Un auspicio per Lorenzo: essere simbolo di vittorie, non trasformarsi in un pezzo ingombrante, in un fantasma che finisca per lacerare l’ambiente.
Il confronto
Paragonare Insigne a Totti ci può stare. Parliamo chiaramente di giocatori diversi, di persone diverse e anche di storie diverse. Ala il nostro, nove e mezzo il Pupone; mingherlino il frattese (é napoletano solo ora che segna e fa segnare), forte fisicamente il romano di Porta Metronia. Ma soprattutto il Pupone é stato osannato ab inizio, mentre Insigne ha faticato troppo per essere poi giustamente acclamato come il miglior giocatore italiano di questi anni. Fosse stato juventino, sulla Gazzetta leggeremmo di valutazioni a due zeri.
Quello che spero é che non segua lo stesso percorso sportivo di Totti. Pochi titoli, un mondiale vinto da comparsa (ma veniva da un brutto infortunio), un fattore di instabilità ambientale e societaria, un pezzo troppo grosso pure da pre-pensionato. Al punto che nella Capitale in tanti tifano er Pupone e non più ‘a Roma.
Sovrapposizioni
Totti era la Roma, Roma era Totti. Alla fine tutto si riduceva a Totti. E come invece insegna la Juve, il modello societario più vincente, i giocatori passano e la maglia resta. I personaggi ingombranti vanno smaltiti, pure se con dolore (vedi Del Piero). E allora speriamo che Insigne non diventi il Napoli, che ci conduca a maggiori vittorie di quante Totti ne abbia portato alla Roma e che soprattutto il suo essere napoletano, profeta in Patria, non finisca per lacerare l’ambiente.
Come accaduto a Roma, dove hanno fischiato un allenatore reo di aver preso la squadra dalle saittelle e averla portata alla sua miglior stagione di sempre, mettendo un giocatore di 41 anni al posto suo: in panchina. La maglia viene prima di chi la indossa pro-tempore. Esistono i simboli, ma guai se diventano fantasmi. Vale per Maradona, per Totti e quindi anche per Insigne.