Lazio-Napoli, la partita non guardata: l’ibernazione preventiva per Callejon, il razzismo (o cretineria) da stadio. E il calcio, che è realtà e non circo.
Razzismo, o cretineria, o cretinaggine
Due cose per cominciare, devo ritornare sull’argomento razzismo da stadio, ma forse dovrei dire stupidità, ma forse – meglio ancora – dovrei dire cretineria, cretinaggine, o come diavolo si dice. Partiamo con i tifosi dell’Atalanta che nell’anticipo di sabato se ne sono usciti con il coro “Noi non siamo napoletani”. Ma davvero? Ma veramente fate? Dobbiamo seriamente ricordarvi – per l’ennesima volta – che siete bergamaschi? Purtroppo per voi e senza offesa.
Cari tifosi dell’Atalanta, ma ci vedreste a passare una domenica pomeriggio a cantare: Noi non siamo bergamaschi? Ma saremmo ridicoli, stupidi. È ovvio che noi siamo napoletani e voi no. E – in questo caso – non ci dispiace per gli altri, sono un po’ fatti vostri. Non ci sentirete mai cantare “Noi non siamo romani”; “Noi non siamo torinesi”; “Noi non siamo milanesi”, perché immediatamente quello della poltroncina di fianco ci guarderebbe come si guarda un imbecille facendoci vergognare.
Lapilli
E veniamo a Lazio – Napoli, torna il coro meno intelligente di tutti i tempi: “Vesuvio lavali col fuoco”. Io poi qua cito così, ma magari gli autori del coro hanno previsto i due punti tra Vesuvio e lavali, vai a sapere. Cari tifosi della Lazio, cari aquilotti caduti in volo (questo ora siete, canterebbe Battisti), cari tifosi tutti, se volete augurarci una fine come si deve – bella o brutta che sia – dovreste concentrarvi, impegnarvi un po’ di più. Il Vesuvio non lava: brucia, ma con la lava. Volevate giocare con le parole? Non ci siete riusciti. E poi perché non usate tutto il linguaggio vulcanico: Eruzione, fumo, cenere, calore, lapilli. Ecco, i lapilli, come mi piacevano al tempo della scuola.
Cari aquilotti non trovate che lapilli sia una parola bellissima? Dubito che troviate, non trovereste nemmeno la macchina nel parcheggio della Coop, così come i vostri difensori non troverebbero Insigne nemmeno col Google Maps. Aquilotti cari, aquilotti carissimi, ma vi immaginate se ci mettessimo a cantare in risposta cose del tipo: “Oh, Ponentino spazzali con forza”, oppure una cosa tipo: “Raccordo anulare bloccali per sempre, raccordo anulare bloccali per sempre”. Vedete? In due secondi sono stato già più divertente di voi. Siate fantasiosi, diomio, sfottete come si deve. Pure a offendere bisogna essere capaci, ma prendere in giro è molto più difficile, che cavolo è successo alla fantasia da stadio?
Niente a che vedere col circo,
né acrobata né mangiatore di fuoco,
piuttosto un santo a piedi nudi
Gli stessi capelli, lo stesso gel
Parliamo della partita. Faccio mio un desiderio espresso sui social network dal mio amico Umberto che ieri sera ha chiesto ufficialmente l’ibernazione estiva per Callejon, a ogni estate per la sua insostituibilità. E ha ragione perché l’ibernazione è cosa diversa dalla duplicazione o clonazione; l’ibernazione ci consentirà di avere lo stesso Calle, stessi capelli, stesso gel, stesso taglio dietro la difesa nei secoli dei secoli, amen. Che calciatore straordinario.
Sto leggendo un libro molto bello “Leggenda privata” di Michele Mari, autore già citato almeno un paio di volte in rubrica, uno dei miei scrittori preferiti. Si tratta di una biografia, di un romanzo, di un saggio sui mostri, quelli dell’infanzia, quelli privati, appunto. Mari rievoca i mostri della sua giovinezza e li rimette in gioco, cosa che ha in fondo ha fatto in tutta la sua opera. Nelle prime pagine del libro leggiamo una frase:
Se però pensate si trattasse di puro terrore vi sbagliate, perché c’era qualcosa in quell’effettivo terrore, che lo inquinava, ed era la consapevolezza della cosa.
Penso che le altre squadre abbiano il terrore di giocare contro il Napoli, gli azzurri sono il mostro di ogni infanzia che non vorresti mai trovarti davanti. È un terrore consapevole, come scrive Mari, perché c’è “la consapevolezza della cosa”. Il terrore pure nasce dall’ignoto, il terrore ragionato è generato da qualcosa che si conosce ma che non si sa come affrontare e fa paura.
Il circo, il terrore
Anche le squadre più forti contro il Napoli, in preda a quel particolare terrore, devono inventarsi qualcosa di diverso: vedi la Juve che si è trasformata nell’Empoli, vedi la Roma che ha fatto il Palermo per 85 minuti (fallendo), e così via. La Lazio non ha saputo far altro che essere se stessa, una buona squadra, niente di più. Una squadra che davanti al terrore è rimasta pietrificata. Ecco cosa è il Napoli, ecco cosa sarà: il più terribile mostro della vostra infanzia che viene a prendervi nel sonno per lanciarvi nel baratro. Sarà così che contro il Napoli non saprete mai che fare. E questo non è un circo, è il gioco del calcio, è la realtà.
Il mostro più mostro di tutti, quello che ha guidato la banda e che ha fatto a brandelli la Lazio come in un combattimento medievale, è stato Lorenzo Insigne: il mostriciattolo da Frattamaggiore – questa piacerebbe anche a Michele Mari, un luogo con un nome così non può che essere frutto della fantasia. “Frattamaggiore: il regno”, la serie, solo al San Paolo o su Netflix.
Mi pare che Insigne sia diventato il calciatore italiano più forte o c’è qualcosa che mi sfugge?
A voi non sarà sfuggito che sono mesi che il ragazzo non scende sotto il 7 in pagella, a voi che nulla sfugge non sarà sfuggito che ieri ha salvato pure un gol sulla linea di porta. Ci chiameremo Fantasmanapolia, prendendo in prestito un altro libro di Mari che è “Fantasmagonia”; tutto questo non vuol dire che qua e là non ci batterete, vuol dire solo che vi mettiamo e metteremo tantissima paura.
Notizie a margine
- I buuuh a Koulibaly hanno mandato in confusione l’arbitro: “e mo’ per chi saranno?”.
- Ieri a mezzogiorno ho visto una doppietta di Zaza, cose che succedono nel campionato spagnolo, Granada e Valencia giocavano a dieci all’ora.
- I nostri ragazzi del Watford hanno preso una scoppolona ma è giusto così, gli Spurs sono molto più forti. Coraggio.
- Mi piacerebbe fare un collage sui titoli che ho letto sull’Inter quest’anno, tutto e il contrario di tutto nel giro anche di poche ore. Molta colpa dei giornalisti, l’Inter ha solo fatto l’Inter.
- «È colpa tua, è colpa tua». Nemmeno nella peggior canzone di Paola & Chiara.
- #IoStoConSarri, il fenomeno.