Il mese di ottobre peserà tantissimo su una squadra che mai come quest’anno è andata vicina al titolo. Il problema è la scarsa competitività della Serie A.
E così l’inimmaginabile è successo. Una Juventus stanca ha ceduto di schianto all’Olimpico e il Napoli, nonostante la sfavillante vittoria di Torino, resta terzo. Ciò che Massimiliano Gallo e Il Napolista avevano azzardato alcuni mesi fa in questo articolo non si è avverato solo per un pelo (almeno finora). Probabilmente quella previsione (ottimistica per il Napoli) non andrà molto lontana dalla realtà.
Infatti, al di là di tutte le percezioni, sensazioni (e speculazioni complottiste), la Juventus è rimasta inghiottita in un mini ciclo negativo fatto di soli 2 punti in 3 partite. Sei gol subiti, un derby riacciuffato per i capelli e la sua (ex) fantastica difesa andata in frantumi sotto il peso di troppe partite importanti e tanta pressione. E forse con la prematura convinzione di avercela già fatta.
Il paradosso è che sabato sera, almeno per qualche ora, la classifica potrebbe leggersi:
Juventus 85
Roma 84
Napoli 83
alimentando i rimpianti per una stagione che per gli azzurri poteva rivelarsi trionfale e che potrebbe purtroppo finire statisticamente con il raggiungimento del solo traguardo minimo.
Scontri diretti maledetti, ottobre maledetto
Come l’anno scorso, anche questo scudetto juventino finirà probabilmente per affondare le sue radici nello scontro diretto contro gli azzurri allo Stadium, in quell’ottobre maledetto che tanto è costato al Napoli. In effetti la classifica avulsa di un ipotetico triangolare tra Juventus, Roma e Napoli dice Juventus 7 punti, Roma 6, Napoli 4, spiegando abbastanza bene quale sia stato il crocevia di questo campionato di Juventus e Napoli.
Le sorti di quella gara (e di quel mese) finiranno per sovrastare negli albi d’oro i record degli azzurri, tra cui forse quello paradossale di finire terzi con il minor numero di sconfitte in stagione. Esattamente come accadde alla Roma lo scorso anno o a pochissime altre squadre nel recente passato. Una rarità in serie A. E, come evidenziato la scorsa settimana, quasi sicuramente questo diventerà l’anno in cui gli azzurri finiranno più vicini allo scudetto nella storia recente. Ricordo che solo negli sfortunati campionati del 1987-88 e 1974-75 il Napoli si avvicinò di più allo scudetto rispetto a quanto forse accadrà nell’attuale campionato.
È l’ennesima certificazione di questo Napoli come uno dei migliori della storia, in un ciclo a cui manca solo un titolo importante per trasformarlo nel migliore in assoluto.
Equilibrio
Alla fine, contrariamente ai pronostici, la lotta per il vertice in Serie A si sta rivelando incredibilmente equilibrata. Tra i maggiori tornei europei il nostro è l’unico in cui nessuna squadra è ancora aritmeticamente qualificata alla fase a gironi di Champions League. In teoria (ma onestamente solo in teoria) lo scudetto possono ancora vincerlo in tre a due giornate dal termine, e tutte possono ancora arrivare alla qualificazione diretta in CL (o finire agli spareggi). Diversamente dal resto d’Europa che ha già quasi del tutto definito le squadre qualificate alla fase a gruppi di Champions.
Per la Juventus le due partite che restano potranno anche sembrare una semplice formalità, ma intanto tutte le partite vanno giocate e vinte. Ciò vale anche per la Roma, che in tanti vedono quasi sicuramente seconda. Questo campionato ha dimostrato che tutte le partite nascondono insidie e che la lotta per il secondo posto non è chiusa.
Un Napoli straordinario
Anche perché il Napoli visto ieri è stato ancora una volta straordinario. Al di là dei gol fatti, Il luogo comune del Napoli che prende troppi gol, almeno nell’ultimo periodo, viene sistematicamente sbugiardato dagli azzurri. Nelle ultime 6 gare i gol subiti sono stati appena 3, di cui solo i due del Sassuolo (purtroppo) pesanti. Quella azzurra è la miglior difesa italiana in questo scorcio di campionato, e il Napoli vanta una differenza reti spaventosa se conteggiamo i 17 gol fatti. Continuo a pensare che la scarsa competitività della Serie A sia la spina nel fianco del Napoli.
E la meravigliosa partita del Napoli contro lo stesso Torino, che una settimana prima aveva messo in difficoltà la Juventus, lo sta a dimostrare. Ce ne fossero più di Torino, ce ne fossero più di Atalanta. Il Napoli ha dimostrato che con il suo gioco può fare la differenza, laddove le sue avversarie possono andare in difficoltà quando logorio fisico e impegni multipli prendono il sopravvento.
I record, Sarri imbufalito, De Laurentiis intempestivo
Ricordo che se il Napoli riuscisse a chiudere il campionato con 86 punti, quest’ultima sarebbe una quota con la quale lo scudetto è stato vinto 6 volte su 12 da quando la serie A è tornata a 20 squadre. E che solo l’anomalia di punteggi record impedisce al Napoli di fregiarsi di un titolo meritato. Come può non imbufalirsi Sarri quando dopo una vittoria del genere, con tutti i punti fatti e i record battuti, gli si chiede per l’ennesima volta “cosa manca a questo Napoli?”
Maurizio Sarri forse sbaglia nella sua irruenza verbale. Il presidente sbaglia sicuramente la tempistica ed il tono di molti interventi. Però spesso le sparate di De Laurentiis nascondono delle sottili verità. La sensazione è che, con gli allenatori del Napoli, certi salotti televisivi e certi organi di informazione cerchino sempre il pelo nell’uovo. Lo ha capito bene Sarri, lo sapeva bene Benitez e persino Mazzarri non era immune da punzecchiature. Di certo il Napoli Calcio non sempre gode di buona stampa. Però una maggiore cautela nel rispondere a domande e affermazioni provocatorie da parte di alcuni opinionisti TV sicuramente gioverebbe all’ambiente.