In Antimafia il prefetto Pecoraro presenta intercettazioni (pubblicate dall’Huffington Post) che smentiscono le parole di Agnelli che affidava agli ultras parte della vendita dei biglietti.
All’Antimafia
Biglietti, bugie e intercettazioni. Nell’audizione oggi in commissione Antimafia dell’avvocato Luigi Chiappero – difensore di Andrea Agnelli – sono spuntate intercettazioni (pubblicate dall’Huffington Post) della magistratura che svelano le bugie dette da Agnelli e dal suo avvocato. Andrea Agnelli rivela in queste telefonate di aver incontrato più di una volta Dominello e in un passaggio sembra far comprendere di sapere i legami di Dominello con la ‘ndrangheta, insomma i suoi legami familiari. Intercettazioni di cui la Juventus non conosceva l’esistenza. «Non sappiamo se esistono, di fatto non ci sono nell’incartamento che ci ha consegnato la Procura», ha detto l’avvocato Chiappero (qui le sui dichiarazioni). E qui l’intera audizione. Successivamente si fa luce e l’intercettazione è tra l’ex direttore marketing della Juventus Calvo e il responsabile della sicurezza D’Angelo. Più certezze si avranno nei prossimi giorni.
L’incontro con Dominello
Nel corso della audizione, il procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro ha presentato un’intercettazione in cui Andrea Agnelli è al telefono col responsabile sicurezza della Juventus Alessandro D’Angelo. I due parlano di un incontro tra Agnelli, Dominello e altri ultrà, incontro avvenuto nella sede della Lamse SpS la holding controllata da Agnelli. È un’intercettazione che risale allo scorso. Agnelli si riferisce alla rivendita di biglietti forniti dalla Juventus: “Loro comprano quello che devono comprare, a noi ci pagan subito e poi gestiscono loro!”.
C’è anche un’altra intercettazione, precedente, è del marzo del 2014, che smonta la linea secondo della Juventus “non sapevamo che fossero della ‘ndrangheta”. Agnelli parla con D’Angelo e, riferendosi al capo ultrà Loris Grancini, dice: “Il problema è che questo ha ucciso gente”. D’Angelo replica che “ha mandato a uccidere”.
Nell’interrogatorio in carcere del 3 agosto 2016, Dominello racconta che ha conosciuto Andrea Agnelli a una serata del 2011 in cui c’era D’Angelo, e di aver poi frequentato la sede della Juventus dal 2012, e di aver sempre trattato con Agnelli della vendita di stock di abbonamenti ai capi ultrà.
C’è anche una telefonata in cui D’Angelo rivela al responsabile dei rapporti con la tifoseria Alberto Pairetto (sì il figlio dell’ex arbitro) di aver “paura” di rimanere invischiato in un’inchiesta penale, perché “tutti sapevano dell’estrazione familiare di Rocco Dominello”. Dominello sembra che avesse un rapporto consolidato con l’ex allenatore della Juventus Antonio Conte.
Pecoraro ha detto che “non solo Agnelli fosse consapevole dei rapporti strutturati e delle concessioni fatte in favore dei gruppi del tifo organizzato e di esponenti malavitosi, ma che acconsentiva a tale condotta”.
L’avvocato della Juventus ha chiesto la desecretazione degli atti e ha dato l’ok all’audizione di Agnelli probabilmente ad aprile.