Alle ore 21. Chi vince, va in finale. La squadra di coach Ponticiello è riuscita a risvegliare una passione mai totalmente sopita
Gara 5 dei play-off alle ore 21
Una bandiera lunga novanta chilometri è rimbalzata per quattro volte sul parquet della svolta. Una bandiera ingabbiata, ma mai calata, ha soffiato sugli occhi, sulle mani, sulle retine, sulle coronarie, sulla schiena diritta di uomini scelti per farci abbracciare smartphone, social, radioline, in un romantico remake da vecchi pallonari. Una bandiera che ha asciugato sopracciglia insanguinate, ha avvolto facce impaurite, ha scavato a fondo per ritrovare quella identità che i libri di storia negano, ma qui ritorna ad essere felicemente presente.
Una bandiera che stasera si moltiplicherà per cento, mille, cinquemila e che si accorderà alla voce e al ticchettio del palleggio, per suonare una sinfonia benevola per aggraziarsi gli dei della pallacanestro. Gara 5 play-off per accedere alla serie A2, alle ore 21 al PalaBarbuto.
Si torna a parlare di pallacanestro
La serie è arrivata all’epilogo, dentro o fuori, il comandante è pronto a dirigere i suoi briganti, scevri da condizionamenti ambientali e pronti a tener alto il pugno di un popolo che li sta amando quasi come fossero calciatori. Sì, in una città calcio-centrica, il Cuore Basket ha saputo rispolverare un amore che gli ultimi anni l’aveva visto riposto in soffitta. La città comincia a parlare di pallacanestro, qualcuno comincia ad alternare il nome Mertens a quello di Maggio o di Nikolic o di coach Ponticiello, ed è già un miracolo per questa squadra.
Cassino non avrà niente da perdere
Cassino non avrà nulla da perdere, dovrà accettare però di venire a fare la voce grossa a Fuorigrotta, vedendo questa volta gli spalti gremiti e i tifosi liberi di cantare senza restare barricati dietro ad un recinto. Dovrà fare i conti con il capitano, Maggio, che in un modo o nell’altro sa sempre come tirare fuori dal cilindro soluzioni e coraggio. Dovrà fare i conti con lo Zio che a certi banchetti si siede sempre a capotavola per distribuire porzioni a tutti di esperienza. Dovrà vedersela col bimbo Nikolic che in questa serie sta mostrando i denti e mordendo classe col suo talento. Dovrà ubbidire alla sagacia di Marzaioli e Murolo, alla forza nervosa di Ronconi, al volo di cazzimma di Mastroianni, al realismo magico che si legge nei reading al Bar-Santi.
Napoli dovrà gestire i ritmi, e resistere alla fisicità laziale, affidarsi al sistema di gioco e avere gli occhi assettati finché la sirena non chiude le ostilità. Napoli domani dovrà spingere la città alla finale contro Palestrina o Bisceglie, per staccare il ticket per le final four di Montecatini. Insieme si può, i sogni condivisi sono quelli più belli da realizzare.