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Sarri: «Mi fa arrabbiare il rigore nel finale, Maradona è l’emblema della città»

L’intervista del tecnico partenopeo Maurizio Sarri al termine di Napoli-Pescara: «Siamo stati opachi nel primo tempo per merito del Pescara».

Sarri: «Mi fa arrabbiare il rigore nel finale, Maradona è l’emblema della città»

L’intervista a Mediaset Premium

Maurizio Sarri intervistato a Mediaset Premium nel postpartita di Napoli-Pescara. «Sofferenza zero, nel primo tempo non siamo riusciti a essere pericoloso. Era pure merito loro, perché loro venivano a prenderci alti e poi si chiudevano nella loro area di rigore. È abbastanza normale, succede a noi come a tutti gli altri. Dopo un’ora, queste squadre ti concedono qualcosa. Noi nel secondo tempo abbiamo trovato subito il vantaggio, poi siamo riusciti a fare bene. Non abbiamo subito niente, e per questo il rigore al 93esimo mi fa arrabbiare. Sarebbe stato bello non prendere gol».

Mertens: «A me sembrava molto bravo anche prima di questo periodo fantastico. Probabilmente, la sua qualità nello spezzare le partite lo ha addirittura limitato, magari a far sì che lo utilizzassimo anche nel finale di partita. Fino a questo momento, probabilmente, ha reso di meno delle sue potenzialità».

Maradona

«Io e Maradona non ci dividiamo la città, il re di Napoli è assolutamente lui. Dovrebbe avere le chiavi di tutta la città, è stato ed è l’emblema di una città. Se avessi la fortuna di incontrarlo, sarebbe emozionante».

In cosa la Juve è migliore del Napoli: «A me non interessa la Juventus, è riuscita a costruire un gruppo dalla grande mentalità. È in grado di vincere anche le partite in cui gioca male, è normale perché parliamo di una delle più grandi squadre del mondo».

Gabbiadini e Pavoletti in panchina, e la squadra a due punte: «La partita mi ha portato su altre strade, per questo non li ho schierati. Le due punte le abbiamo schierate contro Fiorentina e Sampdoria. Giocare con Hamsik e Zielinski a centrocampo più quattro punte è insostenibile per tutta una partita».

Il rigore assegnato al Pescara (in occasione del quale non c’è nessun contatto): «Non sembra che ci sia contatto, a velocità normale sembrava che il fallo ci fosse».

La scossa nell’intervallo: «Ho semplicemente detto che dovevamo muovere la palla più velocemente. Inoltre, gli esterni avrebbero dovuto accentrasi molto. Con i ritmi alti, loro avrebbero ceduto». È andata proprio così, in effetti.

 

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