Partita tesa (ma corretta) contro Palestrina. La squadra di Ponticiello allunga nella seconda metà gara. Martedì gara 2, si torna al Palabarbuto
Nella location imporvvisata di Casalnuovo
Ciak: si gira la prima della serie finale, e Napoli fa subito la voce grossa sul set. La prima puntata della fiction con Palestrina vede i partenopei imporsi 73-56, con protagonista principale sua delizia Njegos Vsnijic che più che serbo si traveste da zio d’America in quel di Casalnuovo, location provvisoria, come un’esterna da copione che scoccia gli attori “ma s’adda fa!”. Palla a due e il Barsa inaugura la retina con una tripla. Palestrina è squadra tosta, schiera l’ex Serino, napulegno doc affiancato da Pederzini e Rossi e sono proprio questi ultimi a dare filo da torcere ad una iniziale difesa blanda dei briganti di Patron Ruggiero.
È un testa a testa continuo, un cambio di scena dietro l’altro, caratterizzato da tanti errori, che vede i laziali provare l’allungo del primo periodo, che si chiude alla sirena 14-16. Al rientro sembra una serie scritta da un polacco ai tempi della guerra fredda, si minacciano colpi da break ma si resta attaccati finché non passa il signore con i gelati ed i pop corn.
Tutti aspettano Barsanti
Palestrina gioca una pallacanestro pulita e ordinata, guidata in panca dall’ex Pozzuoli Lulli e con Rischia e il solito Rossi mette ansia al palasport in prestito. Barsanti silura e insieme allo Zio portano Napoli al più tre a quattro secondi dal tanto atteso intervallo, ma alla sirena, con falli ancora da spendere, si lascia la tripla del pareggio ai viaggianti. All’intervallo lungo si va col punteggio 33-33. Mentre Totti saluta, Munoz si dimentica Perotti, e il Crotone fa il Leicester, sugli spalti gremiti si aspetta l’orario in cui Herbie il Maggiolino tutto matto accompagni la proverbiale follia Bar-santa al compimento.
È Vsnijc a fare il gigante
Ed è cosi che il solito terzo quarto molle si trasforma in uno sprint che poi risulterà decisivo per le sorti finali. Il passaggio se lo prende anche Ronconi che ferma Pederzini e realizza quattro punti di fila, Vsnijc giganteggia, l’uomo a cui non bisogna mai chiedere “che ora è?” perché è sempre quella in cui la mette dentro quando bisogna metterla dentro. Uno sguardo al nipotino Stefan, il bimbo oramai svezzato che passa dai plasmon alla parmigiana e via, Napoli allunga. Non è una bella partita, la tensione di una finale arrivata dopo cinque battaglie con Cassino, e la stanchezza si poggia sui nervi dei biancoazzurri che comunque chiudono il terzo quarto con un importante 58 46.
Martedì gara 2, al Palabarbuto
Palestrina non cede, allunga la difesa e Napoli non riesce a segnare nei primi quattro minuti dell’ultimo giro di lancette. Pederzini e Vangelov, buttato nella mischia per problemi di falli di Serino, creano non pochi problemi a coach Ponticiello, che però striglia i suoi che tornano a difendere aggressivi e per farlo non può non esserci in campo l’elfo spiritato: Andrea Murolo! A fatica, affidandosi allo Zio, e ai tiri dalla lunetta, Napoli ricaccia le streghe ed il ritorno dei laziali, che vedono le loro speranze finire sull’ennesimo recupero di Murolo e sulla schiacciata a due mani di Nikolic (che oggi compie 20 anni,auguri!).
Sospiro di sollievo, si chiude la prima puntata, con la consapevolezza che la Ge.Vi. anche ieri sera ha dimostrato di avere una panchina lunga e un’organizzazione tale da poter arrivare fino in fondo, nonostante la stanchezza, nonostante Mila e Shiro, nonostante i black-out fisiologici Martedì gara due, si torna al PalaBarbuto, per portare la nave in porto, rubando magari nel tragitto un faraglione per porre una gran bella pietra sulla serie.