La conferenza stampa di Maurizio Sarri al Santiago Bernabeu alla vigilia di Real Madrid-Napoli. Un Sarri sereno e sul pezzo, come si dice in questi casi.
Hai la necessaria faccia tosta per domani? «È indispensabile la faccia tosta, rischiamo in tutti i casi. Fare una partita timorosa qui per noi sarebbe controproduccente. Speriamo di avere la follia di venire qui a giocare il nostro calcio. Dobbiamo sapere che giochiamo contro i campioni del mondo, i campioni europei, hanno il Pallone d’oro, sono primi in Liga. È importante venire qui anche per vedere a che punto siamo contro le squadre top a livello mondiale. La prima considerazione è che è molto bello venire al Santiago Bernabeu, vada come vada».
Dubbi di formazione: «L’unico dubbio è se giocare con tre o quattro punte (risate in sala). Giocherà la formazione più offensiva possibile e che mi garantisca una gamba da difendere in maniera buona. Non è che cambiando due uomini riusciamo a contenere la furia del Real Madrid. Quindi, metterò dentro la formazione più offensiva possibile»
Santiago Bernabeu, ricordi dell’11 luglio 1982: «Un ricordo di una cena a base di pesce strepitosa, in Sardegna. Mi è rimasta più impressa la cena a base di pesce nonostante la grande soddisfazione. È chiaro che è bello venire a giocare qui. È altrettanto chiaro che domenica non ho giocato davanti a 1.500 persone. È stato un percorso lungo, frazionato, che ti smorza molto a livello emozionale».
Come gioca il Real, ti invogliano ad avanzare: «Noi sulle riconquiste di palla non palleggiamo mai. Andiamo in verticale. Troviamo una squadra che a livello di ripartenze è la più forte del mondo».
La gavetta: «Per me è gratificante e formativo aver fatto la carriera dal basso, in certe categorie vedi di tutto e di più, quindi cresci. È un percorso che, generalizzando, dovrebbe essere fatto da tutti. Poi ci sono le grandi eccezioni (Sarri non cita mai Zidane, ndr) ma sicuramente Guardiola, che ritengo il più grande allenatore attuale, ha fatto involontariamente dei danni. Tante società hanno provato a ripercorrere quella strada, danneggiando tanti giovani».
Fattore campo: «Può influire il fattore campo. Però va ricordato che abbiamo fatto anche trasferte difficili, a Istanbul non era semplice. Noi possiamo fare bene sia in trasferta sia in casa, perché questa è una squadra che se prende il sopravvento riesce anche a macinare gli avversari. Il nostro cammino in casa è stato condizionato da due partite: col Besikas abbiamo commesso tanti errori e con la Dinamo Kiev abbiamo pagato la differenza di orario rispetto all’altro incontro. Sento tanti discorsi sul Bernabeu, va detto che questo stadio tutto il prestigio lo deve al fatto che qui ha giocato una squadra che è sempre stata fortissima. È normale che poi questo stadio abbia questo alone mistico, ma dipende dalle grandi squadre che vi hanno non dallo stadio in sé».
In una domanda viene citata la presenza del premio Oscar Paolo Sorrentino (con Veltroni e Silvio Orlando) e Sarri fa una battuta: «Avrei preferito il Pallone d’oro al Premio Oscar (Sorrentino sorride)».
Come hai preparato la partita: «Abbiamo avuto pochi giorni, l’abbiamo preparata. Ma anche con la consapevolezza che contro il talento non ci sono antidoti, sennò Maradona non sarebbe esistito e nemmeno Platini (ancora Zidane non citato, ndr). È anche bello perché sennò si gioca alla Playstation che a me è anche molto antipatica (e due, dopo il Fantacalcio, ndr). Questa squadra la puoi studiare quanto vuoi dal punto di vista tattico, ma poi ha tanti giocatori di talento che possono estrarre il colpo dal cilindro quando vogliono.
I brividi? «Non lo so se mi verranno i brividi, vedrò domani. Alla squadra ho detto quello che sto dicendo a voi. Stiamo crescendo a livello di mentalità, altrimenti non avremmo fatto una striscia di risultati utili di tre mesi e mezzo. Accetto tutto da domani, l’unica prestazione che non accetto è quella timorosa. Se ci chiudiamo in area 90 minuti è perché loro ci chiudono, non per paura».
Sergio Ramos lo marcherà a zona? «Quet’anno Ramos ha segnato otto gol, sette mentre era marcato a uomo. Dimmi tu che devo fare?»
Maradona. «Non abbiamo ancora visto Maradona, spero che abbia il tempo di parlare con la squadra. Trovarsi di fronte a una leggenda che ti parla, è benzina. Al 50% sono fortunato, al 50% me lo sono conquistato. Domani sera c’è qualcuno che va a fare un turno in fabbrica, io sarò al Bernabeu».