Per Sarri è una stella del domani, all’estero è una specie di fenomeno in prospettiva. Siamo noi che non ci rendiamo conto della reale forza di Zielinski?
Titolare e alternativa (tattica)
Napoli-Cagliari è stata la 33esima partita in campionato di Zielinski, In stagione sono 44, di cui 22 da titolare. Nessuno dei nuovi acquisti ha giocato quanto lui. Nessuno dei nuovi acquisti ha avuto lo stesso impatto di Piotr, e parliamo di minutaggio come di gioco in senso stretto.
Non è, ovviamente, solo questione di numeri. Anche la qualità fa la differenza. L’inserimento di Zielinski nell’organico e nella formazione base ha permesso di ampliare il raggio offensivo: se l’anno scorso la fascia destra era un luogo in cui depositare e ritirare il pallone, dove la creatività faceva difetto rispetto all’altra corsia, quest’anno la situazione è stata diversa. La possibilità di schierare Zielinski al posto di Allan ha alzato il potenziale offensivo del centrocampo, anche dall’altro lato. Il polacco ex Udinese, dal punto di vista della fase d’attacco, è un calciatore completo: nei 1670 minuti in campionato, 37 occasioni create (7 assist decisivi e 30 passaggi chiave), 28 conclusioni tentate (precisione del 36%) e 87% di passaggi riusciti.
A questi dati, Zielinski accoppia un rendimento discreto in fase di non possesso: 27 eventi difensivi, con una grossa preferenza per gli intercetti (19). Altra dimostrazione di intelligenza e completezza. Ecco, probabilmente è proprio questo il punto. Zielinski ha portato a Napoli il profilo di un centrocampista completo, in grado di impugnare bene la sciabola e pure il fioretto. Cose da centrocampista moderno. Cose da centrocampista di riconosciuto valore internazionale.
Come gli altri vedono Zielinski
«Le qualità di Zielinski sono l’abilità nel dribbling, la capacità di alternare la tipologia dei passaggi, corti o lunghi, senza perdere in precisione e il rito da fuori». Questa frase è tratta da uno scouting report pubblicato su Outsideoftheboot, uno dei siti di analisi tattica di riferimento nel mondo anglofono. Il titolo, in qualche modo, spiega il senso dell’intero pezzo e la percezione che gli esperti di tutto il mondo hanno di Zielinski: “Piotr Zielinski: Napoli’s Impressive Midfielder“. Non crediamo ci sia bisogno di traduzioni.
Il pezzo è del 10 aprile scorso, e racconta anche un po’ il coronamento positivo di questa prima annata di avventura napoletana. Che si concluderà senza riconoscimenti di squadra, ma ha garantito una crescita, una vetrina e una visibilità importanti a tanti giovani. Tra questi, Zielinski è stato probabilmente – anche per le cifre del minutaggio di cui sopra, quello con l’upgrade più importante. Tanto da finire in una selezione di talenti di Bleacherreport. L’organizzazione di questo organico ideale era legato all’alfabeto, ma c’erano comunque Messi e Suarez. E c’era Zielinski. Legittimamente. Senza sfigurare.
Come noi vediamo Zielinski
La narrazione di Piotr Zielinski all’estero è una conferma. Sopra abbiamo letto di un’analisi post, ma anche quelle precedenti profetizzavano la sua affermazione. FourFourTwo, ad esempio, l’aveva inserito tra i “16 calciatori che non vediamo l’ora di ammirare in Champions League”. Una selezione che, ovviamente, era stata fatta prima dell’inizio del torneo.
La nostra considerazione di Zielinski, e per nostra intendiamo quella interna a Napoli e all’Italia, è così elevata? Forse no. Non è facile capire se siamo noi a essere in difetto. Se siamo noi a non pesare in maniera giusta le doti e le prospettive del calciatore polacco. Se siamo noi a non renderci conto di una realtà consolidata, quella del possibile top player del futuro. Una definizione coniata e utilizzata da Maurizio Sarri, che la ripete praticamente a ogni conferenza stampa.
Probabilmente, Zielinski paga la sua provenienza. Della serie: un calciatore dell’Udinese, passato per Empoli e poi acquistato dal Napoli non può essere un top player. Né oggi, né tantomeno domani. Quando poi, in realtà, la storia dice diversamente. La storia di Alexis Sanchez dovrebbe spiegare che sì, è possibile.
Un peso potrebbe averla anche la presenza a centrocampo di Marek Hamsik, uomo di maggior spessore ma anche di grande responsabilità tecnica e tattica. Il gioco del Napoli passa soprattutto dai piedi dello slovacco, sgorga dalla sua creatività. Zielinski, da questo punto di vista, rappresenta un surplus rispetto a un contributo di cui Marek si fa carico da dieci anni, ormai. E che è ancora irrinunciabile rispetto alle accelerazioni e alle intuizioni di Zielinski.
Questione di tempo
Zielinski è un 1994. Possiamo “giustificare” anche così la dimensione non perfetta del nostro riguardo rispetto alla forza reale di Piotr. L’Italia è un po’ reticente ai giovani, ma ora il mondo sta cambiando. Napoli è un luogo centrale di questo stravolgimento, e Zielinski è uno dei ministri di questo nuovo governo. Con Rog, Diawara, Milik e il presidente Insigne. La loro crescita potrà definire ambizioni e possibilità di questo Napoli. A quel punto, solo a quel punto, vedremo se siamo stati noi ad essere troppo prudenti, a non esaltare il fuoriclasse che siamo riusciti ad acquistare. O vedremo se avranno avuto ragione gli altri, quelli che Zielinski è un top player in divenire da un bel po’. Ci accorgessimo di aver esagerato al contrario, non sarebbe proprio male. Ci sono mille modi molto meno dolci di avere torto.