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La festa di popolo per gli ottant’anni di Tullio Pironti editore sfrontato e controcorrente

Nella sua piazza Dante. Ha sfidato i colossi dell’editoria e qualche volta li ha battuti, come quella volta per Easton Ellis

La festa di popolo per gli ottant’anni di Tullio Pironti editore sfrontato e controcorrente

Una pedana con 1.500 libri

Una pedana che regge millecinquecento libri – che poi regalerà a tutti quelli che sono venuti a fargli festa e a dirgli grazie – e, accanto, lui, Tullio Pironti. L’editore. Che protegge e si fa proteggere dai libri. Alle spalle, quasi a chiudere il cerchio magico, una corona di immagini con le copertine dei suoi autori più noti: Mahfuz, Don DeLillo, Bret Easton Ellis, Fernanda Pivano, Joe Marrazzo e tanti altri che hanno contribuito a incoronarlo campione dell’editoria italiana che osa poco e in qualche modo ha provato fastidio a confrontarsi con lui. Anche se ha finito per apprezzarne le doti.

In questo fotomontaggio metà vissuto e metà scandito dalla immagine c’è la sintesi di una vita controcorrente ma vincente. C’è tutto il mondo di Tullio Pironti e c’è, soprattutto, l’immensità di piazza Dante che nelle occasioni importanti della casa editrice diventa piazza Pironti: c’è la sintesi di una vita controcorrente ma, tutto sommato, vincente.

L’editore scugnizzo che gioca a scacchi

L’editore scugnizzo, alla svolta degli ottanta, ha voluto accanto a sé gli amici di sempre ma anche chi passava in quel momento e i tanti che avevano raccolto il suo invito («Volevo una festa di popolo e tale è stata, io almeno l’ho intesa così») e dice di essere stanco: probabilmente lo è ma, statene certi, non si staccherà mai da questo angolo che è la “sua” Napoli. E continuerà a giocare a scacchi – e a perdere – nella speranza di avere la meglio sul suo avversario, quasi sempre Salvatore Maria Sergio.

Il milione in più per Easton Ellis

Di strada ne ha fatta tanta, i cazzotti li ha presi e li ha dati, ma è sceso dal ring dopo cinquanta combattimenti – «Ero un pugile tecnico, amavo la scherma e sono stato amico di Nino Benvenuti ma non volevo che i cazzotti mi stroppiassero il viso» – per dedicarsi esclusivamente ai libri. Una passione di famiglia. «Avessi fatto solo il libraio sarei un ricco signore, ma non mi bastava, ho voluto osare e sono contento di quello che sono riuscito a fare anche se le tasche sono vuote. Errori, certo, ne ho commessi, ma eccomi qui, ancora in piedi e accanto ai miei libri».Inseguire un sogno, del resto, è il sale della vita e Tullio ha sempre amato i sapori forti: voleva che Napoli avesse una casa editrice capace di competere con tutti e ce l’fa fatta.

Qualche volta anche bleffando, come fece con la Mondadori quando la sfidò per aggiudicarsi i diritti di Bret Easton Ellis, l’autore di Meno di Zero. «Sapevo che Mondadori doveva fare i conti con la burocrazia interna e offrii un milione in più rispetto alla cifra che consentiva a loro di chiudere una trattativa senza il consenso del consiglio di amministrazione». Vinse, naturalmente.

Licio Gelli

I meriti di Tullio Pironti, scugnizzo dei Tribunali e amico di Maria ‘a longa che vendeva le sigarette cu’ o’ sfizio consentendo al cliente di prendere il pacchetto pescando nella sua scollatura, sono enormi e il sindaco De Magistris, consegnandogli una medaglia a nome della città, glieli ha riconosciuti. Ha cambiato le regole del gioco e ha sfidato, lui piccolo e povero di risorse, i colossi aggirandoli con manovre spregiudicate. Tutte andate a buon segno, tranne quella sciagurata, di cedere alle lusinghe di Licio Gelli. «Lo capii con un attimo di ritardo, la biografia del latitante fondatore della P2 fu una scelta sbagliata, ma neanche di quella mi pento perché, capendo poco o niente di strategie editoriali, ho sempre fatto prevalere l’istinto e quasi sempre mi è andata bene».

All’abbraccio di tutti uniamo anche quello del Napolista ponendoci la domanda delle mille pistole: ora cosa farà l’editore stanco? La risposta è facile: continuerà a tenere bottega a piazza Dante e riprenderà la partita a scacchi con l’avvocato che non gliela da vinta. A domani, Tullio.

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