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Barsanti e il sogno Napoli Basket: «Siamo incoscienti di quel che stiamo realizzando»

Intervista all’uomo delle bombe ignoranti che sabato guiderà Napoli nelle final four per conquistare la A2. «Non dimenticherò mai il PalaBarbuto pieno»

Barsanti e il sogno Napoli Basket: «Siamo incoscienti di quel che stiamo realizzando»

Sabato e domenica a Montecatini sono in programma le final four per andare in A2. Napoli sabato sfiderà Orzinuovi. In caso di successo, sarà A2. Altrimenti disputerà lo spareggio domenica.

La fidanzata Martina

Ospiti al Bar-Santi, ci sediamo sullo sgabello e lo ascoltiamo. Lui è lì, con la sua barba folta, la mitraglietta riposta, e gli occhi di chi vede già il cielo di Montecatini. Andrea è di Lucca, la città che diede i natali a Puccini, fidanzato con Martina, pisana di Peccioli. «Una ragazza unica, che non smetterò mai di ringraziare per i sacrifici che fa a causa della distanza. Mi ha sempre supportato sapendo bene cosa rappresenti per me la pallacanestro». Lei dal canto suo lo carica prima di ogni match con raccomandazioni e “minacce” per tenerlo buono e vigilie.

Le bombe ignoranti

È così Barsanti, un ciclone sia in campo che fuori, che si è integrato magnificamente all’ombra del Vesuvio. «Napoli è una città particolarmente bella, e per carattere mi trovo benissimo con i napoletani, sempre cordiali, sempre pronti a scherzare». Lui non scherza mai in campo, di ruolo guardia, tiratore, ma non dagli scarichi, laureato in “bombe ignoranti” quelle che partono dallo stomaco, che si sentono dentro, che raccontano parabole apocalittiche per gli avversari ma sono estasianti per i tifosi azzurri.  Fatte le debite proporzioni, Barsa è diventato il Careca del basket napoletano.

«Ponticiello conosce gli schemi di tutte le squadre dal 1990»

Arrivato a Napoli per portare esperienza e punti, subito si è integrato nel gruppo di patron Ruggiero, agli ordini del comandante Ponticiello. «Ciccio è un professore, un genio, è riuscito a dare un’identità a questa squadra e fa rendere ognuno di noi nel migliore dei modi. Pensa conosce gli schemi di tutte le squadre europee dal 1990 ad oggi!». Il segreto, però, è in tutto lo staff e infatti «Aldo Chiari è un passo avanti a tutti, ci fa correre quaranta minuti come matti. È il top dei preparatori». Così come ha parole per l’equipe medica e di fisioterapisti.

Al Cuore Basket nessuno è escluso dal cerchio e tutti hanno un posticino in questo viaggio chiamato sogno. Il Bar comincia a popolarsi, qualche birra viene spillata e servita al volo, mentre gira un disco di canzoni napoletane. «Mi caricano sempre prima del match, e anche a Montecatini la musica sarà questa».

«La Coppa Italia ci ha detto che potevamo osare»

Ha idee chiare il toscanaccio che mescola l’accento caro a Dante con qualche imprecazione nostrana imparata da Mastroianni e da Maggio. «La vittoria della Coppa Italia ci ha detto che potevamo osare e la conferma l’abbiamo avuta contro Cassino, in gara 5. Vedere il palazzetto gremito è stata una cosa che mi porterò dentro a lungo. In realtà siamo così incoscienti che non ci rendiamo ancora conto di quello che stiamo realizzando».

La differenza tra un talento e un genio

Il Barsa ripone il grembiule e si siede tra i tavoli, tratta i clienti con il sorriso trasferendo quella carica di follia che tutti vorremmo vedere in uno sportivo. D’altronde la differenza tra un talento e un genio, come ci spiegava Schopenhauer, sta nel fatto che il primo colpisce un bersaglio che “nessuno può colpire” mentre il genio colpisce quello che “nessuno può vedere”. Ed è quel che più o meno che capita sui parquet, quando tutti si aspettano l’ovvia esecuzione di un passaggio ed invece lui si alza da nove metri e la mette, oppure come a Palestrina dove avviene il contrario: tutti si aspettano il tiro ed invece lui serve un assist-vittoria a Marzaioli.

Sabato 10 giugno sarà la sua terra a mettere contro Cuore Basket Napoli ed Oriznuovi, già battuta in Coppa Italia, con la Turandot di sottofondo e l’acuto che parte dalle mani e soffice sfila sui polpastrelli per infilarsi nel canestro. Immaginiamo un Bar pieno, con un jingle lirico che urla “Nessun dorma” perché è la festa dei matti in pAradiso.

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