Sarà sentito come testimone, lo ha richiesto l’avvocato di Rocco Dominello l’uomo che faceca da trait d’union tra la Juventus e la tifoseria organizzata. Sarà sentito anche il capo dei Viking

Richiesta dell’avvocato di Dominello
Alla fine Andrea Agnelli sarà in Aula, sentito come testimone al processo Alto Piemonte sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella regione. La sua testimonianza è stata richiesta dall’avvocato di Rocco Dominello l’uomo che faceva da tramite tra la Juventus e la tifoseria organizzata per la gestione dei biglietti. Dominello è indagato per associazione mafiosa ed è figlio di un ex appartenente alla ‘ndrangheta successivamente dissociatosi. L’avvocato di Dominello, Domenico Putrino, nelle scorse settimane aveva dichiarato che era sua intenzione chiamare a deporre il presidente della Juventus. E lo ha fatto. «Visto che Agnelli sarà ascoltato dalla commissione antimafia, riteniamo che sia doverosa la sua presenza anche qui visto che è in questa sede che si sta discutendo della vicenda».
Fu l’avvocato a confermare i loro incontri
A proposito del rapporto Dominello-Agnelli si è scritto tanto in queste settimane. In un primo momento Agnelli aveva negato ogni rapporto, poi dichiarò che i due si sono incontrati ma sempre alla presenza di altre persone. Fu proprio l’avvocato di Dominello Ivano Chiesa a rompere gli indugi e a dichiarare che «i due si sono incontrati più volte, da soli e in compagnia di altre persone. E ha ragione Agnelli a dire che non ha mai incontrato mafiosi perchè Rocco Dominello non appartiene alla ‘ndrangheta». C’è stato poi il caso della intercettazione mal riportata dal procuratore della Figc Pecoraro a proposito di una telefonata in cui Agnelli avrebbe detto che conosceva il profilo familiare e quindi la provenienza dubbia di Dominello. Telefonata in cui invece a parlare non era Agnelli.
La giustizia sportiva
Restano, ovviamente, dal punto di vista della giustizia sportiva, i rapporti intrecciati tra società Juventus e tifoseria organizzata, il club vendeva loro i biglietti consapevoli che sarebbe stato utilizzati per fare bagarinaggio. Ai fini della giustizia sportiva – lo abbiamo scritto tante volte, ma è bene ripeterlo – conta zero se Agnelli sapesse o meno degli eventuali rapporti di Dominello con la ‘ndranghta. Conta la collaborazione con la tifoseria organizzata e l’avallo del bagarinaggio.
“Dominello era solo un ultrà come tanti che riceveva biglietti dalla Juventus”
Quel che colpisce è il coinvolgimento, sia pure come testimone, di Agnelli nel processo penale. Processo in cui nessun dirigente della Juventus è indagato. È stata una scelta forte quella dell’avvocato di Dominello, che espone il presidente Agnelli a un bagno mediatico di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Neanche la compagnia in Aula rende lustro ad Andrea Agnelli. Con lui, infatti, sarà ascoltato come testimone anche Loris Grancini storico leader del gruppo Viking. È ancora l’avvocato di Dominello a spiegare: «Grancini recentemente ha dichiarato di aver ricevuto mille biglietti dalla Juventus. A questo punto per me è interessante chiarie se anche dietro Grancini c’è la criminalità organizzata, oppure se questa pratica continua e Dominello, che ricordo è un incensurato, era solo uno dei tanti ultrà che riceveva i biglietti».
L’archivio del Napolista sul caso Juventus-ultras-bagarinaggio-‘ndrangheta