Dodici partite (o tredici) da qui a fine stagione, e la possibilità di rendere ancora eccezionali i risultati: tutti, però, devono essere uniti. Fuori e dentro il Napoli.

Stagione viva, potenzialmente storica
L’eliminazione in Champions “apre” al Napoli i suoi ultimi due mesi e mezzo di stagione. Insomma, ci siamo e sappiamo. Mancano undici partite di campionato, più la semifinale di Coppa Italia di ritorno con la Juventus. Quindi, o dodici o tredici match da qui al termine di un’annata che sembra iniziata ieri, ma che che è ben oltre i due terzi. E che sta dando al Napoli un’occasione importante: qualificarsi per il secondo anno di fila ai gironi di Champions League.
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Realisticamente, il Napoli non può aspirare che al secondo posto. Realisticamente, il Napoli può farcela. La Roma è avanti di sole due lunghezze e sembra una squadra letteralmente sfibrata da una stagione ancora più lunga, iniziata con un preliminare amaro e che ora sta presentando un conto fisico e mentale molto salato. Superare i giallorossi e centrare l’accesso ai gironi di Champions permetterebbe al Napoli di infrangere un proprio record storico (non ha mai partecipato alla massima competizione continentale per due anni di fila). Ma, soprattutto, di stabilizzarsi dal punto di vista degli introiti e del prestigio internazionale. La strada necessaria per evitare che, da qui a qualche anno, ci sia la necessità di vendere qualche grande giocatore.
Succederà ancora, ovviamente: quando un top club si presenta con un’offerta irrinunciabile al calciatore, trattenerlo è praticamente impossibile. È il calcio di oggi, baby. Ma un bilancio solido ha permesso al Napoli di aumentare di anno in anno il valore dell’organico. Un bilancio ancora più solido permetterebbe di alzare ancora di più l’asticella. Un bilancio più solido si ottiene partecipando alla Champions. Poi c’è la Coppa Italia, e quello è un bellissimo prestigio aggiunto. Da inseguire accanto al secondo posto.
La solidità
Proprio per questo, ora, è necessario dare un seguito alle parole di Sarri e De Laurentiis. Quelle sull’unità per forza di cose, quelle sul rapporto positivo tra presidente e allenatore. Il Napoli, da domenica in poi, avrà solo un altro impegno oltre il campionato. Quindi, una sola partita infrasettimanale. Se da una parte, quindi, non esiste più la necessità di fare turnover se non in casi di emergenza, dall’altra c’è il discorso sulla valorizzazione della rosa. Quello fatto da De Laurentiis (con modi e tempi sbagliati) a Madrid.
Sulla solidità di questo sottilissimo equilibrio il Napoli si gioca la sua stagione. Nel senso: Sarri ha innanzitutto la necessità di schierare sempre la miglior formazione possibile. Quella che gli dà più garanzie, che secondo lui lo conduce al risultato. Oltre a essere un suo “diritto”, ora è un “dovere” fondamentale: non si può più sbagliare. De Laurentiis, in questo senso, deve comprendere la posizione del suo allenatore. Che, a sua volta però, può mostrarsi in grado di dare le maggiori chance possibili ai calciatori realmente in forma. Della serie: fare fino a maggio quanto fatto con Rog nell’ultimo mese. Così è perfetto. Non perché si chiami Rog. Contro il Real Madrid ha giocato Allan. E, fin quando è durato, il brasiliano ha rappresentato una scelta funzionale. Una scelta giusta. Ecco, così.
Dovrà essere la stessa cosa in difesa, a centrocampo. Lo capisca – ma lo sta già capendo -, Sarri. Anche De Laurentiis, però, deve accettare che un Pavoletti – ad esempio – sia ora in coda rispetto a Mertens e a Milik. Perchè il primo continua a far gol, e il secondo è l’alternativa che serve. E il Napoli gioca con una punta. Anche il presidente, forse, sta capendo la dinamica. Il fatto che domani Sarri torni a parlare è sintomo di un rapporto tornato normale. Probabilmente i due non si amano. Ma se si continua a fare certi risultati, non è un problema.
Il terzo anello
Sempre in relazione a questo discorso, un appello ai procuratori. Che sono un po’ il terzo anello di questa catena, che orientano in preventivo (con le loro interviste) l’andamento emotivo dell’ambiente del momento e anticipano il mercato prossimo venturo. Ecco, signori: comprendete anche voi che il momento è delicato, decisivo. Non correte in radio non appena un vostro assistito non va in campo da titolare. Ormai siamo a marzo, il più della stagione è andato. Il presente dei vostri calciatori è già sistemato, il passato non si può cambiare. Il futuro si può iniziare a programmare senza strombazzamenti mediatici. Senza creare ulteriori malcontenti a presidenti e allenatori suscettibili al tema.
L’appello si fa ancora più semplice: cari Bruni Satini vari, voi che sicuramente non leggete il Napolista, fatelo per un solo minuto. Leggetevi un pezzettino che abbiamo scritto oggi, sui signori Carlo Pallavicino e Fulvio Valcareggi. È piccolo, non ci perderete molto tempo. Racconta di due procuratori che vanno in radio e dicono la loro verità. Senza piazzate. Descrivono una realtà, d’attesa e d’amarezza. Ma almeno riconoscono chi e dove sono. Cosa e chi stanno trattando. Ecco, fatelo anche voi. I vostri interventi servono a poco, ora, e fanno solo casino. Aiutate anche voi, il Napoli. Non destabilizzate, non fatelo.
Dovesse andare tutto come abbiamo auspicato, tra presidente, allenatore e procuratori, a quel punto sarà solo il campo a decidere come andrà. Nessuna interferenza. Da quel punto di vista, il Napoli ha dimostrato un di poter far bene. Come dire: ci sarebbe da vincere le partite, non da preoccuparsi.