In un anno Sarri ha fugato i miei dubbi. Aveva ragione lui: “tra tre anni saremo come l’Empoli”. Ieri lo siamo stati per un tempo.
Il mio Empoli – Napoli 2-3
– Ho avuto molti dubbi su Sarri. E non nacquero dal pregiudizio che non fosse idoneo e pronto ad allenare in un ambiente le cui pressioni sono ben diverse rispetto alla provincia da cui proveniva.
– I miei dubbi si sono palesati in un preciso momento: alla terza giornata del campionato scorso. Prima di Empoli Napoli. E non perché in due partite totalizzò 1 solo punto, nemmanco quando poi pareggiò anche contro i toscani.
– Più che dubbi, pensai “questo è pazzo” quando dichiarò in conferenza stampa: “l’Empoli è una squadra da non prendere sotto gamba perché sono quelli che saremo noi tra tre anni”.
– A questo aggiunse, per fugare ogni dubbio sulla necessità di avvolgerlo in una camicia di forza: “Saponara è un fuoriclasse che il prossimo anno nessuno potrà permettersi in Italia”.
Sarri col tempo è cambiato
– Dopo un anno e mezzo ne è passata di acqua e di dubbi sotto i ponti e il campo e il lavoro gli hanno dato i risultati e gli elogi che merita, ma rivedere l’Empoli con poco più di 20 punti e che segna meno di Mertens mi ha riportato alla mente il punto più basso del rapporto tra me e Sarri. E ho impiegato molto tempo prima di potermi fidare di lui.
– Sarri col tempo è cambiato. Ieri è stato l’unico a comprendere che la squadra si era completamente seduta, mentre i giocatori hanno iniziato a giocare col tacco e punta e noi già guardavamo sul calendario i prossimi impegni, facevamo i calcoli sulle squadre che inseguono e su chi avrebbe fatto meglio a riposare in vista della doppia sfida con la Juve.
– Roma o Empoli non fa differenza. Non basta stritolare l’avversario se poi non lo cancelli dal campo. Un primo tempo, il solito primo tempo, “magnifico”.
– Tre gol, un rigore sbagliato e Reina che si è fatto notare solo per qualche rinvio sbagliato.
– Doppietta di Insigne, Mertens che ha riscattato l’errore dal dischetto con una punizione dalla distanza maestosa e difesa e centrocampo in perfetta armonia.
Mertens ha rianimato Costa
– Mertens, 20 gol e sempre più in crisi.
– Da menzionare inoltre, il segno del cuscino sulla faccia di Ghoulam e Costa che con quel cognome, un rigore e un assist ha cercato di affondare la sua squadra.
– Sarà un caso, ma nel finale di tempo lo stesso Costa ha dato/ricevuto una capata da Mertens e il giocatore dell’Empoli non ha sbagliato più un intervento.
El Kaddouri non segnava da un anno
– Nella ripresa subito si è notata la differenza: baricentro spostato di almeno 10 metri indietro, senza intensità, senza ritmo e incapace di tenere un pallone tra i piedi per più di tre secondi nella metà campo avversaria.
– I cambi che nella logica avrebbero dovuto garantire più copertura e più corsa invece hanno accelerato il processo masochistico. Diawara non è mai sceso in campo, mentre Giaccherini è riuscito a conquistare una punizione ogni 5 palloni persi.
– Il gol dell’1-3 di El Kaddouri, che non segnava da un anno, è una punizione che si è alzata da terra di un metro. Come ha potuto superare la barriera? C’era solo Insigne o qualcuno, invece di saltare, si è abbassato?
– Il rigore per l’Empoli invece è un errore collettivo che ha avuto il suo culmine nell’entrata di Ghoulam sull’avversario come se si fosse trovato a centrocampo o in un campo da rugby.
Chissà se i cuscini a Parigi, Madrid o Monaco sono comodi come i nostri.
Pucciarelli
– Gli ultimi minuti sono stati pregni di preoccupazione e timore di chi in quegli istanti ha tutto da perdere.
– Il triplice fischio è stato vissuto come una liberazione, impronosticabile alla fine della prima frazione.
– Il momento clou resta Pucciarelli che si è lamentato della sostituzione. Probabilmente aveva la sensazione che prima o poi un pallone lo avrebbe toccato.
– Se il secondo tempo è inaccettabile, in realtà, la giornata appena conclusa ha molti risvolti positivi: l’inespugnabile Empoli è stata espugnata; le distanze da chi ci precede restano invariate, ma per il terzo posto la Lazio e l’Inter non tengono il passo e ora sono rispettivamente a -6 e -8 dal Napoli.
Chiedimi chi era Pacione
– A proposito di inaccettabile, mi auguro che i dirigenti della squadra che si sta apprestando a vincere il triplete non passino alcun guaio giudiziario. Per esperienza so che le conseguenze dello scandalo sono molto peggio dello scandalo stesso.
– Intanto chiedimi chi era Pacione.
– E chiedimi chi è Saponara. Non ho più alcun dubbio su Sarri, ma Lionel Saponara, che oggi nessuno potrebbe permettersi, se gli va bene, fa la panchina di Cristoforo.
– E “l’Empoli è una squadra da non prendere sotto gamba perché sono quelli che saremo noi tra tre anni” è una frase che forse va interpretata. Alla fine Sarri è cambiato, è veramente un mago. La follia che mi fece sorgere una marea di dubbi sulla sua integrità mentale si è avverata. Con qualche mese di anticipo. Il Napoli, come da lui pronosticato, per un tempo è stato l’Empoli.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata