A Bagnoli o all’area ex Nato, ci sono spazi e collegamenti. Potrebbe nascere un centro sportivo per i bimbi di Napoli. E uno stadio ma non da 20mila posti
Non vanno bene 20mila posti
Napoli merita un suo stadio. De Laurentiis pensa a un salotto da 20mila posti. Mi ricorda una bomboniera, un piccolo teatro, tipo quello dove andavamo da ragazzini quando facevamo “filone” a scuola, nella Galleria Umberto I, a vedere l’avanspettacolo. Troppo poco uno stadio da 20mila posti. Del resto proprio lo Stadium che è poi da 41mila posti è stato – ci potete credere visto che a dirlo è il presidente della Juve, Andrea Agnelli – l’inizio di tutti i guai della stessa squadra piemontese. Troppo piccolo da costringere a ridisegnare le presenze e le storie dei tifosi nelle curve e nelle tribune. In quella riorganizzazione si è insinuata la Ndrangheta all’insaputa della società. Quando tra abbonamenti e biglietti ti sei garantito una capienza del 96% a partita, non c’è nulla da fare, questo si chiama istigazione al bagarinaggio.
De Laurentiis farebbe un regalo alla città
Napoli merita di più. Lasciamo alle spalle la sceneggiata di questi mesi tra «Gigino ‘a bandana» e il «Pappone». Questa è una squadra che merita un centro sportivo, con campi, piscine e palestre. E poi la sede della società e una presenza sugli spalti di una città che è ai suoi piedi. E se solo De Laurentis volesse pensare al futuro di questa città, dovrebbe coltivare un vivaio napoletano di promettenti giocatori. E farebbe un regalo alla città, levando dalla strada ragazzini innocenti che altrimenti sarebbero destinati alla camorra.
L’area ex Nato
La conca di Agnano e i Campi Flegrei potrebbero essere lo scenario perfetto per questi progetti fantastici. Ci sono aree e strutture a disposizione, dall’Ilva di Bagnoli alla Nato della Conca di Agnano. Tangenziale vicino, metropolitana da alimentare con nuovi convogli (la Regione del salernitano De Luca dovrebbe farsi sentire). Insomma il sogno potrebbe diventare realtà. Solo se De Laurentis ci credesse. Solo se le istituzioni cominciassero a pensare al servizio della città. Solo se “un giorno all’improvviso…”.