Murillo chiede gli Oki per il mal di testa, Handanovic si lamenta per il troppo lavoro e in tv improvvisamente scoprono la forza del Napoli di Sarri
Serata di gala
Alla Scala del calcio canta il Napoli. Serata di gala ma a Milano oramai la compagnia di stelle, di fenomeni del palcoscenico, si è sciolta da un po’ e visto che tutto oramai è in mano a loro, anche il grande teatro parla cinese. In smoking, senza prologo, con un’opera ben diretta e poco pomposa il tenore andaluso si inchina al record di vittorie in trasferte. Invita Lorenzo, offre Nagatomo perché giapponese tra i cinesi, può capitare che se mbrogliano ‘e lengue. Icardi, quello che in estate è stato visto a Posillipo, a fare i bagni a Ischitella, addirittura a gonfiare le ruote dal gommista sul doppio senso, è stato adottato da Kalidou che tra un becero buu e un intervento su Eder, gli ha fatto capire che forse a Milano sta meglio, perché lì, oltre a lui, c’è davvero poco.
Murillo chiede un Oki
Va di scena il solito Napoli, passaggi da un’ugola all’altra senza mai stonare, in un copione ripetuto mille volte, con Dries e Lorenzo che danzano sulle polveri di uno squadrone diventato merchandising asiatico. Pioli li ha portati in ritiro ma tra Milano e Lourdes c’è ancora troppa distanza. Joao Mario posteggia Diawara come se fosse una mora ammiccante in discoteca che finge di aver finito il drink per farsene offrire un altro. Murillo chiede un Oki a chiunque si trovi dalle sue parte, e Handanovic a ragione chiederà un aumento di stipendio, perché oh m’aggia fa tutte cose ‘i’?
Rog, l’analcolico biondo
Il Napoli spreca, non approfitta delle ripartenze e si bea troppo delle sue fattezze, ma di questi tempi, un Mazzitelli qualunque è sempre dietro l’angolo e quindi il cuore in gola comincia a sobbalzare quando Perisic clamorosamente calcia in porta. Clamorosamente perché Reina, nei primi dieci minuti della ripresa ha telefonato alla moglie confermandole di aver ottenuto il ponte del Primo Maggio. Si riscalda Palacio e si raffredda Gabigol, ed è il caso di dire ho i figli a casa e i nonni a scuola ma il cambio è Banega per Eder, mentre per gli azzurri in scena entra Rog, Marko Rog, l’analcolico biondo che manda definitivamente a letto il povero Murillo.
Ora scoprono il Napoli
È un’accademia, un solfeggio prolungato, una nota che sale e prende tutti, alla Scala i maestri vengono dal Sud, dalla terra delle melodie più dolci, dei versi più caldi, dalle spalle del vulcano più taggato degli ultimi anni. Dalla scala, il coro azzurro vede la targa della Roma che ha finito i cassetti per tenere dentro i rigori, e le piscine per far divertire Strootman e quindi ora è meno distante di un viaggio ad alta velocità. Lo spettacolo si chiude, con gli interisti famosi che in tv sono contenti di aver perso solo di misura, e i presentatori sorpresi ammettono che oramai bisogna dar credito al Napoli, che effettivamente è una squadra forte.
Peccato che si parli della squadra con maggior vittorie in trasferta, meno sconfitte in campionato, e miglior attacco. È il caso di dire, vai a teatro è non sai nemmeno il titolo dello spettacolo. A proposito, giacché in ogni dove, l’ignoranza è sempre presente compagna, anche in salotti d’eleganza, fatemi rispondere a chi anche stavolta ci ha ricordato di non essere napoletano: lo sappiamo bene, altrimenti non sareste a meno diciotto. Fa freddo, molto freddo.