Bene la fine del silenzio stampa e sfruttare le polemiche per ricompattare il gruppo. Ma cadere nello stesso errore di un anno fa, vorrebbe dire non essere cresciuti.
Bene l’interruzione del silenzio stampa
La nostra sarà certamente una posizione minoritaria. Però, francamente, ci sembra assurdo che un anno dopo il Napoli si pianti nella medesima modalità. Il nostro campionato e la nostra stagione finì a Udine con l’espulsione di Higuain. Abbiamo paura e non vogliamo che accada lo stesso dopo la semifinale d’andata alla Juventus Stadium di Coppa Italia e l’arbitraggio di Valeri. Il Napoli ha scelto di interrompere il silenzio stampa. E ha fatto bene. Così come ha fatto bene a reagire. A mostrarsi compatto. A mandare in tv Giuntoli e Reina. Nonostante il tweet sulle telecronaca Rai non sia sta una genialata comunicativa.
Cambiamo pagina
Però da domani si deve cambiare pagina. Non chiudiamoci in un fortino da cui non possiamo cavare nulla di buono. Non è possibile che un anno dopo, ci trinceriamo dietro gli errori arbitrali. Il Napoli ha commesso anche leggerezze imperdonabili. Sul primo rigore la difesa del Napoli si fa trovare impreparata su fallo laterale all’inizio del secondo tempo. Sul secondo gol c’è Reina che sbaglia l’uscita. Sul terzo gol, sul 2-1, lasciamo alla Juventus un contropiede due contro uno come se non ci fosse un domani e invece c’era ancora tutta la partita di ritorno da giocare.
La stagione è apertissima
Se il Napoli ha sfruttato queste polemiche per ricompattarsi, va bene. Ma se il Napoli vuole continuare su questa linea, non va bene. La stagione è apertissima. Questa sera non si è deciso nulla. Abbiamo perso 3-1 la gara d’andata. La finale di Coppa Italia può essere conquistata. Continuare su questa linea – contro l’arbitraggio e persino contro la telecronaca della Rai – non ci aiuta a crescere. E significherebbe che in un anno non è cambiato niente. Francamente sarebbe la notizia più triste della serata.