Sassuolo-Napoli, le pillole di Trapani: tutto ha influito, ma non si può giustificare la mancata distruzione di una squadra che al Mapei Stadium ha perso contro chiunque.
Il mio Sassuolo – Napoli 2-2
– Sembra sempre che nel destino di questa squadra ci sia un evento imprevisto che ogni stramaledetto anno si verifica stravolgendo un percorso che ormai da giorni appariva, finalmente, senza intoppi.
– Si oltrepassano ostacoli ben più rognosi, si scalano montagne e proprio nel momento in cui ci si appresta a percorrere la tanto agognata discesa, ecco il classico invisibile bastone tra le ruote o un fosso ben coperto che ci fa cadere.
– È vero anche che nel nostro destino, il ruolo che ci siamo ritagliati è sempre quello che ci vede rincorrere. E rincorrere vuol dire, specie nei finali di stagione, non sbagliare mai.
– Gli errori del passato ci frenano, si dimenticano per ripartire, si migliora, si superano difficoltà, si cresce, si raggiunge una sorta di perfezione e quando ormai ci convinciamo che niente può più fermarci, e che la nostra rincorsa è lì lì per compiersi, ecco che si rimaterializzano i fantasmi o i singoli episodi del passato contro, il più delle volte, il meno temibile degli avversari.
Cronologia dei rimpianti
– L’Udinese lo scorso anno, il rigore alle stelle di Higuain all’ultima giornata contro una Lazio alle corde, uno scialbo 0-0 casalingo con la Samp, una rovesciata allucinante di Mauri, un 1-2 sempre con l’Udinese con gol di Inler da casa sua. Queste sono solo alcune tra le più recenti cicatrici che ci portiamo dietro e che nel computo finale di una stagione hanno rappresentato l’amaro crocevia di un obiettivo sfumato.
– Non voglio fasciarmi la testa prima che la caduta ne riveli le ferite, mancano ancora 5 partite ed alcune per nulla scontate, ma è singolare come in quasi ogni stagione, quando tutto lascia presagire che gli eventi stiano per volgere a nostro favore, si inneschi un meccanismo perverso, autolesionista e spesso sfortunato che di fatto ci penalizza quando sembrava impossibile.
– Non è plausibile pensare ora che il mezzogiorno di Sassuolo (Reggio Emilia) rappresenti l’ennesima beffa. La Roma perderà il derby, perderà a Milano e contro la Juve, ma alla vigilia, viste le ultime circensi prestazioni, il Napoli, seppur distante ancora due punti, è sembrato molto più in palla di una Roma incerottata e imbalsamata che stasera facilmente invece si riporterà a +4.
Tutto ha influito
– I centimetri che hanno trasformato due bellissimi gol in due sfortunatissimi legni hanno fatto la differenza. Certo.
La grave colpa di Mertens di non essere Cuadrado tale da tramutare un sacrosanto rigore in una semplice caduta ha influito. Può darsi.
Il caldo asfissiante delle 12.30 emiliane che mi ha riportato alla mente le ingiocabili partite di Mexico 86 ha creato problemi. Sicuramente.
La sorprendente aggressività dei neroverdi, ormai salvi, che in tutto il campionato hanno mostrato forse 3 volte ha sorpreso. Innegabile.
Lo scellerato autogol di Hamsik (perché è un autogol) e la cappellata collettiva sul secondo gol hanno pesato. Come un macigno.
La giornata ingolfata di Allan, l’imprecisione di Hamsik, la linea difensiva che in assenza di avversari da marcare non è stata fluida nell’accorciare, la corrente alternata di Calle e l’apporto nullo di Zielinski non hanno aiutato. Indiscutibilmente.
L’incapacità di riproporre il classico calcio spumeggiante ha penalizzato. È chiaro.
Un cambio anticipato di Ghoulam per Strinic che era alla canna del gas quando Berardi, il suo dirimpettaio, era ormai all’obitorio da almeno 20 minuti, poteva essere sfruttato. Credo di sì.
– È vero tutto e tutto ha influito, ma la somma di queste considerazioni non può giustificare la mancata distruzione di una squadra che al Mapei Stadium ha perso contro chiunque.
L’errore
– Sul banco degli imputati è finito Hamsik. Sublime il passaggio a Calle che ha poi portato allo 0-1: unico spunto in una gara farcita di errori, passività e quell’autogol incredibile. Quando tra Strinic e Insigne liberi, ha passato il pallone a Di Francesco ho pensato che fosse definitivamente out. È stata la peggiore partita della sua stagione e le critiche ci stanno. Ciò che mi rammarica è il fatto che sia bastato un errore, seppur grave, a compromettere il risultato e le certezze della squadra. E non è la prima volta.
– Se il Napoli non riesce a dominare e ad asfaltare l’avversario, spesso va in difficoltà perché non ha la capacità di ribaltare il classico e matematico errore individuale che poi alla fine determina il risultato.
– Il Napoli non ha espresso il solito calcio brillante per la serie di motivi che prima ho elencato, ma la gara si era sbloccata (per questo penso che l’errore di Damato non sia stato determinante) e si era messa sul binario a noi più congeniale. Come può un singolo errore a 30 minuti dalla fine (contro il Sassuolo) essere decisivo?
Matri e Mazzitelli
– Gli azzurri avrebbero comunque meritato la vittoria. I pali, le occasioni sprecate e le imprecisioni nella rifinitura avrebbero potuto cambiare la situazione cancellando di fatto questo articolo e quell’errore grossolano, ma è una situazione che si ripete ciclicamente, purtroppo. E quando accade, per frenesia, perché si perde la tranquillità, per sfortuna o per una serie di motivi di cui ignoro l’origine, al 90′ si dirà che quell’errore ha determinato il risultato. Perché purtroppo è vero.
– Gli errori capitano, purtroppo spesso dalle nostre parti, ma ciò che fa riflettere è che noi li paghiamo sempre a carissimo prezzo. I punti persi, specie con le piccole, durante questo campionato si analizzano spesso in riferimento ai famosi “errori individuali”. Una papera di Reina, una svirgolata di Ghoulam, una cazzata di Kulì, una amnesia su un angolo alla fine risultano determinanti. Ed è davvero singolare che capitino ad una squadra che generalmente dà 3 palloni a (quasi) tutti. Ed è davvero singolare che per vincere col Sassuolo di Matri e Mazzitelli si necessiti di una partita perfetta.
– Il mio augurio è che questa battuta d’arresto non pregiudichi le convinzioni della squadra e che nelle prossime partite si ritorni a surclassare i malcapitati avversari, limitando gli errori. Se prima non potevamo più sbagliare, ora dobbiamo tornare a essere magistrali, sperando che la Roma si dimostri più in crisi di quel che appare.
– Non meritiamo che il nostro nefasto destino si compia, ma che si compia la nostra rincorsa e non voglio pensare, anche se il dubbio mi assale, che Sassuolo sia l’ennesima terra dei rimpianti da aggiungere alla nostra storia.
– Detto questo, nei momenti più bui e di rabbia e quando tutto sembra rivoltarsi contro, pensa che potevi nascere milanese.
– Arkadius c’è.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca