Il documento inedito per il riscatto del nipote. Le pene previste per chi ha partecipato al compleanno napolista.
La lettera per riavere il nipote Gonzalo
Urss/ Unione delle repubbliche socialiste sarrite. Sala della Purezza e della Napoletanità (ex bagno e antibagno del Chiattone a Castel Volturno). Zdanov rende onore al cinquantesimo anniversario della morte del monarchico Totò, avversario politico ma immenso attore, con la divulgazione di un eccezionale documento inedito: la lettera che i fratelli Aurelio e Maurizio Caponi hanno scritto ad Andrea Agnelli, presidente della Juventus, per riavere indietro il nipote Gonzalo Higuain, di cui ogni notte, nella solitudine della sua stanza, Maurizio Caponi piange con lacrime amare la partenza per il nord, dove la nebbia c’è ma non si vede: “Per me è come un figlio”.
Il processo per il compleanno Napolista
Altresì, il compagno Zdanov avverte i devazionisti che hanno partecipato alla festa per il settimo compleanno del sito frazionista “Il Napolista”, covo della reazione illuminista. I partecipanti traditori saranno sottoposti a un processo in cui si chiederà il massimo della pena: la radiazione dal tifo azzurro e la gogna per anni due davanti alla redazione del “Mattino” per la rieducazione a una scrittura sanamente napoletana.
Aurelio e Maurizio Caponi
Aurelio Caponi: Sei pronto? Avanti, scrivi, incomincia: Agnellino…
Maurizio Caponi: Dove sta l’Agnellino?
Aurelio C.: Ma che è entrato un Agnellino? Va’ avanti, animale, Agnellino è l’intestazione autonoma della lettera. Agnellino, veniamo noi con questa mia addirvi… una parola addirvi, che scusate se sono pochi ma novantaquattro milioni di euro… punto e virgola!… noi… noi ci fanno specie questanno, una parola questanno, c’è stato una grande moria delle vacche e di Maksimovic, come voi ben sapete… punto! due punti! Massì, fai vedere che che abbondiamo… Abbondantis in abbondandum!… Questa moneta servono a che voi vi consolate, vi consolate, scrivi, che aspetti?
Maurizio C.: Avevo capito l’insalata…
Aurelio C.: Non mi far perdere il filo… vi consolate dai dispiaceri che avreto, che avreto, che avreto, già è maschio e va al maschile, perché lo dovete lasciare…
Maurizio C.: Non so… perché che?
Aurelio C.: E che non so? Perché è aggettivo qualificativo… perché dovete lasciare nostro nipote Gonzalo che gli zii che siamo noi medesimo di persona vi mandano questo (Aurelio C. pesa il cestino con i 94 milioni di euro) perché il giovanotto è un giocatore che gioca, che si deve prendere lo scudetto, che deve tenere la testa al suo posto cioè sul collo… punto, punto e virgola!
Maurizio C.: Troppa roba
Aurelio C.: Lascia fare… se no dicono che siamo provinciali, che siamo tirati… salutandovi indistintamente, salutandovi indistintamente… i fratelli Caponi… apri una parente… che siamo noi. Hai aperto la parente? Chiudila.