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Mimmo Morena, il capitano che i napoletani del basket non hanno dimenticato

Tutti lo ricordano per il trionfo in Coppa Italia con la canotta della Carpisa. È stata la prima bella idea di pivot moderno

Mimmo Morena, il capitano che i napoletani del basket non hanno dimenticato
Mimmo Morena ai tempi della Carpisa

Il trionfo in Coppa Italia con la Carpisa

Un capitano, c’è solo un capitano, un capitano…Potremmo continuare per ore, perché lui è semplicemente il Capitano, l’icona della pallacanestro moderna napoletana. Mimmo Morena, nato in Germania per caso, ma di Teggiano, è stato il simbolo del basket partenopeo degli ultimi trenta anni. Tutti lo ricordano per il trionfo in Coppa Italia con la canotta della Carpisa Napoli, ma il capitano ha una storia scritta in diverse città italiane.

Giovanili ed esordio a Napoli, al Mario Argento, dunque Varese, nell’allora Cagiva, poi Forli, stagione fenomenale, e poi di nuovo Napoli, insieme a Greer, a Rocca, a Sesay a riempire il Palabarbuto, a portarci in Eurolega, mica ad un torneo amatoriale di scapoli e ammogliati? Mimmo è stata la prima bella idea di pivot moderno, un lungo che oltre a fare sportellate sotto al canestro era capace di giocare abilmente uno contro uno fuori dal perimetro, e ad avere, un chirurgico tiro dall’arco, novità assoluta negli anni ’90.

Le vittorie contro Milano e Bologna

Oltre al talento, ci sono ore passate sul parquet ad allenarsi, a migliorare, a sfidare sé stesso perché l’obiettivo doveva essere ben chiaro a lui e a tutti: Bisogna farcela, per me, per un popolo che saluterò ma poi riabbraccerò e saremo grandi assieme. Ci sono storie che col tempo finiscono in soffitta, ricoperte di polvere, e che una scintilla, un cambio di stagione, un ricordo, ci riportano alla luce. Ebbene, in questo maggio in cui la Napoli del Cuore Basket ci sta facendo sognare, il pensiero va a quegli anni in cui il nostro capitano ci guidava sicuri nelle vittorie contro l’Olimpia Milano, contro Bologna, contro Treviso. Mimmo tiene racchiuso nel palmo delle sue grandi mani tutta la passione di un popolo a spicchi che è attaccato alla voglia di ritornare grande tra le grandi.

Leader e ultras

Mimmo è il capitano che ogni tifoso partenopeo, negli anni, ha abbracciato fisicamente, idealmente, perché i simboli sono per definizione cose che rappresentano, riferimenti che sventolano, come le bandiere, icone che evidenziano una storia che c’è stata e va difesa. Il capitano ha adottato negli anni bui la lanterna che ha tenuto in vita la fiammella del sogno del gran ritorno. Ci sono generazioni che hanno vissuto gli anni storici della Fides, della Partenope, e altre che sono cresciute negli anni di patron Maione e del capitano che era al contempo giocatore, leader per coach Bucchi e primo ultras che a suon di asciugamani roteati nel cielo infuocava la curva biancoazzurra al Palabarbuto. Nel tempo, quando si riuscirà a piazzare stabilmente una piazza come Napoli nel teatro del grandissimo basket, non ci si può dimenticare, chi, quella piazza ce l’ha tatuata nell’anima. Il Capitano, c’è solo un capitano, un capitano…

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