Non c’era nessuno, solo operatori dell’informazione. Com’è ovvio che sia per un ritrovo mediatico. La memoria è importante, ma lo è anche il senso della realtà.
La storie si ripete in forma di farsa
Fiumi d’inchiostro perché ieri pomeriggio il cancello dello stadio San Paolo è rimasto chiuso di fronte a un happening di poche persone – ex calciatori ed ex capitifosi – che volevano entrare nello stadio dove trent’anni fa il Napoli conquistò il suo primo scudetto. “Vergogna”. “Schiaffi alla storia”. E via così. Meglio non leggere i quotidiani stamane. Per quanto ci riguarda, l’unico portone chiuso è quello di Palazzo di Serra di Cassano. La storia, ahinoi, si ripete in forma di farsa. Ieri è stata addirittura una pagliacciata.
Come il Barcellona
Interesse zero per il giro di campo trent’anni fa. Profonda tristezza nel vedere quelle immagini e quelle fotografie. La memoria è importante, va bene. E il Napoli celebrerà il trentennale a luglio, come del resto ha fatto il Barcellona quando ha invitato la Sampdoria per festeggiare il ventennale della prima Coppa dei Campioni. Con una partita organizzata per il Trofeo Gamper.
Non c’era nessuno, solo operatori dell’informazione
Può mai essere notizia principale quella di quattro calciatori in pensione cui nessuno è riuscito a organizzare come si deve una passerella a uso e consumo dei media? Perché vanno sottolineate due cose. La prima è che bisogna saper organizzare una manifestazione. Vanno chieste le autorizzazioni, basta consultare qualche rappresentante sedicenne degli studenti. La seconda è che non c’era popolo ieri al San Paolo. Solo operatori dell’informazione. La gente, i tifosi, le persone normali, stavano lavorando, erano con i figli, le mogli, i mariti, gli amanti. Lo stadio lo hanno riempito per assistere a Napoli-Cagliari.
Il valore della memoria
La storia è importante. La memoria è importante. Ma quando diventa più importante dell’attualità c’è qualcosa che non va, che sconfina nella patologia. Qualche opinion leader dovrebbe cominciare a dirlo, anziché assecondare quel che ritiene – a torto – essere il pensiero della maggioranza dei tifosi del Napoli.
Che poi la Società Sportiva Calcio Napoli abbia un problema con il passato, con la tradizione, è innegabile. È la nota dolente di quasi tutti questi presidenti contemporaneai. Ricordiamo che nella formazione del Milan di tutti i tempi, Berlusconi “dimenticò” Gianni Rivera che era pure un suo avversario politico. De Laurentiis esagera, come esagerò quando di fatto non organizzò la festa per i novant’anni del Napoli. Ma queste scene e queste prese di posizione sono altrettanto esagerate, oltre ad essere grottesche. E mettono tanta, tanta tristezza.