Napoli-Palermo, la partita non guardata. “Orroroso”, un termine brutto come la narrazione a uallera di un pareggio. Federer, Spalletti e il guardalinee.
Il trittico mancato
Ho cancellato e riscritto almeno sei frasi d’apertura, mi succede spesso dopo un pareggio; anzi, per essere precisi, dopo i pareggi di un certo tipo. Anche Federer ieri dopo la strepitosa finale vinta con Nadal ha detto: “Con Rafa mi sarei accontentato anche di un pareggio”, ma capite che parliamo di un’altra cosa, di un altro pianeta. Io parlo di pareggi con squadre che fanno fatica a fare anche un solo punto, squadre che cambiano allenatore ogni 5 minuti, che magari fanno un solo tiro in porta. Squadre che, parliamoci chiaro, con tutta la simpatia, avrebbero meritato di retrocedere in serie B già l’anno scorso.
Squadre tipo, dico la prima che mi viene in mente, il Palermo. Del resto non potevamo che pareggiare, non siamo fatti per le domeniche perfette; come se poi, il giorno dopo, la perfezione ci impedisse di brontolare al bar davanti ai caffè, o a inveire sui social, perché anche ieri molti di noi, naturalmente in campo o in panchina, avrebbero fatto di meglio. Ma facitem’ ‘o piacere. La domenica perfetta prevedeva un trittico: vittoria Federer, sconfitta Roma, vittoria Napoli. Niente da fare, ma mica è grave, tranquilli.
Neologismi rosa
Ma parliamo d’altro, volevo porre alla vostra attenzione una scoperta che ho fatto stamattina leggendo La Gazzetta dello Sport (comprata dopo mesi per leggere i servizi su Federer); ho scoperto una parola nuova (per me), incredibilmente brutta, parola usata da Sebastiano Vernazza, inviato per la partita Sampdoria–Roma. Il buon Vernazza, autore tra l’altro di un articolo decente, nel giudizio su Puggioni (portiere sampdoriano) scrive: Orroroso. Eh? Eh? Eh? Maronn’. Ma che è? Non solo è orribile visivamente, ma lo è anche e di più quando la si legge a voce alta. Ripetete con me: Orroroso, orroroso, orroroso.
Il nostro pareggio è stato orroroso? Direi di no, non per fare l’ottimista ma mi pare proprio che l’uno a uno di ieri sera rientri nella casistica di quelle partite che capitano di tanto in tanto: un po’ maledette, un po’ incasinate, un po’ segnate, non fortunate. Il Napoli non è stato brillante come al solito ed è diventato meno lucido proprio dopo aver raggiunto il pareggio, dettaglio evidenziato anche da Sarri. Minor brillantezza non vuol dire non sapere giocare più. Il Palermo ha fatto un tiro in porta, Reina non ha mai dovuto parare. Il Napoli avrà avuto una decina d’occasioni pulite, complimenti al giovanissimo portiere del Palermo, ma non è tutto merito suo, alcuni gol li hanno sbagliati proprio i nostri attaccanti.
Meglio perdere
Ma scusatemi, vi sto annoiando col commento a una partita che non ho nemmeno visto, il fatto è che tengo sonno, mi annoio, non mi piacciono i pareggi. Meglio se avessimo perso, avrei potuto scrivere un pezzo doloroso, un elogio alla delusione, un surrogato in parole del pianto. Scrivere intere frasi incredule, la penna avrebbe potuto trasferire a voi il sapore amaro della sconfitta. Sapore dentro il quale avreste riconosciuto il vostro; e saremmo stati fratelli, a piangere insieme per una sconfitta con quegli scarsoni del Palermo. Sconfitta sulla quale avremmo rimuginato a lungo; sulla quale saremmo tornati tra due o tre mesi, le mani sui fianchi, scuotendo la testa: “Ah, se quella domenica non avessimo perso”.
La narrazione di una sconfitta è facile quasi come quella di una vittoria. Il racconto di un pareggio è uallera, e uallera mi sento stamattina, speriamo che almeno non sia uallera il pezzo.
Biografie precise
Ma stamattina, per fare una cosa nuova, perché non portiamo Spalletti a prendere un caffè a Ercolano? Lì dove risiede il famigerato guardalinee? L’uomo del quale, per sottolinearne un errore, ha dovuto precisare il luogo di provenienza; ma a questo punto, caro Spalletti, vogliamo saperne di più, tu ci devi informare, la responsabilità del racconto passa a te. Dicci, dunque, dove ha fatto le elementari il guardalinee di Ercolano, se è credente, se porta gli amici a visitare gli scavi, se è comunista. Dicci, allora, che musica ascolta, dicci se è sposato e, se sì, per che squadra tifa sua moglie: ‘o vulimme sape.
Dicci, proseguendo, dear Spalletti, se il nostro guardalinee ha mai giocato a calcetto, ti prego, dicci di più. Chi è il guardalinee di Ercolano? Questa figura mitologica mezzo bandierina e mezzo scavo archeologico o solco scavato sulla fascia. Caro Spalletti, tu mi hai messo in testa un tarlo, il mio prossimo libro lo intitolerò: Il guardalinee di Ercolano. Titolo aperto per una raccolta di poesie, ci potrei mettere dentro qualunque testo: dai classici greci all’inceneritore di Afragola. Caro Spalletti, buona settimana.
Gli appunti del drone Giggino
Ma fatemi capite uagliù, ma veramente abbiamo pareggiato con queste chiaviche? Avete ragione, dovrei moderare i toni e il linguaggio, che diamine dovrei avere più rispetto per gli avversari; ma non sono io a parlare, sono i software, la cosa più emotiva che esista. Vabbuò, in ogni caso, Mister, fumamme.
Notizie dall’Inghilterra
Mazzarri fuori dalla coppa, ci prova a denari, reclama un rigore non concesso, l’arbitro carica a spade e un saluto al Watford. Domani sera c’è Liverpool–Chelsea, da vedere.
Note a margine:
- Tutti qui si aspetta un gol di Pavoletti
- Tutti qui si aspetta il rientro di Milik
- Tutti qui si pensa che Gabbiadini non vada più da nessuna parte o sì?
- Tutti qui siamo pronti per la prossima.
- #IoStoConSarri nel frattempo.