Intervista a un tifoso particolare in vista di mercoledì, vicepresidente della Peña Madridista italiana: «Non andrò a Madrid, ma per il ritorno sarò al San Paolo. Ovviamente, nel settore ospiti».
50 anni di passione merengue
Real Madrid-Napoli è uno stato mentale. Da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare, da qualsiasi punto di vista lo si voglia vivere. Al Napolista ne abbiamo trovato uno particolare, molto particolare. Una specie di pecora bianca, e non abbiamo sbagliato colore. Antonio Morra, napoletano, è infatti tifoso del Real Madrid. E si appresta a vivere il suo derby personale. La redazione l’ha conosciuto per caso, in un giorno qualunque. Entrare nel suo esercizio commerciale a 100 metri dal San Paolo vuol dire entrare in una succursale napoletana del Bernabeu. Sciarpe, foto, gagliardetti, immagini varie. Tutto bianco. Tutto bianco Real Madrid. Ce ne siamo ricordati oggi, lo abbiamo cercato e lo abbiamo trovato. Per intervistarlo, per parlargli. Per capire perché.
«Sono tifoso del Real Madrid da cinquant’anni, quindi praticamente da sempre. Quelle passioni di quando sei bambino, che ti restano attaccate addosso. Ecco, la mia si chiama Real Madrid. Che poi io segua il calcio in generale e guardi anche il Napoli, è un altro discorso. Sono un appassionato di calcio, guardo tutti i campionati. Li seguo, mi piacciono. Se c’è la partita del Napoli, la guardo con piacere. Ma il Real Madrid è un’altra cosa. È la mia squadra, è una filosofia che mi è entrata dentro».
La Peña
Antonio vive un conflitto interiore, in questi giorni. Ne parleremo dopo. Del resto, lo abbiamo detto: Real Madrid-Napoli è uno stato mentale, e il suo è molto particolare. Nel frattempo, però, il tifo di Antonio si è trasformato in qualcosa di più. È stato registrato, documentato. Direttamente dal club della capitale spagnola, che a un gruppo di tifosi italiani ha riconosciuto il titolo di Peña madridista in Italia. L’unica. Antonio ne è il vicepresidente.
«Ho fondato una pagina su Facebook, dedicata a Cristiano Ronaldo. Un boom di contatti e like, sono stato molto felice. In questo modo, ho avuto la possibilità di connettermi a tanti tifosi del Real Madrid provenienti da ogni parte d’Italia. Questa è solo una delle possibilità che ci concedono le nuove tecnologie: 15 anni fa, per conoscere il risultato della mia squadra, aspettavo l’una di notte e l’aggiornamento delle pagine Televideo. Oggi, ho gli abbonamenti alle pay-tv e non mi perdo un match, e leggo tutte le notizie su internet».
Dopo la digressione sul mondo interconnesso del 2017, Antonio racconta con orgoglio il riconoscimento della sua fede calcistica. Del suo essere madridista. «Per un po’ di tempo abbiamo provato a farci riconoscere come Peña in Italia, un paese che non aveva ancora un club ufficiale. Non ci siamo riusciti. Poi sono stato contattato da un tifoso dell’Emilia Romagna, Jamal Kharraz, che ha provato di nuovo ad avviare questa pratica con il Real e finalmente è riuscito a coronare questo sogno. Oggi, lui è il presidente della Peña. Io, invece, sono il vice-presidente».
Real Madrid-Napoli
È il momento di parlarne. Anche per Antonio, che vive una situazione davvero paradossale: lavorare a pochi metri dal San Paolo, e tifare per il club che rappresenta la più grande occasione ad alto livello del Napoli, da trent’anni a questa parte. Come la vivi, Antonio? «Per me è un vero e proprio derby. Da napoletano, però. Perché ho tutto da perdere, pensateci. Mettiamo che il Napoli vinca a Madrid: quanti sfottò dovrei sorbirmi? Nella zona in cui lavoro, tutti conoscono la mia passione. Non sarebbe facile sfuggire alle prese in giro».
Se ci avete fatto caso, nelle sue parole c’è una piccola chiosa. “Da napoletano, però”. Perché, per un tifoso madridista, il Napoli non è un evento. Non è difficile comprendere il suo atteggiamento, che Antonio spiega meglio quando gli chiediamo se mercoledì sarà a Madrid per vedere la partita: «No, non ci andrò. Anche perché un attimo dopo la notizia dell’accoppiamento, il prezzo dei voli è schizzato alle stelle. Io vado a Madrid tre-quattro volte l’anno, mi capita di spendere anche 50 euro andata e ritorno. Non ne vale la pena, ho visto anche biglietti aerei a 600 euro. Anche perché, con tutto il rispetto per il Napoli, questo non è un Clasico. Non è ancora una semifinale di Champions League. È una partita importantissima, decisiva per la stagione. Ma siamo nel terreno di gioco del Real, la Champions è casa nostra. Il Napoli è un avversario difficile, e per me rappresenta una sfida sentita. Per altri madridisti, è un po’ diverso».
Napoli-Real Madrid
Antonio vedrà a casa la partita d’andata, con suo figlio. Tifoso del Napoli, of course. Come tutto il resto della sua famiglia. Antonio è onesto: «Quello strano sono io». E per il ritorno? «Stadio San Paolo. Settore ospiti. Grazie alla mia appartenenza alla Peña siamo riusciti a trovare subito i biglietti». Non dovrà andare lontano, rispetto al suo negozio. Non è tutto, però: «Andremo anche nell’albergo dove ospitano i calciatori, la società ci ha assicurato che riusciremo ad avere un accesso privilegiato». Si sposterà di qualche chilometro, proveremo a risentirlo prima del 15 marzo. Per sapere come si vive un altro tipo di stato mentale, quello del tifoso che accoglie a casa sua la sua squadra. Che è la migliore al mondo, e gioca contro il Napoli. «Un derby personale, un derby personale. Per me, che ho tutto da perdere». Questa frase ci piace. Non poteva esserci altro titolo.