Il procuratore attacca il Napoli e Sarri e parla di Ibrahimovic e Balotelli come se non conoscesse la politica della società. Che prende Milik, Zielinski, Diawara. E trattiene Hamsik.
Le parole a Radio Crc
Uno show di Mino Raiola, oggi, a Radio Crc. Partendo da El Kaddouri, il super-agente si è divertito a sparare sul Napoli. E su Sarri. Riconosciamo che i rapporti di forza siano sbilanciati a favore dell’amico Mino. Che, fino a prova contraria, è il procuratore del calciatore più pagato della storia, di Ibrahimovic, di Donnarumma. Di Balotelli (ne parleremo). Ci sa fare, sa fare il mercato. Però, come dire: stona.
Stona tanto, soprattutto nei confronti dell’ultima dichiarazione di Sarri sul lavoro del procuratore, per cui «i migliori che fanno questo mestiere non entrano nelle professionalità altrui». Sarri ha liquidato così, con la risposta giusta, la domanda su Giaccherini nella conferenza pre-Palermo. E il fatto che sia Mino Raiola, semplicemente, non gli dà il permesso (non dovrebbe dargli) di sindacare sul lavoro altrui. Su quello di un tecnico, soprattutto. E su quello della società.
Ibrahimovic
Se ne è parlato tanto, negli anni scorsi. Ne ha parlato anche oggi, Mino. Ebbene, Raiola forse ha sbagliato a impostare la macchina del tempo. È un Marty McFly che ha mancato le coordinate. Il Napoli degli ultimi anni ha sempre rifiutato l’acquisto di grandi campioni (grandissimi, come nel caso di Zlatan) sul viale del tramonto. Semplicemente, non ne ha bisogno. Perché c’è Milik, un investimento da 30 milioni su un calciatore, importante, dalla dimensione riconosciuta a livello internazionale.
Cioè, come dire: l’ultima grande operazione old style, revival, di recupero di un grande vecchio è stata fatta con Lucarelli. Oppure in Serie C con Gautieri e Fontana. Per il resto, giocatori giovani di altissimo livello o comunque scommesse di un certo tipo. Nessun usato sicuro. Certo, Ibrahimovic è Ibrahimovic. Ma ha 36 anni (e l’ingaggio che si porta dietro). E il Napoli ha dimostrato di poter e saper fare a meno di un totem. Il Napoli è una società proiettata al futuro. Prende i Milik, gli Zielinski, i Diawara. Giovani forti e di successo. Quindi non abbiamo bisogno di Raiola. Perché non abbiamo davvero bisogno di Zlatan. Sarebbe un’attrazione, un bel contorno a un piatto che è già sostanzioso di suo. Senza uno chef che lo condisca ulteriormente, manovrando la cosa dall’alto.
Balotelli
L’altro punto è Balotelli. Chiariamoci: il Napolista è pro-Mario. Lo è da sempre. E sempre lo sarà. Ci piace, ci piacerebbe a Napoli. Perché è forte, perché con Balotelli potremmo testare davvero la grande accoglienza del tifoso napoletano medio a un calciatore bizzoso, universalmente riconosciuto come non professionale. Sarebbe bello. Però, come dire: Mino, non c’è bisogno che ce lo porti tu. Perché noi non siamo più quella squadra, non abbiamo bisogno di un messia salvifico bensì di calciatori funzionali al progetto. O, almeno, vorremmo fosse così. Non c’è necessità che tu ci faccia la tua carità, chiedendo a Sarri di “trattare bene i giocatori altrimenti può andare a pesca”. Noi abbiamo Milik, che è potenzialmente più forte di Balotelli. E l’abbiamo preso senza che tu intervenissi. Così come, nel caso, prenderemmo anche Balotelli.
Raiola, il Napoli non è un pensionato né tantomeno un luogo ideale di aiuto. Bastiamo da soli, bastiamo senza di te. Anche se hai Pogba, Ibrahimovic, Donnarumma. Noi siamo Hamsik, che ha fatto senza di te. Una scelta che abbiamo abbracciato pure con una punta di orgoglio, lasciacelo dire.