Non ci sono pagelle dopo una partita da Globetrotter come quella di sabato. Solo applausi per una squadra che ci sta facendo divertire come mai prima.
Giocate da Globetrotters
E che gli vuoi dire? La più larga vittoria esterna della nostra storia, due triplette, Reina che para un rigore, giocate da Globetrotters, frantumato il record di gol segnati alla ventitreesima giornata, Mertens capocannoniere, 17 (1-7) risultati utili consecutivi, secondo posto in solitaria in attesa della Roma. Un Napoli pazzesco ha annichilito il Bologna e riscattato la serata opaca contro il Palermo.
La sola follia di Callejon
In una serata come quella di sabato si fa fatica a stilare classifiche e dare voti in pagella. L’unica nota stonata sono stati i 90 secondi di follia di Callejon, ma se vale il brocardo latino semel in anno licet insanire, il buon Calle ha ancora un paio di bonus da giocarsi, visto che ha collezionato la incredibile cifra di 113 partite consecutive.
Zielinski e Diawara, 41 anni in due
Impressionano i movimenti a memoria, il palleggio raffinato, la trama del gioco. Non impressionano più i passaggi “no look”, visto che oramai costituiscono la regola. Non impressionano più Zielinski e Diawara, 41 anni in due, che giocano con il piglio e la freddezza dei veterani. Non impressiona più Dries Mertens, reinventato centravanti da Sarri da neanche mezza stagione, ma che pare non abbia mai fatto altro in vita sua.
Hamsik, mai una parola fuori posto
Non impressiona nemmeno Marek Hamsik, da una vita nel Napoli, che si appresta a diventare il miglior marcatore di sempre in maglia azzurra, senza essere un attaccante, senza gli isterismi di Cavani e Higuain, senza mai dire una parola fuori posto. Il migliore di sempre, ma senza darlo a vedere. Non impressionano più nemmeno i fondamentali di Lorenzo Insigne, al quale spesso non si perdona qualche eccesso nei personalismi, ma del quale ci si dimentica di sottolineare che in ogni partita addomestica con la naturalezza del fuoriclasse decine e decine di palloni.
Applausi a Sarri e a De Laurentiis
Dopo Bologna – Napoli, quindi, niente maglie asciutte e sudate, solo applausi per una squadra che ci sta facendo divertire come non accadeva da troppo tempo. Applauso che, naturalmente, va esteso a Sarri e De Laurentiis. Il primo capace di evolversi rapidamente, di cambiare schemi e mentalità, di imparare dai propri errori e di plasmare una squadra il cui gioco è unanimemente riconosciuto come uno dei più belli d’Europa. Il secondo capace di fare impresa a Napoli, resistendo alla mentalità della città, alle inefficienze del comune, alle assurdità delle curve, alle cialtronate dei commentatori.
Squadra giovane, forte, senza sregolatezza
A due terzi di stagione il Napoli è tra le prime 2 (3) in campionato, tra le prime 4 in Coppa Italia e tra le prime 16 in Champions League. Nei prossimi 30 giorni si farà la differenza tra bellezza e meraviglia, tra effimero e vincente. Ci arriviamo, per la prima volta nella nostra storia, senza fuoriclasse sudamericani in campo, senza sregolatezza. Ci arriviamo con una rosa ampia e giovane, tanto precisa e perfetta in campo quanto allegra e goliardica fuori.
Ci arriviamo con un sogno e con la certezza di stare facendo di tutto per realizzarlo.
Fabio Avallone ilnapolista © riproduzione riservata