco mettiamola così, Ilaria – 7
Il copione si consolida: un primo tempo bruttino, anche se ricco di passaggi e fraseggi che non portano a nulla. Poi una scotoliata dell’allenatore nell’intervallo e via il cambio di registro: tre minuti tre e fine dei giochi. Arriva, puntuale come nelle ultime partite, anche il gol regalato, proveniente, in genere, da una scorreggia in area, di qualunque tipo. Come direbbe Zeman, squadra adolescente cresce quando partita sbloccata con cinismo. Meglio tre punti imperfetti in tre minuti che vittoria con noia mortale per 90. Il voto è soprattutto per quello che è capace di produrre nello spogliatoio, all’intervallo. Pagherei per essere presente e guardarlo mentre mena paccheri aro’ coglio coglio – 8
Grazie, Diego
MARADONA – Le divinità sono sempre ovunque, San Carlo o San Paolo che sia. La presenza fisica è solo un dettaglio. In fondo il Ritorno di questi giorni fa capire che nella sua Chiesa c’è posto per tutti: i radical-chic anti-Siani, i democristiani, i populisti. Nel frattempo oggi sul Corriere della Sera, nella sua nuova rubrica delle lettere, Aldo Cazzullo motiva così la questione Napoli che “riguarda tutti noi”: “All’estero pensano l’Italia come un’immensa Napoli: il mare il sole la pizza gli spaghetti Pulcinella”. E siamo nell’anno del Signore 2017 – 10 (a Maradona)
Un plauso a Diego, stavolta. Grazie per non essere andato al San Paolo: non ci siamo intossicati. Halleluja – 10