Gabbiadini a Sky: «Dovevo cambiare». Un cambio di prospettive rispetto alle prime dichiarazioni, che però dimentica il solo gol realizzato nelle 9 partite da titolare giocate fino a dicembre.
Cambioverso, ma senza nomi
Come cambia il mondo in un mese. E come cambia, nello stesso mese, la visione delle cose. Manolo Gabbiadini torna a parlare di Napoli, Forte dell’ottimo inizio in Inghilterra, l’ex attaccante azzurro modifica un po’ la prima versione riferita al suo addio. Era già successo, in realtà. Al momento del commiato, al netto dei mancati saluti a Sarri su Facebook, l’ex Bologna e Sampdoria aveva definito come in maniera positiva la sua esperienza sotto il Vesuvio: «Un bellissimo inizio, Ci sono tanti fattori, sono stati anni molto belli. A Napoli sono cresciuto tanto, oggi gioco in Inghilterra, in Premier, non sono mica morto».
Poi, piano piano la cosa è cambiata. Il calciatore ha iniziato a lanciare i primi segnali nei confronti del suo ex allenatore, sottolineando la differenza tra titolari e riserve di Sarri e il turnover scientifico di chi l’ha preceduto, grazie al quale quale si era espresso bene. Tutto giusto, tutto verificabile. Per carità.
Ieri l’ultima uscita, ai microfoni di Sky (ripresa anche dal Mattino): «Napoli? Non potevo continuare più così, finivo le partite e mi sentivo triste, non mi sentivo coinvolto». Non fa il nome di Sarri, ma non ce n’è bisogno.
Che Gabbiadini fosse triste, come dire, ce n’eravamo accorti un po’ tutti. Che però fosse poco coinvolto, almeno all’inizio dell’anno, è un’esagerazione. Gabbiadini ha giocato da titolare un totale di 9 partite, tra campionato e Champions, tra il 21 agosto e il 6 dicembre. Sette su quindici di campionato, due su sei di Champions. In Serie A, due le aveva saltate per squalifica dopo l’espulsione di Crotone. Ebbene, in questi 9 match, Gabbiadini aveva messo a segno un solo gol. Contro il Chievo, in campionato. Il rigore segnato col Besiktas è “arrivato dalla panchina”. Così come le reti d’addio contro Fiorentina e Sampdoria.
Dividersi le colpe
Che Sarri non abbia gestito al meglio, tatticamente e emotivamente, un profilo complesso come quello di Gabbiadini, è sotto gli occhi di tutti. L’abbiamo scritto anche noi. Da qui a far intendere, caro Manolo, che la colpa fosse della “scarsa considerazione” passano appunto queste nove partite. In cui il rendimento di Gabbiadini, il tuo rendimento, non è stato all’altezza. Semplicemente.
Quindi, come dire: cambiare idea ci sta, fa parte della vita. Così come difendere il proprio orticello. Cambiare idea dopo aver segnato un bel po’ di gol in Inghilterra, sentirsi “autorizzato” a toglierti i sassolini dalle scarpe, è un po’ eccessivo. Anche perché basta guardare il ruolino di marcia di chi ti ha “rubato il posto”/”sostituito”: il Milik pre-infortunio, da 7 gol in 9 partite (non tutte da titolare); Mertens, attuale quarto nella classifica cannonieri di Serie A. Loro sono stati più coinvolti di Gabbiadini. Anzi, meglio coinvolti di Gabbiadini. Sicuro. Ma sono stati anche più bravi di lui. Sicuro anche questo.