Denunciati per violenza privata, hanno impedito a titolari di regolare biglietto di occupare i loro posti. La Juvenrus non sa più come tenerli a bada, visto che non può più affidare loro la gestione dei tagliandi.
Lo sciopero del tifo
Il principio è piuttosto noto. “La curva è nostra e la gestiamo noi”. Un settore dello stadio – in tutta Italia – sottratto alla legge dello Stato e soggetta a quella degli ultras. Possono imporre anche leggi straordinarie, come avvenuto allo Juventus Stadium in occasione di Juventus-Inter. I Viking – è il nome del gruppo della tifoseria organizzata – hanno organizzato uno sciopero del tifo per protestare contro l’improvvisa decisione (della Questura) di non autorizzare l’esposizione di striscioni col nome e i somboli del gruppo Viking. La risposta è stata immediata: lo spazio dietro la porta è rimasto vuoto. Una legge cui sono dovuti sottostare anche i poveri spettatori che avevano acquistato il biglietto. Niente da fare, si sono dovuti arrangiare da un’altra parte.
La Juve non può più ricompensarli coi biglietti
Cinque ultras sono stati denunciati per violenza provata e hanno subito un Daspo di cinque anni. In casa Juventus, dopo l’inchiesta per i rapporti tra società, tifoseria organizzata (e ‘ndrangheta) per la gestione dei biglietti, ci sono non pochi problemi. La società non riesce più a tenere a bada gli ultras cui prima avevano delegato la vendita di alcuni tagliandi. Adesso, a causa dell’inchiesta della magistratura e della Procura della Figc, la Juventus ha dovuto chiudere i rubinetti e gli ultras hanno cominciato a reagire.