Agnelli faccia come suo zio Gianni che ammise dipagare il racket. Si faccia promotore di un incontro con tutti i presidenti: liberiamo le curva e il calcio dalla violenza.
Serve la collaborazione di tutti
Le intercettazioni pubblicate dall’Huffington Post raccontano drammaticamente il ricatto della ‘ndrangheta nei confronti della più importante società calcistica italiana. Esprimiamo subito la più convinta solidarietà al presidente Andrea Agnelli e alla stessa società della Juventus.
Siamo al loro fianco perché sappiamo cosa significhino le minacce, il clima di violenza. Dobbiamo liberare gli stadi dai gruppi organizzati che ogni domenica controllano le curve, tutte le curve.
Saremo al fianco del presidente Agnelli se decidesse di promuovere un incontro con i presidenti delle altre società calcistiche, dal nostro presidente De Laurentis a quelli della Roma e delle altre squadre, per decidere insieme una strategia di contrasto.
Liberiamo gli stadi dalla violenza rendiamo trasparenti le società, riconsegniamo ai giocatori e ai tifosi la centralità nella gestione dei campionati, non più condizionati dalle esigenze delle televisioni commerciali e della pubblicità.
Gianni Agnelli e il pizzo pagato dalla Rinascente
Presidente Agnelli, a pochi giorni dal doppio appuntamento di Napoli sarebbe un bel segnale se lei si comportasse come l’Avvocato suo zio Gianni Agnelli che consentì al dottor Tramontana, allora amministratore delegato del gruppo Rinascente, di ammettere di pagare il pizzo a Cosa nostra e di fornire i riferimenti bancari estero su estero dove avvenivano le transazioni.