I voti della strana coppia: Un Napoli esemplare foriero di una stagione di soddisfazioni. L’attesa di bellezza centellinata
REINA – Sembrava una serata di buena suerte per Pepe, cara Ilaria, con quel palo cristiano a prolungare la fortunata scia del sabato romano. Ma il bonus di Reina scade dopo un’ora scarsa e le due frustate del Real Ramos ristabiliscono le distanze tra i lazzari sarriti e il blasone borbonico dei blancos. È ingiusto, senza dubbio, ma è il calcio – 6
L’attesa, Fabrizio, è stata deliziosa. Strade deserte, sirene delle ambulanze in lontananza, sembrava la vigilia di Natale, è vero, ma anche Capodanno. Un’attesa così bella che quasi ti dispiace sapere che ad un certo punto finirà. La parte più bella forse è stata quella: aspettare e vivere l’attesa, in ogni sua più piccola vertigine – 8
Una partita spaccata a metà (o quasi)
HYSAJ – In una partita spaccata a metà o quasi da un Napoli perfetto, l’umile operaio albanese assicura copertura e palle in tribuna all’occorrenza. Tenta persino un tunnel a Kroos – 6
E poi c’è il fischio di inizio, quando tutto diventa inderogabile, quando il futuro inizia a scrivere la sua versione, che non sai ancora quale sarà ma che 90 minuti sono troppo pochi per descrivere. La fine dell’attesa e l’inizio della speranza – 8
ALBIOL – Il discorso per i due centrali è strutturale, di lungo periodo. Chiariamoci: l’ispanico gioca meglio di Koulibaly, nonostante qualche scontato sbaglio in uscita. Ma a pesare sulla media è l’amnesia corale e recidiva sui due calci piazzati che fanno risorgere i madridisti. A maggior ragione se si pensa che sabato a Roma lui e KK le avevano prese tutte di testa – 5
Siamo al pub, naturalmente. Abbiamo cambiato tavolo: Roberto, il proprietario, si è ricordato che l’ultima volta che ci siamo seduti a quello centrale il Napoli ha vinto e così abbiamo ribadito. C’è grande serietà quando le squadre si allineano in campo. Un’atmosfera solenne, come solenne è l’urlo a cui decidiamo di partecipare – 8
Estasi e tormento
KOULIBALY – Alterna estasi e tormento. Come quando chiude alla perfezione gli spazi a Bale oppure dona all’improvviso un pallone a Modric. Per il resto vedi alla voce Albiol, sempre come discorso strutturale – 5
Il signore del tavolo dietro al nostro intima a mio figlio di non parlare durante la telecronaca. Nonostante il volume sia al di sopra della soglia consentita e sopportabile di decibel e nonostante la voce di mio figlio sia così flebile da non essere udita neppure dal suo vicino. ‘O criatur adda sta’ zitt, recita il suo labiale, pur sciorinando invece parole più pacate. Mio marito si gira a fulminarlo con lo sguardo. È quello il momento in cui inquadrano Marcelo. Il tempo, all’improvviso, si ferma… – 8
GHOULAM – Un creatore che dà forma e sostanza alla spietata fascia di sinistra. Tra i migliori – 7
Fermo immagine su Marcelo. Gli occhi di mio marito abbandonano il volto dello zittitore solitario e si rivolgono all’immagine sul video. “Ficarraaaaaaaaaaaaa”, si sente un urlo indistinto che proviene dalla pancia del tifo. Mi accordo che quella pancia appartiene a mio marito. Un urlo indigeno che cattura anche il signore che voleva zittire mio figlio: ride, e scopre per la prima volta la somiglianza. È l’unico a Napoli a non averci mai pensato. L’atmosfera torna conciliante: ‘o criatur, mo’, po’ parlà – 8
Allan stronca e riparte
ALLAN – A sorpresa, Sarri lo preferisce a Rog e Zielinski e lui ripaga la fiducia del condottiero in tuta. Comincia alla grande, andando a duellare persino con Ramos. Stronca e riparte e così all’infinito, fino alla sostituzione – 7
Sono passati sedici minuti e mi ritrovo a pensare che sono stati 960 secondi di dominio totale. È così straordinario e inaspettato vedere il Napoli mettere in difficoltà il Real Madrid al San Paolo che inizio a centellinare il tempo, a giocarci come sabbia tra le mani, cercando di trattenerne più granelli possibile. Una sensazione da brivido, Fabrizio: trattenere il tempo come il fiato. Un’apnea di meraviglia – 10
