De Laurentiis al Mattino: «In attesa che cambi il paese, progettiamo il nostro centro sportivo. Mi infastidisce che la gente pensi che il San Paolo sia mio»
L’intervista a Il Mattino
Aurelio De Laurentiis re delle interviste. Insieme a Sky e Corriere dello Sport, il presidente del Napoli ha parlato anche a Il Mattino. Gli argomenti sono vari, molteplici. Si comincia, ovviamente, da Real Madrid-Napoli. Ma in relazione a Maradona «Sì, è una partita storica, e potrei uscirmene con un luogo comune, dire per esempio che in una gara così il risultato è imprevedibile, ma voglio guardare le cose da un dettaglio. E quel dettaglio è Maradona. Sento, spero che lui nello spogliatoio, oggi, prima del fischio
d’inizio, possa creare il sentimento giusto per far scattare una cazzimma senza precedenti. Perché una cazzimma così ci serve».
Illusioni
L’intervista è firmata dal direttore Alessandro Barbano. Che, alla seconda domanda, stuzzica il patron. «E se la cazzimma mancasse, come è già accaduto, a un passo dal traguardo? Se il Napoli di De Laurentiis si confermasse buono per illudere?». Risposta: «Andiamoci piano. Se da sette anni siamo in Europa e il nostro ranking è passato dal 550esimo posto al 16esimo vuol dire che siamo una realtà, e non un’illusione. Quando nel ‘69 Ferlaino prese la società, impiegò 18 anni per vincere il primo scudetto. Io sono presidente da 12. Vuol dire che ho ancora margine per fare meglio, considerando anche che i tempi sono cambiati, e che vincere è diventato più complicato. Però, se guardo agli ultimi sette anni, vedo un crescendo continuo e mi convinco di due cose: che qualche scelta l’ho azzeccata e che, quanto meno secondo ciò che è logico prevedere, siamo destinati a salire ancora».
Sarri
La parte successiva dell’intervista parla di allenatori. Mazzarri «è stato bravo a portarci in Champions con un budget stipendi che era la metà di quello attuale», Benitez «ha selezionato talenti rimanendo nel budget». E poi, Sarri. Che, leggiamo, «è innamorato persodel calcio, ma dico del calcio bello. Quello che ti porta con sfrontatezza a vincere, divertendo i tuoi fan. Poi è un grande studioso, insegue un’esattezza che direi scientifica.Non ho mai visto un tecnico così attento sul campo di allenamento e così meticoloso nel rapporto con i calciatori. Per questo non brucia mai un nuovo acquisto. Se il Napoli avesse comprato Gagliardini, lui non lo avrebbe mai fatto entrare da subito, come invece ha fatto l’Inter».
Sembra una dichiarazione d’attacco, invece è davvero un sincero elogio. Anche perché, nella risposta successiva, p lo stesso De Laurentiis ad ammettere di pensarla «diversamente da tutti i tecnici che ho avuto e che avrò». Perché De Laurentiis rischierebbe «sempre», giocherebbe «con i cambi già fatti nell’intervallo». E sul De Laurentiis che “corregge” gli errori dell’allenatore? «L’ho scelto e dico: a ciascuno il proprio mestiere. Alla fine della stagione con grande serenità verificheremo qualche eventuale errore, se ci sarà stato, e ci convinceremo a cambiare qualche modalità di impiego dei giocatori nel campionato successivo. Ma questo deve nascere da una relazione dialettica, non da un’imposizione».
Maradona e lo stadio
«Ho offerto a Diego il ruolo di ambasciatore del Napoli nella prospettiva di aprire accademie azzurre nel mondo. Aspetto di sapere che cosa deciderà».
A questo punto, si apre la discussione sul San Paolo: ««Purtroppo, a differenza di quanto in Europa, qui da noi Italia la crescita del calcio è ostacolata da certe leggi figlie del menefreghismo e della cecità dei politici. Che un po’ per ignoranza e un po’ per populismo fingono di non capire quanto sia importante e formativo questo sport per i giovani. Così, prima si immagina una legge per creare impianti sportivi e per proteggere l’equilibrio economico e finanziario delle società, e poi la si stravolge per fare un dispetto a Lotito e alla Sensi, con la finta giustificazione di voler evitare speculazioni edilizie».
Continua De Laurentiis: «Di certo il San Paolo non è la soluzione finale. L’idea potrebbe essere quella di costruire a Bagnoli. Su Bagnoli c’è solo il problema di procedere alla bonifica. Certo, con la caduta di Renzi, tutto si è rallentato. Ho offerto 35 e poi 40 milioni per sistemare il San Paolo, e oggi devo dire grazie al consiglio comunale che ha bocciato la mia proposta. Avrei speso questi soldi senza garantire una crescita reale al Napoli».
Il centro sportivo
Una crescita reale che però potrebbe essere garantita anche dal nuovo centro sportivo: «Stiamo progettando di fare nei prossimi 24 mesi una nuova casa del Napoli per il reparto giovanile, con otto campi di calcio, palestre, piscina, alberghi e scuola. Magari riusciremo a tenerci i ragazzi migliori. In attesa che qualcosa nel Paese cambi e il nuovo ministro per lo sport, che finalmente c’è, progetti una legge credibile per finanziare i nuovi impianti».