È un ulteriore segno di crescita. L’evidenza che il Napoli ha lavorato bene con lui. Il mondo statico non esiste, come dimostra il caso Neymar.
È un calciatore europeo
Innanzitutto i complimenti a Repubblica che ha tirato fuori una notizia niente male: l’interessamento di Mino Raiola, attraverso il fratello Enzo, per Lorenzo Insigne. E, dettaglio da non trascurare, a quanto pare anche per il fratello Roberto. Sarebbe interessante capire quanto il caso Donnarumma, con l’inserimento del fratello nell’operazione Milan, abbia attirato l’attenzione dei genitori dei piccoli fuoriclasse italiani. Bisognerebbe chiederlo a superMino.
Ma torniamo al punto. Insigne è un signor giocatore. Diciamo anche un calciatore “europeo”, come un tempo esistevano gli eurogol (quasi sempre legnate da almeno trenta metri, che finivano all’incrocio dei pali). Un calciatore – Insigne – che oggi come oggi, se non ricade negli errori del passato, può giocare quasi in ogni squadra. E magari Mino Raiola riesce anche ad eliminare il quasi. Senza enfatizzarlo più di tanto, ma un gol al Bernabeu è sempre un ottimo biglietto da visita. Senza dimenticare il suo esordio in Champions con quella punizione al Borussia Dortmund.
Il falso mito dell’immobilismo
Insigne non è soltanto un talento. E ormai la fase del talento è superata. È un calciatore continuo, che raramente scompare in una partita che conta. Al momento, Insigne potrebbe giocare tranquillamente in una squadra come l’Arsenal. E francamente potrebbe non sfigurare nemmeno nei club più prestigiosi del continente. Si parla di Dybala al Barcellona in caso di addio di Neymar. Per Raiola, evidentemente, Insigne può giocarsi la sua partita (non stiamo parlando di quest’estate). Insigne è cresciuto. E l’interessamento di Raiola per lui lo dimostra.
Il mondo del calcio, soprattutto quello dei tifosi, è profondamente legato all’immobilismo. Ma è un falso mito che l’immobilismo produca sempre risultati. Grandi risultati sono nati da grandi cessioni. Negli ultimi anni, senza attardarsi in ricerche, basta ricordare l’Inter che ha vinto dopo la cessione di Ibrahimovic o anche la Juventus che si è rafforzata dopo l’addio di Zidane. Ma non è soltanto una questione di vittorie. Ciascuna società ha il proprio bacino. E quando si cresce troppo, ci si sta stretti in quel bacino. L’importante è proseguire il proprio percorso, magari mettendo a frutto qualche cessione eccellente.
Un anno dopo Higuain alla Juventus, Napoli dovrebbe aver imparato la lezione. Si strappò i capelli, si disperò per l’addio di Gonzalo. Ha poi ammirato uno dei Napoli più belli della storia. Non solo, ma un anno dopo – con la stessa squadra – Napoli è convinta di poter vincere lo scudetto. Senza Higuain che è rimasto alla Juventus.
Raiola che corteggia Insigne è un altro segnale della crescita del Napoli. Che ha svolto benissimo il proprio lavoro. Ha scovato un talento, lo ha protetto, lo ha fatto crescere fino ad avere adesso un calciatore da oltre quattro milioni di euro all’anno e che sul mercato – viste le cifre – potrebbe valere un bel po’ di soldini. Il mondo statico non esiste, men meno che nel calcio. La forza di una società è proprio quella di saper cogliere le opportunità di crescita. Come, magari, può essere quella di scovare un altro Insigne che possa far gola a Raiola tra cinque-sei anni.