Mi dichiaro del partito del “Pappone”. Decisamente meglio lui di quella Napoli che parla, sentenzia, condanna, diffida (sindaco compreso)
Mai coppia più scoppiata di questa
Mi dichiaro del partito del «Pappone». È antipatico, ha l’accento del bulletto romano, fa i «peggio» film che fanno cassetta, quando viene a vedere la partita indossa una maschera inespressiva. Non una smorfia, un segno di partecipazione. Freddo, cinico, sbruffone.
E l’altro, il comandante della “brigada” sarrista? Dio li fa e poi li accoppia. Mai coppia più scoppiata di questa. Il primo compra, il secondo mette in ghiacciaia gli acquisti. E recitano di essere in sintonia, di rispettarsi. Non c’ė che dire, neppure la chimica e la fisica riescono a spiegare l’inspiegabile. A Napoli, i contrari si attraggono. Qui gli elementi che compongono il tritolo fanno sbocciare i fiori.
Viva De Laurentiis che sa guardare oltre la punta del dito
Che magia, Aurelio De Laurentis e Maurizio Sarri. Sono sopportabili solo se si amano davvero. Ma come? Nel giorno dell’investitura di Lorenzo Insigne a imperatore di Napoli, quell’altro, il Sarri, butta acqua sul fuoco dell’entusiasmo invitando la società a fare altri passi in avanti.
Viva il “Pappone”. Che si sta rivelando un grande napoletano che sa guardare oltre la punta del dito. Che sta costruendo una straordinaria sfida alle “grandi” multinazionali del calcio. Inter, Milan e la Juve, cioè la Fiat che ha deciso di trasferire cassaforte e regia di comando all’estero la consideriamo ancora italiana?
Viva il Pappone che tiene testa a quel Masaniello di Palazzo San Giacomo, il sindaco un po’ lazzarone e un po’ sanfedista. Napoli aspetta lo stadio nuovo. E il Pappone sta combattendo per una città liberata da tutti quelli che parlano, sentenziano, condannano, diffidano. A quella Napoli delle chiacchiere il Pappone sta indicando una strada alternativa. Che a noi piace.