Affidiamo la serie A agli ex arbitri: sono tutti imparziali e obiettivi. La differenza tra Mertens e Pavoletti è quella tra l’Atalanta contro il Napoli e contro l’Inter
Il mio Napoli – Crotone 3-0
– Nelle partite successive alla Champions, non so mai cosa aspettarmi.
– L’incredibile Barcellona ha perso contro il Deportivo La Coruna (quartultimo prima di questa partita); il Real ha offerto una prestazione orrenda ed è riuscito solo nel finale a strappare la vittoria al Betis grazie all’inedito gol di testa di Ramos colpevolmente marcato a uomo; il Dortmund è stato battuto dall’Herta e il Psg ha rischiato di pareggiare contro l’ultima in classifica. Sono riusciti a vincere senza patemi solo il Bayern e l’Arsenal che ha però incontrato in coppa una squadra che gioca a calcio solo per hobby.
– Il rischio di pensare ad una passeggiata contro il Crotone, dopo la grande euforia per i famosi 55 minuti col Real, era molto alto.
– Normale quindi il massiccio turnover e normale è stato non prendere sottogamba la partita, seppur i calabresi navighino nei bassifondi della classifica e che si siano presentati al San Paolo con la classica maglia da sconfitta: una divisa verde pistacchio, seconda in bruttezza solo alla Sprite dell’Inter.
Pavolento
– Le curiosità predominanti, oltre all’approccio post Champions, si sono indirizzate sulla formazione. Strinic, Rog, Chiriches e in particolare i riflettori si sono soffermati su Pavoletti che ancora non è riuscito a togliersi la sabbia dalle scarpe.
– Il cingolato ex Genoa è sembrato meno avulso dal gioco, toccando sicuramente più palloni rispetto al passato. Lontano dalla porta ha partecipato molto di sponda, mentre in area di rigore, pur sbattendosi e sfiorando il gol di testa, ha confermato che c’è ancora bisogno di molto olio.
– Qualche maligno già lo chiama Pavolento.
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L’Atalanta double face
– Chi invece non si ferma più è Insigne: al di là del rigore procurato e realizzato e del bel gol sul filo del fuorigioco, è stato il migliore in campo. Ha trovato una continuità di rendimento tale che Sarri non riesce e non vuole separarlo dal campo nemmeno se di fronte c’è una squadra che gioca per hobby o il Crotone in divisa pistacchio e un portiere con la maglia del defunto Parma.
– Con la doppietta di ieri ha raggiunto le 10 segnature, mentre degli assist abbiamo perso il conto da tempo.
– Un altro che non conosce soste nelle realizzazioni è Mertens. Il suo rigore è il gol numero 19. La differenza di velocità di movimenti e di pensiero che si nota tra il belga e Pavolento è la stessa che passa tra l’Atalanta vista a Napoli e l’Atalanta che ha preso 7 paccheri dall’Inter.
– Bene Strinic, molto bene Jorginho. Da rivedere invece sia Rog che Chiriches. Mi aspettavo un impatto diverso dal croato. Con Juve e Roma aveva dimostrato forza, carattere, tecnica e intelligenza. Pensavo che con Crisetig e Capezzi avremmo assistito ad una specie di massacro, mentre il buon Marko si è un po’ adeguato agli avversari e si è fatto notare più per la vanga che per il compasso.
Le nuove linee guida per rigori ed espulsioni
– Ha anche rischiato una seconda ammonizione per un fallo scorbutico che ha fatto infuriare Nicola, ma, seguendo le nuove linee guida di questo campionato atte a giustificare le cecità arbitrali, il Crotone ha fatto troppo poco per beneficiare di una espulsione.
– Nicola invece ha 15 punti in classifica ed è stato espulso per proteste.
– Nel post partita ha calcato la mano con un piagnisteo calabrese, adducendo che l’espulsione di Rog avrebbe probabilmente cambiato le sorti in campo.
Esattamente come all’andata quando 11 contro 10 abbuscò lo stesso.
