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Barsanti tira le bombe, Ponticiello fa John Coltrane: Cuore Napoli Basket in finale play-off

Cassino dominato 90-69 in un Pala-Barbuto gremito. Gara senza storia, domenica si comincia con Palestrina per continuare il viaggio verso la A2.

Barsanti tira le bombe, Ponticiello fa John Coltrane: Cuore Napoli Basket in finale play-off
Niente PalaBarbuto per la gara 1 della finale dei playoff di basket

Battuto Cassino 90-69

Gioia, vera, densa, urlata, masticata, arrampicata sui led, sulle spalle, attaccata alla retina, alle borracce. Sussurrata, aspettata, trasferita. Gioia di avere visto una città che ha risposto all’appello. Napoli batte Cassino 90-69 in gara 5 e va in finale playoff contro Palestrina per conquistare le final four di Montecatini e sognare il ritorno in A2. Questi i parziali: 29-28; 48-38; 66-55.

“Mai sola Napoli, che sia calcio che sia basket”. Non era un palazzetto era una pentola, dentro bolliva l’acqua della rivincita, condita dalla forza di una squadra che oltre a giocare, inginocchia gli avversari al suo volere. Gioia, uno sguardo prima della palla a due aveva stampato l’esito. Due occhi grandi come la valle in cui naviga la bellezza, espressivi e carichi, e il fumo di una sigaretta celava ogni tensione, quando pronti via il duo slavo apriva le danze.

A fine gara Vsnijic miglior marcatore con 23 punti

Zio Vsnijic è un tir che porta bolle di sapone con cui si diverte il bimbo slavo che alla fine sarà il miglior marcatore con 23 punti. Nikolic un diadema biondo, che si è stufato di essere considerato il piccolo di casa, e giganteggia con una leggerezza simile al pennello del Goya sulle Maya. Migliaia di tifosi fanno capire ai laziali che la gita al Vesuvio è spettacolo puro ma senza lieto fine. Bagnoli è nervoso, Petrucci ci prova, Del Testa il più lucido, ma quando hai di fronte capitan Maggio puoi solo pregare che abbia scommesso sugli dei sbagliati.

Il coach Ponticiello sa che a fare pop son bravi tutti, ma in una jam session jazz o hai gente seria o meglio mettere su una playlist da youtube. Per cui l’airone Mastroianni suona il piano, il capitano vede spazi chiusi agli umani e li apre con assist passe-partout da appoggiare al ferro. Cassino ci prova, ma il palazzetto ha solo uno spazio aperto ed è il canestro degli ospiti, che a fine secondo quarto sono a meno dieci. Nel caldo dell’inferno di Fuorigrotta, è un fresco consolatorio. 48-38 e si va a riposo, con il bimbo a 16 punti.

Napoli canta, Barsanti tira le bombe

Napoli canta, dedica striscioni alle gabbie laziali, e chi è presente fa video ad un popolo che mancava all’appello dai tempi di patron Maione. Si ritorna, il tempo di guardare l’orologio sono le dieci, la gente aspetta, c’è la fila, si è sparsa la voce, e ormai bisogna aprire. Ecco, il tempo di indossare il grembiule, e il Bar-Santi alza la serranda. Boom prima mitraglia, Boom Boom seconda mitraglia, giro di cicchetti gratis, delirio, si balla, aperte le danze. Offre lui, da Lucca con i punti ancora a segnargli gli occhi, ma la mano fredda per metterne un’altra. Al secolo Andrea Barsanti, al Palabarbuto il Careca a spicchi “Barsà, Barsà tira la bomba!”. Finirà con 21 punti. Si chiude il terzo atto, con il ragioniere a timbrare il cartellino. Più undici.

Un giorno all’improvviso

La serie non fa più paura, gli occhi di inizio partita si dilatano per cercare chi all’inizio li ha fatti sorridere, dietro a quella curva c’erano anni di nulla. Quarto periodo, i pochi tifosi di Cassino applaudono per inerzia, sono al carnevale di Forcella e non lo sanno, colori, musica, suoni, i leoni liberati dalle gabbie, nell’arena non fanno sconti. Lo Zio ruba due palle difendendo sul perimetro, Matrone ha gli occhi di un pugile incatenato che hanno liberato sul ring, ma la gente ha ancora sete “A grullo ma noi non si beve?” che non sia mai detto! Altro giro, altra corsa, al Bar-Santi chi è astemio non si serve.

La si chiude, “un giorno all’improvviso” prende la scena, il coach Ponticiello con le braccia alte al cielo raccoglie i coriandoli degli dei. Lui come John Coltrane ha mischiato la sacra arte del jazz, e ha esibito la sua opera guadagnandosi col sudore e le vittorie, il grande pubblico. Nessuno ti regala niente.

Domenica è già finale

La  gente impazzisce, si sgretola la tensione, cinque partite dure, cinque partite che alla sirena si riassumono in un solo abbraccio con le migliaia di persone accorse al Pala Barbuto. Domenica è già finale, domenica è un altro giorno buono per correre a sostenere questa squadra. Cassino ci ha provato, ma questo Cuore non è scritto su una lavagna, è stampato nella roccia, sulla pelle di ogni ragazzo sceso in campo, negli occhi dei bambini che non ricordano il grande basket partenopeo, nei silenzi di questi anni, nelle visioni del presidente Ruggiero, nella pagina aperta, e che aspetta ancora l’ultimo capitolo. Goia, vera, densa, urlata, ma ancora trattenuta.

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