Interviene anche il Movimento Cinque Stelle: «Stupisce che la Figc cerchi di screditare l’Antimafia. Se Uva vuole il bene dello sport, collabori».
Ovviamente dichiarazioni così gravi come quelle di Michele Uva non sono passate inosservate. Il dg della Figc – ricordiamo, ex braccio destro di Tanzi e Cragnotti – ha definito quello allestito dalla commissione antimafia contro la Juventus un processo mediatico e ha invitato l’Antimafia a occuparsi d’altro, di cose più importanti rispetto alla vendita di biglietti in una curva.
Rosy Bindi
Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, ha dichiarato: «La Commissione parlamentare Antimafia non fa processi, men che meno mediatici. Di questo si cerchino altrove le responsabilità. Preoccupa che il dg della Federazione gioco calcio ritenga che ciò di cui ci stiamo occupando non sia una cosa seria. Ciò che fa male all’ Italia sono le mafie, anche quando si infiltrano nello sport nonché la sottovalutazione di questo fenomeno. L’inchiesta della Commissione proseguirà a tutto campo».
Claudio Fava
Duro anche il vice presidente Claudio Fava: «Se il direttore generale della Federcalcio definisce “una cosa banale” un’inchiesta penale sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel circuito del tifo organizzato c’è da essere preoccupati. Se poi si chiede alla Commissione Antimafia persino di “occuparsi d’altro” c’è da essere anche imbarazzati».
Il movimento Cinque stelle
Sono intervenuti con una dichiarazione anche i membri del movimento Cinque stelle della Commissione Antimafia: «Ogni volta che si cerca di sottolineare la gravità dell’infiltrazione mafiose in un specifico ambiente sia esso politico, imprenditoriale o sportivo, si osserva lo stesso tipico atteggiamento ormai vetusto: la negazione.
Stupiscono le parole di Michele Uva, direttore generale della Figc, perché invece di ravvisare quanto non solo sia possibile ma già diverse volte accertato il pericolo delle infiltrazioni delle mafie nel mondo del calcio, quanto occorra lo sforzo comune di tutti per fronteggiare questa minaccia, ecco che si cerca di screditare l’organismo parlamentare della commissione Antimafia”.
«Si spera sempre in un atteggiamento di collaborazione, di presa di coscienza, ma ci siamo abituati a questa delusione dal mondo politico, ora tocca anche al mondo sportivo. Non abbiamo certo bisogno del mondo del calcio per avere ribalta, perché forse sfugge al Dg Uva che le mafie hanno già tutta la ribalta che desiderano. Di negazione della verità, di negazione di un fenomeno così infame non solo sono pieni i libri di storia ma ne abbiamo avuto più che a sufficienza. Quindi non offenda il lavoro della commissione e se vuole per davvero fare il bene per il mondo sportivo assicuri una leale collaborazione e non cerchi una ribalta attaccando un lavoro serio e fondato”.