– In realtà poi si è scoperto che si è incazzato perché il Napoli ha regalato 2 punti ciascuno a Pescara e Palermo (ultime insieme al Crotone) e di questa cosa non si è fatto capace.
– Chiriches mi è piaciuto quando c’era da intervenire, chiudere i varchi e seguire la linea difensiva. Nell’impostazione è stato invece l’uomo in più per i calabresi.
Il Napoli subisce reti anche se gioca da solo
– Il Napoli ha vinto in scioltezza, pur non disputando una partita da 55 minuti col Real. Importante non aver preso gol e non c’entra nulla che il Crotone non avesse la forza di realizzarne. Quest’anno si subiscono reti anche se si scende in campo da soli.
– Importante che coloro che non scendono in campo con maggiore frequenza si siano fatti trovare pronti o siano in procinto di togliere la zappa dai piedi o la sabbia dalle scarpe.
– E importante soprattutto l’aver conquistato i tre punti nonostante la Champions in settimana.
– Questa gara si va inoltre a incastrare perfettamente nel week end delle polemiche arbitrali da cui non posso esimermi. Oltre alla mancata espulsione di Rog, si è discusso su entrambi i rigori assegnati agli azzurri.
L’arbitro è l’alibi dei perdenti
– Premesso che bisogna fare i complimenti alla Juve: non molla mai e crede fino all’ultimo secondo, e oltre, nell’intervento dell’arbitro. Premesso che dopo il penalty contro il Milan, qualsiasi cosa accada in qualsiasi area è sempre rigore e premesso che le nuove linee, che ho scoperto in queste ultime partite, collegano le prestazioni ai favori o agli errori, possiamo dire con assoluta certezza che i rigori c’erano perché il Napoli ha fatto un possesso palla dell’80% e ha tirato più del triplo rispetto al Crotone.
– Posso inoltre affermare che il primo lo avrei fischiato anche se non fossi stato tifoso del Napoli, mentre il secondo è discutibile ma, interpretando come piace a me il regolamento, lo avrei concesso perché l’ombra del difensore si scontra con quella di Cuadrhamsik e lo fa cadere. In ogni caso, è netto perché stavamo dominando e la difesa calabrese non era ben posizionata. Si dice così, giusto?
– Chi dice il contrario fa chiacchiere da bar e l’arbitro è l’alibi dei perdenti.
– In ogni caso attenderei il responso finale di Sconcerti.
Ma che bravi gli ex arbitri
– Detto questo, per risolvere la questione, farei dirigere le partite agli ex arbitri che, da quando hanno smesso, ci deliziano con le loro lezioni bacchettando gli attuali e per magia hanno scoperto l’obiettività e l’imparzialità. Sconosciute fino a quando indossavano la giacchetta nera/gialla.
– Detto questo, negli ultimi giorni abbiamo imparato che, a prescindere dal fallo, i rigori sono netti se la squadra merita di vincere; che la compensazione davvero esiste: le squadre che a turno vengono danneggiate dalla Juve, usufruiscono di un rigore fasullo nella successiva contro chicchessia; che l’agognato sorteggio arbitrale integrale è una cazzata: tra Rizzoli, Mazzoleni, Orsato, Valeri, Doveri, Massa, Irrati, Tagliavento, Rocchi che differenza c’è?; che se il Crotone dovesse presentarsi fino all’ultima partita con la maglia pistacchio non farà nemmeno più un punto.
– Alla fine non è cambiato niente. Le distanze restano immutate. Seppur sia ripartita Piolilandia, “la Champions è diventata una formalità” e che i 7 gol dell’Inter sembra che valgano più di 3 punti.
– Mi fa specie inoltre che quando si parla di Inter, si parli inevitabilmente di Napoli. E non della Roma, che ha sì due punti in più, ma è a pezzi.
– Domenica intanto si va a Empoli. Mai siamo riusciti a vincere al Castellani. Anzi, in passato, è stato teatro di mazziate clamorose da far impallidire persino Gasperini.
– Direi che è giunto il momento giusto per sfatare il tabù e vincere. Magari con un rigore al 99′ o una acrobazia di Pavolesto.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata