Il momento chiave è stato la deviazione di Mertens sul secondo gol. Lì il Napoli si è definitivamente spento.
Napoli – Real Madrid 1 – 3
Ero molto indeciso sul cosa avrei dovuto rappresentare oggi:
– Avrei voluto disegnare il goal di Mertens, come simbolo dei 50 minuti in cui abbiamo messo sotto il Real Madrid. A dirlo non mi sembra vero. Abbiamo messo sotto il Real Madrid per 50 minuti. Il Real. Non ne esco più se ci penso.
Torniamo a noi.
– Dall’altro lato pensavo sarebbe stato più giusto disegnare il momento in cui la partita è realmente cambiata, per seguire in maniera precisa lo spirito di questa rubrica; quindi la deviazione di testa di Mertens che ha portato all’1-2. Contro il parere dei miei amici.
Quello è stato il momento in cui il Napoli si è spento, insieme a qualsiasi speranza di qualificazione. Sull’1-1 potevamo ancora sperare nei supplementari. Il secondo goal è stata una condanna.
Ancora una volta c’è stata fatale una deviazione che spiazza Reina. Ieri non abbiamo potuto godere di un miracolo come a Roma. L’avremmo meritato. Meritavamo di restare in partita fino all’ultimo secondo. Ma con squadre così forti la giocata del singolo fa la differenza. Loro hanno tanti singoli. Ne è bastato uno.
A proposito di quel singolo già è partita la storia “difesa zona/uomo”, ma il giornalismo sportivo (ma anche l’Italia intera solitamente) ha memoria breve. Sarri lo disse all’andata in conferenza: Ramos segna sia con la marcatura a uomo o a zona.
Se la difesa a zona fosse stata il vero problema con Ramos allora anche all’andata ne avrebbe dovuti fare due. È un non-problema. Solo un modo per provare ad appannare una prestazione veramente ottima del Napoli.
La mia speranza prima della partita era quella di fargli sudare la qualificazione. Come detto da Sarri: fargli girare i coglioni. Per 50′ l’abbiamo fatto.
E sono contento e orgoglioso.
Grazie Napoli.
Grazie Sarri.
Per quanto riguarda la Champions: ci vediamo l’anno prossimo.
Giovanni Fubi Guida ilnapolista © riproduzione riservata