Un futuro già scritto, da grande fuoriclasse. Lo individui nelle doti non comuni di un calciatore di 22 anni che sa fare tutto, ed è perfetto per la Premier League.
In una conversazione di oggi in redazione, posteriore all’analisi tattica di Alfonso Fasano, si dibatteva sul centrocampo giovane del Napoli. È arrivato il momento del tema-Zielinski. E la frase che è venuta fuori è stata la constatazione del talento. Ovvero: “parliamo di uno che tra due anni se lo viene a prendere il Manchester United, facile”.
Sì, Piotr Zielinski può diventare davvero un top player. Se non lo è già, perché è un calciatore di 22 anni ed è già titolare in una squadra che gioca la Champions League (gli ottavi) e che l’ha soffiato al Liverpool. Non siamo ai livelli di Dele Alli, ma al massimo uno o due gradini sotto. Il fatto che Jurgen Klopp sia stato segnalato sulle sue tracce per portarlo al Liverpool deve essere un indicatore di quello che il Napoli è riuscito ad acquistare. Del prodotto che è riuscito a soffiare alla concorrenza, per un prezzo giusto e che ora è ridimensionato. Al ribasso, però. Nel senso che i 14 milioni pagati all’Udinese, oggi, sono pochi. Lo dice Transfermarkt, non noi: Zielinski, nell’ultima rilevazione quando era di proprietà dell’Udinese, valeva 12 milioni. Oggi è arrivato a 16.
Box to box, quindi Premier League
Il fatto di aver indicato il Manchester United non è casuale. Zielinski ci pare un centrocampista prettamente da Premier League. Ovvero, come dicono lassù, oltre la manica, un box-to-box di altri tempi, capace di fare bene le due fasi e ribaltare l’azione come pochi. Non a caso, oggi, Nicola Lo Conte ha raccontato così il suo gol di ieri sera:
Noi tifosi del Napoli ci siamo già felicemente abituati alle zingarate del polacco. Che quando decide di partire in questo modo, mettendo la quinta e pure l’overdrive, può fare danni incalcolabili a qualsiasi difesa. A proposito, quella dello Spezia si fa tagliare in mezzo troppo facilmente, che neanche il tonno della pubblicità. Ma Zielinski non è un grissino, affatto: conduzione eccellente, palla sempre attaccata al piede, e destro chirurgico all’angolino. Ormai Piotr è più di una garanzia.
Ha detto tutto lui, non c’è bisogno di aggiungere altro. Zielinski è tutto questo, e lo è fin dal primo momento del suo arrivo a Napoli. È entrato a Pescara e (quasi…) si fa fischiare un rigore; è entrato a Milano e ha fatto una cosa così. Che è difficile descrivere con un aggettivo diverso di “spaccapartita”, anche se non è un aggettivo.
L’azione, ça va sans dire, si concluderà col gol di Callejon
Per questa sua particolare predisposizione alla fuga in verticale, alla conduzione della palla, al box-to-box classico all’inglese, Piotr rappresenta l’idealtipo perfetto per il calcio tatticamente poco vario della Premier League. Anzi, proprio questo potrebbe essere un surplus: il lavoro biennale con Sarri, una stagione a Empoli e questa a Napoli, gli ha sicuramente giovato in quanto a partecipazione ad uno schema strutturato. Come detto anche nell’analisi, non è un caso che Rog e Diawara abbiano giocato poco o niente con il Napoli. Così come non è un caso che Zielinski, praticamente fin da subito, abbia iniziato a far parte delle rotazioni. E, anzi, negli ultimi tempi abbia costretto Allan alla panchina. Allan. Alla panchina. Scusate il gioco di parole, ma leggerlo dopo aver vissuto la stagione scorsa fa un certo effetto.
Zielinski è la dimensione del Napoli
Nella stessa discussione di redazione di questa mattina, una domanda sul mercato. Quello in generale, non quello particolare del Napoli. Questa qui: questo fenomeno l’abbiamo preso noi? Cioè, ok Hamsik dieci anni fa. Colpo di fortuna mista a bravura. Idem per Lavezzi, poi per Cavani. Ma oggi, in questo calcio così globalizzato, com’è possibile che nessuno abbia preso Zielinski. O che il Liverpool si sia lasciato scappare un calciatore così.
La risposta, ci scusino i critici di questa gestione, è semplice. Ed è una parola sola: Napoli. Cioè, il Napoli di oggi è questo. Qualcuno condividerà, altri meno. Ma la forza di questa squadra, quindi per estensione di questa società, sta nella capacità di fare bene sul mercato. Di operare gli acquisti più prospettici, di migliorarli. Certo, non tutti riescono. Edu Vargas, José Sosa (ah, a proposito…), Bruno Uvini. Ce ne sono in quantità industriale, avete ragione. Però, poi, viene fuori uno così. Quattordici milioni e la certezza (Hamsik-pensiero a parte) di un futuro in un top club europeo. Quelli di Premier, continuiamo a dirlo, perché lo stile non è da Liga. Al massimo da Atletico Madrid. Oppure al Bayern Monaco.
Il Napoli è questo, ed ha una forza non indifferente sul mercato. Quello dei giovani, perché oltre non riesce ad esporsi. Per inferiorità economica nei confronti di tutti gli altri, un gap tremendo che solo la Juventus, in Italia, sta provando a colmare. E non ci sta ancora riuscendo. E, intanto, lascia Zielinski al Napoli. Un carrarmato, un calciatore utile, efficace e pure bello a vedersi. Tre gol nell’ultimo mese, ma non è questo il punto. Il punto sta nel 54% di duelli individuali vinti, nell’88% di pass accuracy, nelle 23 occasioni create. Nei 17 eventi difensivi, solo in campionato. In un repertorio completo, tecnico e tattico. Che fa di Zielinski un vanto assoluto, un fiore all’occhiello di questa campagna acquisti. A soli 22 anni. What else?