Il virgulto Rog
ROG dal 56’ – Dà conferma di essere un meraviglioso virgulto di vigore e di valore. Entra e ha la faccia tosta di andare al tiro, più di una volta. Avanti così – 6,5
I minuti sembrano dilatarsi. Sono 17 quelli di gioco eppure dall’ultima volta che ho guardato il cronometro, un minuto fa, mi sembra che ne siano passati 20. È strano perché quando si gioca così veloce dovrebbe accadere il contrario. Mi scopro a comprendere che non solo mi sono goduta tutta l’attesa, ma sto assaporando ogni attimo come se fosse cioccolato fondente accompagnato da whisky – 7
DIAWARA – Vederlo al centro del campo e dominare la scena con il corpo e la mente, sempre nell’ora perfetta degli azzurri, è uno spettacolo di grande bellezza – 7
Indosso un grande ciondolo a forma di corno, tutto bianco. Me lo ha regalato un caro amico tre anni fa. Mi disse, consegnandomelo: ‘È un corno certificato, l’artigiano che lo ha fatto mi ha detto che è garantito’. Lo avevo perso di vista per tanto tempo, finché, qualche giorno fa, lo avevo ritrovato in un cassetto. Da lì a decidere di inaugurarlo stasera è stato un attimo – 8
Due giocatori in uno: il Capitano
HAMSIK https://www.ilnapolista.it/2017/03/hamsik-napoli-real-madrid/ – Il Capitano è due giocatori in uno e le due fasi sono sontuose. L’ultimo passaggio a Mertens, per l’uno a zero, è il suo. Un solo neo: i due o tre appoggi di prima sbagliati, sempre all’indietro. Da uno di questi origina il calcio d’angolo del pareggio del Real Ramos – 7,5
Me lo sono accarezzata per tutto il tempo, il corno. Liscio liscio come il tempo perfetto che mi si stava srotolando attorno. Una sensazione di benessere che solo una pietra fortunata sa regalarti. Tipo quando d’estate entri in uno di quei negozietti pugliesi in cui ci sono tutti minerali con etichette a spiegarti le proprietà benefiche che hanno. Quel corno è stato tutto, stasera: minuti interminabili e pienissimi dentro. Miei – 8
ZIELINSKI dal 75’ – Un quarto d’ora inutile, purtroppo – senza voto
È stato così bello, Fabrizio, che vale la pena indugiare ancora un attimo. Quel San Paolo denso denso, quei visi luminosi per il solo fatto di esserci. Quelli che ci tornavano dopo trent’anni, pure, e che in qualche caso hanno ritrovato lo stesso posto di allora. Quei canti dal primo minuto. Il San Paolo – penso quando non sono neanche passati 20 minuti – sta facendo il suo dovere, stasera. È bellissimo come lo è stata l’attesa, come sono questi miracolosi minuti di calcio – sv
Lo stalker implacabile
CALLEJON – La sua fascia contribuisce all’intensità ma in termini di gioco è inferiore a quella di sinistra. In ogni caso, quando si tratta di fare pressing, Callejon è uno stalker implacabile – 6,5
Callejon mi è sembrato un gigante quando si è quasi avventato su Navas. Lui filiforme con il calzettone altissimo che difende la voglia che ha questa squadra di vincere perché se lo sta meritando. Un incastro perfetto – 7
Capodanno napoletano
MERTENS – Fischio d’inizio e va immediatamente al tiro. Al 24’ segna il gol dell’illusione, di sinistro, al culmine di un’azione da accademia. Al 37’ poteva dare il colpo di grazia ma stavolta il palo punisce noi – 7
Poi arriva lui. È il 24’. E all’improvviso sono le 24 del trentuno dicembre. Un’esplosione che avvolge tutto. Anche in quell’attimo ho deciso di fermarmi. È stato come uscire dal corpo e volteggiare nel budello del pub, toccare tutte le mani, i visi sorridenti, gli occhi lucidi, le anime che non se lo aspettavano. Mi fermo a guardare i fuochi di artificio con una pace sorprendente nel cuore. Penso: chissà se i miei figli, un giorno, si ricorderanno questo momento, questo primo tempo sorprendente. Se non lo faranno loro, lo racconterò io ai loro figli – 10
La danza di Lorenzo
INSIGNE – Che Dio conservi a lungo l’intesa tra lui, Hamsik e Ghoulam. Danza sulla linea del fallo laterale da cima a fondo – 7
