Nella settimana dell’intimidazione al giornalista Malfitano, è grave che il presidente parli di lui come juventino. A Napoli si sta creando un clima di accerchiamento culturale.
La campagna anti-Aids
Ricordiamo una campagna pubblicitaria per l’uso del preservativo anche in chiave anti-Aids. C’era il professore che trovava l’anticoncezionale e con fare punitivo chiedeva di chi fosse. E tutti gli studenti, uno dopo l’altro, si alzano e dicono: «È mio, è mio». Ecco, ci viene voglia di fare lo stesso stasera, dopo le dichiarazioni di De Laurentiis, e dire che siamo anche noi juventini. Il giornalismo on line è un giornalismo fisico. Prostrante, per certi versi. Doloroso per altri. Si subiscono violenze di ogni tipo, anche quelle verbali sono violenze.
Però qui lo diciamo, andando controcorrente e nella speranza che prima o poi questa corrente venga raddrizzata: «È inaccettabile etichettare un giornalista come tifoso di un’altra squadra. Un giornalista è un giornalista. Punto. Deve valere per gli juventini, per i napoletani, per i romanisti. Il giornalismo sportivo, o calcistico, dovrebbe interrogarsi. Cominciare a chiedersi che cosa ci sia di sbagliato se il suo pensiero è sovrapponibile a quello dei tifosi.
Le domande a Zidane
Questa sera, in conferenza stampa al San Paolo, i giornalisti spagnoli hanno chiesto tutti, tutti, a Zidane dei primi 45 minuti. Nessuno ha fatto i complimenti all’allenatore del Real. Hanno svolto il loro di critica. Zidane non si è inalberato né li ha accusati di essere tifosi del Barcellona. Sono giornalisti.
Conoscendo il clima che c’è a Napoli, da tempo, è grave che De Laurentiis dia dello juventino al giornalista Mimmo Malfitano che proprio in settimana ha subito un attacco intimidatorio – non sappiamo da chi – alla propria automobile. Molto grave. Dell’attacco ai giornali del Nord se ne può parlare. Va in quella direzione che acuisce la sinfrome di accerchiamento in tanti napoletani. È una dimensione di soffocamento, non di apertura. Che in questo periodo viene cavalcata sia dal sindaco sia dal presidente del Napoli. E lo scrive chi pensa che spesso Napoli sia bistrattata dai cosiddetti giornali del Nord. Ma di fronte a un atto intimidatorio, bisogna fare un passo indietro. È una direzione che non comprendiamo.