L’arbitro fischia il primo spezzone di partita. Intervallo. Uno dei nostri amici va a fare un bancomat poco lontano. Quando torna ci racconta che il tizio in fila davanti a lui, visibilmente scosso, lo aveva guardato stralunato esclamando: “Questa partita mi sta uccidendo”, prima di scappare via per tornare anche lui davanti alla tv. Fuori dal pub un tale parla al telefono con uno che, bontà sua, neppure sta vedendo la partita, e gli dice: “Io so come finisce. Gli facciamo gol al 90’ e li sbattiamo fuori”. Non riesco ad evitare che gli occhi mi volteggino verso il cielo, la birra mi va di traverso e tossendo attiro la sua attenzione: ora sono io che sto per morire sotto i colpi di quel pronostico – 8
MILIK dal 70’ – Non si vede mai – senza voto
È nell’intervallo, dunque, che si è giocato tutto. Quando l’ansia è stata spezzata dalle birre da sostituire in tavola, quando i primi commenti hanno ammazzato lo spirito gladiatore, quando il tempo ha ripreso a scorrere a velocità normale. La fine del primo tempo ci vede pareggiare con l’ipotesi di andare ai supplementari. È un’ipotesi al di là delle aspettative. Palla al centro e si ricomincia. Non è più speranza, è realtà. Dev’essere stato questo che ha rotto la magia – sv
55 minuti da conservare con cura
SARRI – Anche trent’anni fa, il Napoli eliminato al San Paolo dal Real Madrid fu esemplare. Da applausi. E foriero di una stagione di soddisfazioni. I primi 55 minuti sono da conservare con cura – 7
Il vero Napoli è quello del primo tempo o del secondo? Ma che domanda è, Fabrizio? Non prelude a vittorie infinite il Napoli visto in campo stasera per 55 minuti? Seriamente, daresti indietro anche un solo secondo di questa serata, di questo giorno, di quest’ultimo mese o due? Di oggi, restituiresti anche solo un attimo al Padreterno? Cambieresti qualcosa in questo Napoli che ha riempito il San Paolo e non ha fatto rimpiangere a nessuno, neppure per un attimo, di essere lì? Non è questo che dovrebbe fare la squadra di cui sei innamorato, Fabrizio? – 8
Pop corn per godersi lo show
DE LAURENTIIS – In una serata in cui, come osserva Sacchi, ci devono essere solo comunione, elogi e applausi, il Presidente trova comunque il modo di dividere. Stavolta sproloquiando contro il giornalismo del nord – 5
Io amo gli show del nostro Presidente. Un tempo era Berlusconi: ti mettevi davanti alla tv aspettando l’ultima esternazione con i pop corn in una mano e la birra nell’altra. Ci mancava poco che indossassi gli occhiali 3d per goderti meglio lo spettacolo. Ti chiedevi cosa altro mai avrebbe partorito il genio che era stato capace di cambiare la nazione. Oggi c’è De Laurentiis. Che dopo qualche secondo in cui parla della partita si avvita in discorsi Nord contro Sud che ti tengono a bocca aperta a chiederti perché, che quadro c’è dietro, che disegno si è fatto nella testa, se c’è un motivo recondito perché dica quelle cose proprio oggi. Come te lo eri chiesta dopo la partita di andata. Tremi, pure, quando mette in mezzo Malfitano. Pensi che magari adesso inciterà alla guerra civile. Ti spaparanzi un po’ di più in poltrona e continui ad ascoltare. Una follia – 5
Si aprono praterie sconfinate
ARBITRO CAKIR – Un turco in terra napoletana. Tra spagnoli e saraceni questa partita è stata un compendio di storia. Quanto all’arbitraggio non ci sono state sviste – 6
E poi il Presidente diventa bambino. Alza le mani e sorride alla mamma: “Non smettete di sopportarmi – dice – perché io ho i dieci secondi ma poi mi calmo, perché vi voglio bene”. È tutto lì, Fabrizio, questo Napoli. Figlio di De Laurentiis e a tratti dipinto a sua immagine e somiglianza. Ma sinceramente, Fabrizio, il Napoli che ho visto in campo stasera è tutto quello che voglio vedere. Magari al netto della follia presidenziale. Ricomincia l’attesa e il cammino verso le sconfinate praterie che si aprono davanti ai nostri occhi dopo quei 55 minuti. Tutto ancora da vivere. È (stato) bello esserci – 6